L’Ucraina al centro, con Vielmini, della prima manifestazione di Ancora Italia per il Chivassese
Ha voluto condividere la sua grande esperienza diretta di ciò che accade oltre la vecchia «cortina di ferro».
«Guerra in Ucraina, radici e dinamica del conflitto» è il titolo della serata che si è svolta venerdì 27 maggio a «Palazzo Einaudi», organizzata dal partito «Ancora Italia - Per la sovranità democratica». Introdotto dal coordinatore regionale Fabio Zo, l’incontro ha visto l’intervento di Fabrizio Vielmini, iscritto ed esperto di Russia, Caucaso ed Asia Centrale, regioni dove ha lavorato per il Ministero degli Esteri presso organizzazioni internazionali come analista e consigliere politico.
Il nostro concittadino, che ha anche il titolo di professore aggiunto alla Webster University di Tashkent, è rientrato nel 2021 a Chivasso dopo vent’anni di vita professionale nell’ex-Unione Sovietica. Di fronte ad una crisi come quella scoppiata in Ucraina, Vielmini ha voluto condividere la sua grande esperienza diretta di ciò che accade oltre la vecchia «cortina di ferro».
L’Ucraina al centro, con Vielmini
Senza giustificare l’attacco indiscriminato da parte della Russia, è fondamentale analizzare il ruolo che Nato e Stati Uniti hanno avuto nell’inasprire un conflitto che corrisponde appieno agli interessi del loro complesso militare-industriale nel mantenere posizioni egemoniche nel Continente europeo. A tal fine è fondamentale che UE e Russia siano separate l’una dall’altra, ciò che questa guerra realizza. L’analisi di Vielmini è partita dalle radici storiche delle tensioni intorno all’Ucraina, sottolineando come il Piemonte si sia trovato più volte implicato. Ad esempio, il nazionalismo ucraino nacque nella Galizia austroungarica, ove alcuni intellettuali svilupparono l’idea che la loro regione avrebbe dovuto agire quale «Piemonte dell’Ucraina». Se si pensa alla storia meno recente, si possono trovare molti esempi di coinvolgimenti dei piemontesi nelle guerre contro la Russia. Per citarne alcuni oltre alla tragica aggressione nella 2 guerra mondiale, l’invasione napoleonica del 1812 e la guerra in Crimea (1853-1856). Secondo Vielmini dunque, questa guerra ci riguarda molto da vicino. Con l’impennata dei prezzi da febbraio, è evidente l’impatto che il conflitto sta avendo sull’economia nazionale, soprattutto per il modo in cui hanno reagito il Governo di Mario Draghi con i principali partner europei.
Vielmini ha lavorato per dieci anni nella politica estera dell’UE, e considera la strategia europea errata, basata su premesse avulse dalla realtà storica e, soprattutto eterodiretta dagli USA e dalla Gran Bretagna. «Non si può risolvere questa crisi - sostiene - senza tener conto delle responsabilità del governo ucraino, parte in causa nell’escalation con il sostegno dei partner d’Oltreoceano. La guerra è iniziata come civile nel 2014, per 8 anni l’UE è stata implicata nei negoziati ma lungi dal risolvere la crisi questi la hanno accompagnato nel suo degenerare in un conflitto armato internazionale». Per cercare di reagire ai pericoli di tali politiche errate, Vielmini ha deciso di mettere le proprie conoscenze ed impegno a disposizione del partito «Ancora Italia - Per la sovranità democratica». Secondo Vielmini, «AI è l’attore politico che più chiaramente ha condannato la pulsione bellicista (interventista?) di questo governo come espressione di interessi di gruppi transnazionali che, a differenza del popolo italiano, in quanto produttori d’armi per la NATO, hanno molto da guadagnare dall’implicazione nella guerra».
Secondo lei, come andrà a finire?
«Anche con tutte le armi dell’Europa, l’Ucraina non può vincere. Ma il peggio verrà dopo. Rischiamo l’erezione di una nuova “cortina di ferro”, molto più rigida ed ermetica di quella della “Guerra Fredda”, che reciderà in maniera netta i rapporti economici tra l’Europa e la Russia, privandoci delle sue risorse. Il risultante peggioramento delle condizioni di vita sarà calmierato con la russofobia, tacciando “l’uomo nero - Putin” quale causa di tutti i problemi. Senza esagerazioni, la retorica bellicista, lo sdoganamento di simbologie naziste, la caccia alle streghe dei “filo-putiniani” prefigurano uno scenario distopico, come descritto da George Orwell nel romanzo “1984”, con la creazione di un nemico esterno a cui additare i mali di cui sono invece causa le politiche europee e della NATO negli ultimi anni».
«Per questo è importante impegnarsi in politica oggi, per prevenire una situazione che rischia di compromettere il nostro stile di vita e che preannuncia un domani ancora peggiore per i nostri figli», conclude Vielmini.