CRESCENTINO

Addio Gimpo, storico sarto sempre allegro

Un marito, papà e nonno premuroso: sempre presente nella vita del nipote Emanuele.

Addio Gimpo, storico sarto sempre allegro
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Si spegne un altro grande uomo che ha scritto una pagina importante di Crescentino. Virginio Ginipro, meglio conosciuto come Gimpo, è un pezzo di storia che se ne va lasciando un grande vuoto non solamente nelle persone della sua età ma anche nei più giovani che lo ricordano con affetto in questi giorni di dolore.

Addio Gimpo, storico sarto sempre allegro

L’ ultimo dei fratelli Ginipro, erano una famiglia molto conosciuta per via delle due attività lavorative. Virginio, prima in corso Roma e poi in via Bertolè ,aveva un laboratorio da sartoriale.
Era una persona solare, sempre sorridente. Era sempre pronto allo scherzo.
Impegnato nel Carnevale nel rione Bara ‘d Fer, negli anni in cui la Competizione storica era attiva tra i rioni.
Era un sarto eccellente, era un appassionato del gioco delle carte che che condivideva con il gruppo di amici quotidianamente. Ma anche un papà presente e un nonno affettuoso che amava il nipote Emanuele che seguiva in ogni momento della sua vita. Dalla nascita alla laurea, lui per Emanuele c’era sempre: avevano una particolare intesa come nelle belle immagini dei racconti delle tradizioni di padre in figlio. Marito premuroso che ha assistito la moglie nella sua lunga ed invalidante malattia, ma anche spirito indipendente e solitario.
Ogni settimana non faceva mai mancare una delizia dell’orto ai suoi cari, frutto delle sue amicizie e degli affettuosi amici del bar.

I ricordi

«Era il mio zio preferito, ero la sua Titti - ricorda Rita Bazzano - Era il più piccoli di sei fratelli, e io ero la nipote più piccolina. Mi coccolava sempre. Eravamo molto legati, quando lui e sua moglie lavoravano, io guardavo Gian Antonio, il figlio. Tutti gli volevano bene, era una personale solare e allegra. Ultimamente, ricordavamo i tempi addietro nelle nostre conversazioni».
A ricordarlo con affetto Gessy Bergantin: «Per me era un nonno acquisito visto che non ne ho più di nonni in terra. Mi trattava come nipote. Gli volevo bene come un parente stretto più che come amico. Giocavamo a carte insieme e facevamo a gara a chi “trucciava” (imbrogliava) di più, diciamo che sono stato un suo allievo. E lo voglio ricordare con una foto in cui è ritratto con mia figlia Gloria».
Con la sua scomparsa Virginio lascia un grande vuoto nella vita del figlio Gian Antonio, la nuora Elisabetta Acide, il nipote Emanuele con Giulia, la consuocera Imelda e tutti i parenti.

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