Ambientalisti si arrampicano e si incatenano al balcone della Regione Piemonte
Da diversi mesi Extinction Rebellion organizza azioni per chiedere che si prendano provvedimenti per arginare la crisi idrica.
Questa mattina, lunedì 25 luglio 2022, poco dopo l'alba, due attiviste di Extinction Rebellion sono salite sul balcone del Palazzo della Regione in piazza Castello e hanno appeso un grande striscione con scritto "Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l'inizio". Poi si sono incatenate alle ringhiere.
Attivisti si incatenano al balcone della Regione Piemonte
Dopo aver appoggiato al muro una scala lunga 10 metri, imbragate e assicurate, due attiviste di Extinction Rebellion sono salite fino al balcone del Palazzo della Regione che affaccia su piazza Castello. Scavalcata la ringhiera hanno appeso un grande striscione rosso, solcato da righe scure a rappresentare la terra arida e spaccata, con scritto "Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l'inizio". Si sono poi incatenate alla ringhiera e hanno atteso l'arrivo delle forze dell'ordine.
"Sono qui perché la giunta regionale in questi anni ha ripetutamente denigrato la comunità scientifica e i suoi cittadini” spiega Delfina, incatenata al balcone. “Questa siccità è un effetto della crisi climatica ed ecologica, causata dall'attività umana. La Giunta Cirio si attivi per adottare misure preventive e sistemiche per contrastarla rapidamente".
La crisi climatica
Extintion Rebellion, con Fridays for Future e tutti i collettivi cittadini che si battono contro la crisi climatica, parteciperà, nel corso della settimana, alle attività del Climate Social Camp, al parco della Colletta, contribuendo, secondo il proprio modo di agire, con azioni plateali di disobbedienza civile, come questa, svolta simbolicamente proprio nel giorno di apertura del Climate Camp.
La crisi climatica è ormai evidente ed è parte della quotidianità degli italiani, con la grave siccità che sta colpendo, come ampiamente previsto anche dalla Commissione Europea, anche le regioni italiane tradizionalmente più ricche di acqua. Un fenomeno, quest’ultimo, che è solo una delle manifestazioni della crisi climatica che il mondo intero sta affrontando. Lo è infatti anche il crollo di una porzione del ghiacciaio della Marmolada, verificatosi nelle scorse settimane, in cui hanno perso la vita undici persone.
“A febbraio, Extinction Rebellion ha ottenuto la convocazione di un Consiglio Regionale Aperto, uno spazio democratico in cui è stato possibile ascoltare interventi di alto livello" afferma Vic, anche lei incatenata al balcone. "Era quella l'occasione per mostrare di avere davvero a cuore il futuro dei cittadini. Adesso abbiamo di fronte a noi gli effetti devastanti di una crisi che è stata volutamente ignorata per troppo tempo".
Le richieste alla Regione
In questi mesi, gli attivisti di Extinction Rebellion hanno infatti più volte chiesto risposte fattive al governo regionale del Piemonte, ma non hanno ottenuto alcun pubblico rendiconto sul modo in cui la giunta intende azzerare le emissioni entro il 2050, come richiesto dalle Nazioni Unite per rimanere al di sotto dell’aumento di temperatura media globale di 1.5°.
L’unica risposta arrivata da un assessore regionale è l’accusa di aver imbrattato le vetrate della sede regionale con i cartelli "Siccità è crisi climatica", affissi a fine giugno fa durante un'azione in cui altri attivisti si erano incollati alle vetrate e alle porte del palazzo. Da diversi mesi, infatti, Extinction Rebellion organizza azioni per chiedere che si prendano provvedimenti per arginare la crisi idrica dal momento che l’emergenza era prevedibile già da questo inverno. Ancora una volta però la Regione ha prima ignorato l’allarme, per poi “scaricare” la responsabilità sui singoli cittadini.
Extinction Rebellion continuerà a spingere i rappresentanti politici ad attuare il mandato ricevuto dagli elettori, cercando soluzioni sostenibili a lungo termine per evitare la desertificazione del nostro suolo. La siccità che stiamo vivendo non è un fenomeno passeggero: è il sintomo di una crisi che, se i governi non agiscono rapidamente, è destinata ad aggravarsi fino ad un’irreversibile catastrofe ambientale.