Insulti razzisti ad una donna islamica, l'amarezza della città
Le parole dell'ex sindaco Libero Ciuffreda.
Venerdì mattina, proprio mentre i bambini entravano a scuola, in viale Matteotti a Chivasso una donna islamica è stata insultata da un uomo italiano.
Insulti razzisti ad una donna islamica
Venerdì mattina, proprio mentre i bambini entravano a scuola, in viale Matteotti a Chivasso una donna islamica è stata insultata da un uomo italiano. Mentre l'uomo urlava, è arrivato il marito della donna in sua difesa. Subito dopo un carabinieri libero dal servizio che, oltre a chiamare i soccorsi, ha diviso i due uomini.
L'italiano è stato denunciato per vilipendio. Infatti, la legge italiana prevede all'articolo 403 che "Chiunque pubblicamente offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di chi la professa, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000.
L'amarezza della città
Di fronte a questo episodio, la città si è fermata a riflettere. L'amarezza è tanta. E lo dimostrano le parole dell'ex sindaco Libero Ciuffreda:
Ho letto con grande amarezza la notizia sugli insulti razzisti rivolti alla Sig.ra Fatma, nostra concittadina alla quale rinnovo il benvenuto personale, come cristiano della Chiesa Valdese ed anche da ex Sindaco della Città di Chivasso.
Le affermazioni e gli insulti rivolti contro Fatma, innanzitutto fanno emergere con evidenza l'analfabetismo religioso del suo accusatore, oltre ai tratti distopici e contraddittori, quando afferma che Allah non esiste e subito dopo che è cattivo.
Inoltre, dimostra di non sapere che Allah significa Dio, inteso come il Dio unico, il Dio del monoteismo, sia esso cristiano, ebreo o musulmano.
Quindi avere fede in Dio, in Allah, significa credere fermamente nella forza della libertà e della laicità.
Nella Città che vogliamo e che cerchiamo di costruire, credenti e non, nessuna donna deve essere uccisa o insultata, nessun religioso le dice come deve vivere o vestirsi. Nella Città che insieme costruiamo giorno dopo giorno, ciascuno nel proprio ruolo, vecchi e bambini, donne e uomini, riempiono le nostre piazze per condividere la gioia di abitarci, ove vengono salvaguardati e difesi i diritti degli altri come se fossero i nostri.