Tigli abbattuti, «E gli ambientalisti di sinistra?»
Il capogruppo d'opposizione Fabrizio Greppi ribadisce che gli alberi del viale sono pericolosi e presto saranno da eliminare.

Due temi stanno a cuore all’ex sindaco oggi capogruppo d’opposizione Fabrizio Greppi: viale Po e l’area ex Teksid.
Viale Po, parla Greppi
«Per quanto riguarda viale Po sono molto contento che il nostro progetto sia proseguito – spiega Greppi – mi fa sorridere però che anche in questo intervento il sindaco abbia trovato da dire nei confronti della mia Amministrazione. Ha asserito che noi non abbiamo mai proceduto con la manutenzione. Mi stupisce, forse era indaffarato altrove quando gli interventi venivano svolti. Certo, come ho sempre ripetuto, quelli non erano e non sono alberi da viale per quello che avevo promosso il loro taglio per piantumare alberi adatti. Ma no, gli ambientalisti di sinistra si sono scagliati contro. Non mi sembra però che abbiano proferito parola quando questa Amministrazione ha deciso di abbattere alcuni esemplari lungo questo viale. Come mai?
Comunque tra cinque anni ci troveremo ad affrontare il problema perché saranno da abbattere. Questi, come ho ribadito, non essendo alberi monocauli avranno rami sempre più grandi che, con i venti che caratterizzano questo territorio, diventeranno sempre più pericolosi sia per le auto in sosta sia per le persone che camminano sotto di essi. Speriamo dunque che nessuno sia il malcapitato che passerà lì sotto mentre questo cadrà».
L'area Teksid
«Mentre comunque mi complimento con il sindaco Vittorio Ferrero per aver proseguito il nostro progetto, seppur con qualche modifica, di viale Po vorrei sottolineare invece la mia delusione nel leggere che è soddisfatto che nell’area ex Teksid non possa sorgere il sito logistico del retroporto di Genova. Eppure io sono contento che la Regione abbia deciso di realizzare l’Ospedale di Comunità nell’ex Suore di Carità, in quell’immobile comprato da me 20 anni fa e che non è assolutamente vero fosse rimasto vuoto. Anzi, lì hanno trovato posto il circolo “Lidia Fontana”, due alloggi per famiglie in difficoltà, l’Emporio solidale della Cri (mai inaugurato), lo sportello contro la violenza sulle donne e prima ancora la Caritas. Io dunque sono contento che lui abbia proposto quel locale, che io non ho mai voluto vendere, e che la Regione abbia deciso di destinarlo a quel servizio sanitario. Perché io sono contento che Crescentino abbia i servizi e possa crescere. E credo che anche il sito logistico avesse delle potenzialità per la comunità dunque non capisco perché questa contentezza nel commentare la scelta della Regione. A Ilvo, e soprattutto al ragionier Luigi Buzzi, dobbiamo veramente molto, dedicargli qualcosa perché hanno investito moltissimo sul nostro territorio eliminando una bomba ecologica, permettendo prima Mossi Ghisolfi e poi Eni ad insediarsi sul nostro territorio. Ora quell’area rimarrà vuota e mi auguro che abbia un futuro, soprattutto non inquinante
Io comunque da amministratore e privato ho sempre fatto il massimo per la mia città e continuerò a farlo».