Il Comune di Brusasco raccontato dal sindaco Giulio Bosso
La storia e le eccellenze del territorio.
Questa settimana con l'intervista al primo cittadino di Brusasco, Giulio Bosso, prosegue la rubrica "Venerdì dal Sindaco" che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città metropolitana di Torino, propone reportage televisivi e interviste agli amministratori dei piccoli Comuni.
Il Comune di Brusasco raccontato dal sindaco Giulio Bosso
Questa settimana con l'intervista al primo cittadino di Brusasco, Giulio Bosso, prosegue la rubrica "Venerdì dal Sindaco" che, per iniziativa della Direzione comunicazione e rapporti con i cittadini e i territori della Città metropolitana di Torino, propone reportage televisivi e interviste agli amministratori dei piccoli Comuni.
Un borgo magico per un turismo lento tra torinese e monferrato. Situato geograficamente a nord-est di Torino, alle pendici delle colline, Brusasco è posto sulla riva del Po, in prossimità della confluenza con la Dora Baltea.
I primi insediamenti abitativi risalgono all'epoca romana, ma la nascita del paese è quasi certamente da collocare fra il VI e l'VIII secolo, quando, sulla strada imperiale che univa Verrua a Industria, accanto a Quadratula, sorse probabilmente come suo sobborgo.
Brusasco è un comune tranquillo, ricco di storia, di monumenti di rilevanza artistica, di aree protette e di manifestazioni.
Borgo Garibaldi, il castello e il bosco sacro di Brusasco raccontati dal sindaco Giulio Bosso
L'insicurezza del territorio sottoposto fin dal IX secolo a scorribande militari e alle piene del Po, spinse la gente a rifugiarsi sulla collina circostante dove nacque il "Luogo" (dal latino Lucus, bosco sacro) nel quale, per ordine del Marchese Berengario, sorse il primo nucleo del castello. É proprio in questo posto senza tempo che Giulio Bosso, sindaco di Brusasco, ci accoglie ed inizia a raccontare le antiche origini di Brusasco
“Il castello del Luogo è un’eccellenza storica e artistica di pregio. L’edificio risale alla metà del 1700 e sorge dove precedentemente vi era una fortezza del 1300. Tutto il contesto è magico. Il ricetto del Luogo, chiamato oggi Borgo Garibaldi, è sorto tra il 1200 e il 1300 per mettere in sicurezza gli abitanti di Brusasco che allora vivevano in pianura lungo il Po alla confluenza con la Dora Baltea. Intorno al 1600, terminati i vari pericoli, la popolazione pian piano discese nuovamente in pianura in quello che oggi è il vero concentrico di Brusasco. Qui al Luogo è rimasto il fascino di un posto sospeso che sta diventando una meta turistica interessante per quella forma di turismo lento e pacato di cui hanno bisogno i nostri territori. La riprova di questo sta nel fatto che molto spesso i numerosi agriturismi e B&B della zona sono al completo di turisti che arrivano da tutta Europa. É questo il turismo di cui abbiamo bisogno, non servono i grandi numeri, ma servono persone che apprezzano le nostre bellezze, i paesaggi e le ricchezze”.
É evidente che il sindaco Bosso, brusaschese doc e amministratore locali di lunga esperienza, sia innamorato del suo Comune, ma non si tira indietro nel delineare alcune criticità.
Un patrimonio unico
“A Brusasco ci troviamo in un contesto particolare che regala ai visitatori edifici romanici e barocchi, un patrimonio naturalistico e paesaggistico senza eguali, ma occorre essere sinceri. Un grande problema c’è ed è quello dei trasporti pubblici. Ci troviamo in una zona marginale del territorio della Città metropolitana di Torino, e chi decide di vivere a Brusasco ha una difficoltà oggettiva a raggiungere Chivasso e Torino con i mezzi pubblici. Abbiamo una linea ferroviaria dismessa da anni. Sarebbe davvero importante pensare, in modo congiunto con le amministrazioni locali e con gli enti che hanno competenza in materia, ad un servizio integrato rotaia e gomma, in modo da garantire un servizio equiparabile ad una metropolitana leggera su Chivasso e sulla prima cintura di Torino. Se si riuscisse a realizzare questo progetto, Brusasco sarebbe davvero il Comune ideale in cui vivere e far crescere dei bambini”.
Lasciato Borgo Garibaldi si continua il tour in compagnia del primo cittadino facendo una sosta alla Chiesa di San Pietro Vecchio al cimitero, la più antica chiesa di Brusasco considerata una delle più importanti testimonianze del romanico piemontese. Costruita nell’XI secolo fu parrocchiale sino al 1592 quando le funzioni vennero trasferite alla Chiesa di San Bernardo al Luogo, accanto al castello.
Non possiamo lasciare Brusasco senza fare una passeggiata nel centro del paese. Lasciata l’auto in piazza del municipio il sindaco ci accompagna nella via centrale. Gli edifici sono tutti curati e di impronta aristocratica. Molte le palazzine che evidenziano un passato ricco e strategico. Il tempo di parlare di Marcorengo, unica frazione di Brusasco, un tempo comune autonomo e ci troviamo davanti a Palazzo Ellena, un edificio settecentesco attribuito all'architetto Giovanni Maria Molino, che si sviluppa in forma quadrata su tre piani dall'aspetto molto sobrio con mattoni a vista.
I tre piani sono collegati da un ampio scalone al quale si accede dall'ampio ingresso a volta.
Abitato fino a pochi anni fa dagli eredi della famiglia Tumino e Campini è stato di recente acquistato dal Comune di Brusasco per destinarlo a sede della Biblioteca Comunale e dell'Archivio Storico e per manifestazioni e iniziative culturali.
Domanda clou
Prima di salutare e ringraziare Giulio Bosso per la disponibilità e l’accoglienza c’è ancora tempo per la domanda di rito: quanta passione ci vuole per amministrare un Comune come Brusasco?
“La passione è senza dubbio l’ aspetto che guida di più l’attività amministrativa di un sindaco di un piccolo comune. Amministrare un comune di 1500 abitanti diventa sempre più difficile perché si hanno carenze di personale, difficoltà nella spesa corrente del bilancio. A tutto ciò però sopperisce il legame con il territorio, la conoscenza profonda della storia, delle problematiche e anche la vicinanza e il sostegno dei cittadini.
Brusasco è un paese che ha profonde radici storiche: è fondamentale partire da queste radici nel territorio per riuscire a far crescere un albero che sia non solo piacevole per le persone che ci abitano ma anche per quelle che vengono a visitarlo”.