RONDISSONE

Don Gino pronto a picchettare per la sua Chiesa

Il sacerdote ha bloccato i lavori.

Don Gino pronto a picchettare per la sua Chiesa
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Don Gino Casardi ha bloccato i lavori nella chiesa parrocchiale. O meglio ha fermato i professionisti che aveva presentato i preventivi per avviare poi gli interventi di ripristino dopo la caduta di alcuni fregi del soffitto dalla San Vincenzo e Anastasio.

Bloccati i lavori alla chiesa

Don Gino Casardi ha bloccato i lavori nella chiesa parrocchiale. O meglio ha fermato i professionisti che aveva presentato i preventivi per avviare poi gli interventi di ripristino dopo la caduta di alcuni fregi del soffitto dalla San Vincenzo e Anastasio. Il distacco di alcune parti era avvenuto nel 2017 e dal quel giorno il sacerdote, dopo aver prontamente autorizzato la posa di una rete di protezione per riaprire la chiesa e poter celebrare le funzioni in sicurezza, ha cercato i fondi per portar far fronte agli interventi. Ma i preventivi erano e sono ancora troppo alti rispetto alle somme che ha individuato.

Don Gino pronto a picchettare

«Sono obbligato a rinunciare ad avviare gli interventi - spiega don Gino - Tra poche settimane avrò 83 anni e non posso farmi certamente carico di un mutuo. Il preventivo dei lavori ammonta a 350 mila euro e al momento la Curia di Ivrea ha deliberato 65 mila euro per questo lavoro mentre la Fondazione Crt ha messo a disposizione 28 mila euro. Troppo pochi per poter partire con questo intervento. Non sono più giovane, non sono in grado di poter sopportare un prestito di questo genere. Dovrebbe capirlo la Curia. Invece il suo architetto ha pensato bene di comunicarmi di avviare una parte dell’intervento: ma come può chiedermelo? Non posso far installare un ponteggio che mi costa 20mila euro ogni tre mesi. Così ho preso la decisione di proseguire a tenere aperta la chiesa con la rete che comunque è molto resistente e scongiura ogni possibile danno alle persone in caso di ulteriori distacchi».
E’ un sacerdote deluso quello che racconta quanto sta vivendo: «Mi domando perché per i lavori alla chiesa del Santo Rosario la Curia abbia trovato i soldi. Perché per Verolengo e il Duomo di Chivasso pure ma Rondissone no. Mi sa che ci sono parroci di Serie A e parroci di Serie B. Io vista l’età e il trattamento che ricevo credo di far parte dei secondi ma,, nonostante i miei quasi 83 anni, continuerò a lottare. Picchetterò finché ne avrò la forza per la mia chiesa e la mia comunità che capisco che viva molte difficoltà vista la pandemia, la guerra e l’aumento dei prezzi di benzina e quant’altro».
Insomma, don Gino non si da per vinto e attende tempi migliori.

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