Chivasso e Collina piangono un giovane papà
Se n’è andato così Pietro Giampietro Barbuscia conosciuto da tutti come Piero.
E’ volato in cielo come un soffio, una morte improvvisa la sua che ha gettato i suoi familiari che tanto l’amavano nel più profondo dolore. Se n’è andato così Pietro Giampietro Barbuscia conosciuto da tutti come Piero.
Chivasso e Collina piangono un giovane papà
Aveva 47 anni, ha trascorso gran parte della sua vita a Chivasso dove ha ancora molti amici.
Trattorista e gruista di professione presso l’azienda Piotto, Piero era un uomo che si è sempre impegnato molto nel suo lavoro. Amava andare a pesca e a caccia con il fratello Gino. Una passione quella della pesca che ha tramandato anche al nipote Daniel con cui trascorreva molto tempo. «Non c’era fiume o lago in Piemonte dove Piero non fosse andato a pescare - dice il papà Lillo (dipendente dell’Ufficio tecnico comunale in pensione dal 2014) - Amava la pesca e sin da ragazzino si era avvicinato a questa disciplina che a dire il vero praticavo anche io. Lo chiamavano Sampei, proprio per questa sua passione. Poi, quando andavamo in Sicilia il divertimento nelle acque del mare era maggiore. Siamo una famiglia molto unita e da buon uomo del sud mi piace grigliare quindi ci riuniamo spesso o a casa mia o da Piero. Era un ragazzo troppo buono, non litigava mai con nessuno e quando sentiva due persone discutere piuttosto andava via. Mai una parola fuori posto era davvero un uomo buono che amava il lavoro e la famiglia. Allevava galline e conigli, coltivava un terreno e aveva piazzato una piscina per la sua amata figlia Ylenia. Insomma, era davvero instancabile. Con lui se n’è andato via un pezzo del mio cuore».
Il ricordo
La mamma di Piero, Rosa ci mostra una foto di qualche anno fa in cui ritrae Piero con un pesce enorme appena pescato. «Lo abbiamo visto ultima volta sabato 12 marzo, abbiamo pranzato tutti insieme qui in frazione Marcorengo a Brusasco dove abitiamo da alcuni anni.
Era molto contento di aver acquistato l’auto nuova e non avrei mai pensato che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo vedevo. Mi risuonava ancora nelle orecchie la frase che pronuncia al telefono: “Che fate dormite?”veva sempre la battuta pronta, era un buono».
«Era un fratello speciale, amava anche cucinare e andare a cercare funghi - aggiunge la sorella minore Flora - Eravamo molto uniti tutti e 7. Ogni volta che ci ritrovavamo era una grande festa.
Era un angelo, una persona ben voluta da tutti, era impossibile non volergli bene perchè aveva un carattere davvero unico ed era profondamente legato a sua figlia». Parole che sono condivise anche dalle sorelle Laura e Santina e dal fratello maggiore Gino e dalle rispettive famiglie. «Sin da piccoli eravamo sempre insieme - dice Gino - io marinavo la scuola, nascondevo la cartella dietro ad una siepe e insieme a Piero andavo a pescare».
Uniti da bambini e così lo sono stati anche da adulti infatti, i due fratelli andavano spesso anche a caccia insieme anche negli ultimi tempi. La notizia della sua morte, avvenuta domenica 20, si è diffusa sia a Chivasso che in Collina. Numerose le persone che si sono strette ai familiari in occasione dei funerali di Barbuscia che si sono svolti a Rivoli mentre la sua salma riposa nel cimitero di Avigliana (paese in cui viveva da alcuni anni).