'Ndrangheta, i fratelli Giuseppe e Mario Vazzana andranno a processo
Sta creando non pochi grattacapi anche al mondo politico chivassese.
Si aprirà il prossimo 6 ottobre, in tribunale a Torino, il processo legato all’operazione contro la ‘ndrangheta «Platinum» (condotta nel maggio del 2021 con il coordinamento della Procura della Repubblica di Torino e della DIA) che sta creando non pochi grattacapi anche al mondo politico chivassese.
'Ndrangheta, i fratelli Giuseppe e Mario Vazzana andranno a processo
Tra gli undici imputati (altri 22 hanno scelto il rito abbreviato mentre in tre hanno patteggiato pene dai due ai quattro anni) vi sono infatti i fratelli chivassesi Mario e Giuseppe Vazzana, imprenditori nel settore alberghiero a Volpiano ma con attività di famiglia (bar e negozi) anche all’ombra della Torre Ottagonale.
Nelle intercettazioni anche alcune telefonate tra Pino Vazzana e il sindaco Claudio Castello, sia in merito alla campagna elettorale del 2017 che per la gestione di bar al campus delle associazioni e in una nuova piastra commerciale.
Nulla di «rilevanza penale», ma comunque abbastanza per scatenare un dibattito politico che oltre ad aver causato il passaggio del consigliere Claudia Buo tra le fila della minoranza sta infiammando queste poche settimane che precedono le amministrative del 12 e 26 giugno. E c’è chi vede anche in questa situazione, diciamo, «imbarazzante», il motivo per cui il M5S ha di fatto vietato l’uso del simbolo a Marco Marocco e Fabio Cipolla, ora alleati con Castello.
Parte Civile
Per confermare la distanza tra l’amministrazione e i Vazzana, il Comune di Chivasso (con il patrocinio dell’avvocato Andrea Castelnuovo di Torino) ha deciso di costituirsi Parte Civile nel processo, con riferimento al primo capo di imputazione (associazione per delinquere di stampo mafioso articolo 416 bis del codice penale) e nei confronti dei soli Vazzana.
È stata una iniziativa, quella di costituirsi parte civile, voluta dal sindaco Castello e dalla giunta su specifico indirizzo del Consiglio Comunale, basata esclusivamente sul fatto che il Comune è da anni portabandiera, non solo nel Canavese, della cultura della legalità, dell’antimafia e dell’anticorruzione.
L’operazione
L’operazione Platinum-Dia, avviata nell’ottobre 2016 e conclusa poi nel maggio 2021, avrebbe «Accertato l’affiliazione di alcuni soggetti alla ‘ndrangheta e la loro attivazione in seno al locale di Volpiano, certificandone il ruolo rivestito nella gestione dell’ingente patrimonio illecito accumulato dalla famiglia Agresta, e configura Antonio (classe 1960) come uno dei massimi esponenti della ‘ndrangheta in Piemonte».
Inoltre, le indagini della Dia mettono in luce un «importante e articolato dedalo di società e attività imprenditoriali e di imprenditori che diventano uomini fedeli dei vertici della locale di Volpiano». L’operazione si era chiusa con 33 arresti e 65 indagati.
Tra i coinvolti, come detto, anche i notissimi chivassesi Mario e Giuseppe Vazzana. Secondo la Dia e il pm Valerio Longi, i Vazzana accanto a quella di rispettabili imprenditori avrebbero anche una seconda vita da affiliati alla ‘ndrangheta dai primi Anni ‘90.
Nel corso di questi trent’anni, sempre secondo le accuse avrebbero messo a disposizione di ‘ndranghetisti i loro hotel per garantire ospitalità «riservata» (non comunicata alla polizia come prevede invece la legge in materia) assumendo anche alle proprie dipendenze alcuni affiliati per consentire loro di ottenere misure alternative alla detenzione.
Castello si è sempre difeso ribadendo di non sapere che i Vazzana fossero legati alla criminalità organizzata, ma che fossero personaggi di un certo spessore, in quel mondo, lo si sapeva dal 2019: i loro nomi si rincorrevano nella carte della «Cerbero», altra importante operazione dei carabinieri contro la criminalità organizzata.