LA TRAGEDIA

«Mio marito Paolo, tradito da una tragica fatalità sulle montagne che tanto amava»

L’incidente è avvenuto sabato alla Rocca di Clarì, a Claviere. Chivasso si stringe alla moglie Anna e ai figli.

«Mio marito Paolo, tradito da una tragica fatalità sulle montagne che tanto amava»
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Se per il mare abbiamo un’epica immortale nelle pagine di Herman Melville o di Ernest Hemingway, la storia della montagna è fatta dalle vite, e dalle morti, di chi l’ha affrontata, citando Jeffrey Rasley, «In cerca di angeli o in fuga dai demoni».

La tragedia di Pich

Il chivassese Paolo Pich, 58 anni, ingegnere di rete della DXC Technology, era un uomo che la montagna, madre e matrigna, l’aveva nel sangue. Scalatore esperto e meticoloso, ha perso la vita nel pomeriggio di sabato 2 luglio al termine della «Ferrata Perona - Saglia alla Rocca di Clarì», nel territorio di Claviere, una delle più belle e impegnative del Piemonte, che aveva affrontato con il figlio Stefano, già atleta (disco e giavellotto) dei GS Chivassesi.

«Mio marito Paolo, tradito da una tragica fatalità sulle montagne che tanto amava»

«Aveva affrontato la ferrata in piena sicurezza - racconta la moglie Anna Rizzo - togliendosi l’imbragatura solo dopo aver raggiunto la “Terrazza del Cippo” da cui parte il sentiero per la discesa, attraverso alcune vecchie casermette militari. Paolo e Stefano si sono tolti l’imbragatura solo in quel punto: sarebbe stato pericoloso tenerla addosso, per il peso, e come detto Paolo sapeva perfettamente ciò che si poteva e non poteva fare. Ha fatto scalate in tutto il mondo, anche in Canada...
Arrivati su quella terrazza, dove c’erano altre persone, Paolo e Stefano si sono ritagliati il loro spazio per mangiare. Dopo pranzo, mentre prendeva qualcosa dallo zaino, la tragica fatalità».

I soccorsi

Qui Anna si ferma, e parte il racconto ricostruito nelle fredde carte degli inquirenti.
La macchina dei soccorsi è scattata immediatamente, con l’invio sul posto di un elicottero del 118, con il supporto del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.
Per Paolo, precipitato nel vuoto e senza alcun appiglio a cui agganciarsi, non c’è stato più nulla da fare. I medici hanno tentato un disperato massaggio cardiaco, ma le ferite riportate nelle caduta erano troppo gravi.

Mentre altri tecnici del Soccorso Alpino accompagnavano a valle Stefano, iniziava il lavoro della Procura della Repubblica di Torino, che pur constatando la tragica fatalità ha disposto un’autopsia virtuale sul corpo del chivassese, con una Tac effettuata nella giornata di ieri, martedì 5 luglio.

Tra i primi ricordi affidati ai social quello di Massimo Corcione, di cui era stato testimone di nozze: «Non riesco a farmene una ragione. Il dolore che provo è enorme. La montagna, la tua passione. La stessa che ha regalato a tutti noi tanti sorrisi e gioie ora ti ha portato via per sempre. Tu che per tutti noi sei sempre stato il fratello maggiore. Abbiamo cantato insieme intorno al fuoco, mangiato dalla stessa gavetta e condiviso le nostre vite. Con te mi sono tuffato nella più bella avventura della mia vita lo scoutismo. Eri solo passato a dare un occhiata a quei tre ragazzini che avevano aperto un gruppo Scout. Sei rimasto a darci una mano, fondando con noi il Gruppo Scout CNGEI Chivasso 5 diventando il nostro mitico capo gruppo. Tu eri Hati il grande elefante che in maniera saggia ha fatto crescere tutti noi. La nostra amicizia da allora no si è mai interrotta. Abbiamo visto crescere i nostri figli, ne abbiamo condiviso paure e gioie. Per me sei e rimarrai il punto più alto da raggiungere. L'uomo pacato ed energico allo stesso tempo che avrei voluto essere. Io che avrei voluto essere Paolo Pich oggi non riesco a fare altro che piangere per te Capitano o mio Capitano».

E ancora, sulla home page del sito dedicato alla montagna (www.gadan.it) che Paolo gestiva con amici: «Ciao Papik, il tuo volto gioviale, il tuo sguardo di eterno bambino, entusiasta per ogni cosa, ci accompagneranno per tutto il resto della vita. E quando il vuoto che ci hai lasciato sarà insopportabile torneremo con la mente e con il cuore alle mille esperienze vissute, ai fuochi di bivacco, alle imprese montane, ai cieli stellati condivisi. Ora tu sei una stella che brilla lassù...».

Oltre alla moglie Anna, lascia i figli Stefano e Federico, il papà Luigi e la mamma Mirella.

 

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