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L'arte, il primo amore di Sveva e Valerio

Hanno esposto per la prima volta le loro opere presso la mostra al Polivalente di Crescentino.

L'arte, il primo amore di Sveva e Valerio
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Sono giovani, appassionati d’arte, ma non sono artisti di professione, almeno per il momento. Questo quanto accomuna Sveva Pasquariello, 20 anni, di Cigliano e Valerio Macaluso, 32 anni, di Livorno Ferraris oltre al fatto che hanno esposto per la prima volta le loro opere presso la mostra al Polivalente di Crescentino.

Valerio Macaluso

«Mi è sempre piaciuto dipingere, sin da quando ero bambino - riferisce Valerio - Mi ricordo che all’asilo le maestre dicevano: “Allestiamo la Galleria di Valerio”, intuendo la mia spiccata vena artistica. Ho poi frequentato il liceo artistico a Vercelli e la facoltà di Architettura al Politecnico di Torino. Ma, nella vita faccio tutt’altro. Sono viceresponsabile di un supermercato a Cavaglià. Mi dedico all’arte nel tempo libero. Lo stile delle mie opere è iperrealista, spesso mi servo di scatti fotografici per ricostruire le immagini che riporto sulla tela, cercando di riprodurre la realtà nella maniera più rigorosa. I soggetti sono tratti dalla realtà, fiori, frutta e quant’altro possa fare pensare alla natura. Mi ispiro ai grandi maestri della pittura olandesi, la mia pittura è prevalentemente olio su tela, ma ho fatto anche opere ad acquarello».
Che cos’è per lei la bellezza in un’opera d’arte?
«Gli antichi greci, che davano grande importanza alla bellezza, dicevano che un’opera è bella quando dura nel tempo ed è la copia perfetta della natura- risponde Valerio- Il concetto è poi cambiato nel tempo, è diventato più soggettivo. Per me la bellezza è legata a simmetrie, forme e colori che siano nell’insieme armoniosi. Una figura mi deve piacere per dire che è una bella opera d’arte». La mostra di Crescentino è una buona occasione per ottenere visibilità. «E’ la mia prima mostra- conclude Valerio- Ho partecipato per caso, quando mi hanno proposto di esporre le mie opere».

Sveva Pasquariello

«Si dice che il mio nome, Sveva, derivi dalla parola slava «svet» il cui significato è «luce». In questa maniera si presenta Sveva Pasquariello che dell’arte ha fatto il senso della sua vita anche se nel quotidiano si occupa di tutt’altro, dando ripetizioni agli scolari in tutte le materie. «Ho sempre amato dipingere, sin da quando ero piccola - spiega Sveva- Mi sono diplomata al liceo artistico e frequento adesso IED, l’Istituto Europeo di Design a Torino grazie ad una borsa di studio. Mi piace spaziare fra diverse tecniche artistiche, dall’acquarello all’inchiostro, sino alla scultura in argilla. Tutte le mie opere hanno un soggetto in comune: parlano del rapporto conflittuale tra uomo e natura, quest’ultima vista il più delle volte come vittima delle azioni negative umane. Si tratta di progetti molto colorati, anche carnevaleschi, per descrivere attraverso le forme e i colori la posizione dell’uomo nel mondo. Sono spesso tematiche tristi, riflessive, che servono a tradurre le mie emozioni in un determinato contesto artistico». De Chirico, Gauguin e tanti altri pittori di questa corrente artistica ispirano la pittura di Sveva. «Prendo ispirazione dai grandi classici sia del passato che del presente - conclude Sveva - La mia è un’arte a 365 gradi: non solo dipingo, ma scrivo molto e suono anche alcuni strumenti musicali. In futuro vorrei fare l’illustratrice da libera professionista».

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