Ponte di Sant’Anna, «Mancano 3 milioni di euro»
Il consigliere Gavazza al lavoro sul ponte. Intanto i sindaci cercano di sensibilizzare Torino.
«Mancano 3 milioni di euro per finanziare il ponte di Sant’Anna». Gianluca Gavazza, consigliere regionale, ha chiamato i sindaci di Verolengo e Crescentino nel suo ufficio perché questa è la situazione di fronte alla quale si è trovato nel momento in cui tutto l’iter burocratico era stato concluso.
Ponte di Sant’Anna, «Mancano 3 milioni di euro»
Una somma consistente che ora si augura che, nella stesura dell’assestamento di bilancio, venga individuata e messa a disposizione per questo intervento che non interessa solo i due Comuni ma bensì l’intera Piemonte.
«E’ un’opera fondamentale per il Piemonte e la sua viabilità - spiega Gavazza - Quel ponte realizzato nel 1870 da persone lungimiranti (prima veniva utilizzato per il passaggio di cavalli e buoi, oggi da camion di ultima generazione Euro 6), ora non è più sicuro e i fatti lo dimostrano. La grandezza dei nostri mezzi di trasporto, non permette più il passaggio di due veicoli in contemporanea. Dunque, o si realizza l’intervento che si aspetta da 60 anni oppure si chiuda o si preveda il senso».
Naturalmente Gavazza punta all’individuazione dei fondi tant’è che in questi giorni i sindaci della trattata Torino-Casale Monferrato sono stati chiamati a firmare una lettera con la quale si intende sottolineare alla Regione Piemonte l’importanza dell’opera.
La lettera
«Hanno già firmato il documento i sindaci Elena Piastra (Settimo), Paolo Bodoni (Brandizzo), Claudio Castello (Chivasso) e Luigi Borasio (Verolengo) e una decina di consiglieri regionali del territorio torinese - spiega Gavazza - Ha posto la sua firma anche il vicesindaco di Torino, Jacopo Suppo. La lettera è stata poi inviata anche ai sindaci del Vercellese e dell’Alessandrino.
Si tratta di una missiva che debba far comprendere quanto quest’opera sia fondamentale e quanto sia necessario individuare i fondi. Il costo dell’opera, infatti, in pochi anni è passato da 13.700.000 euro a 21.500.000 euro, questo a causa dei rincari delle materie prime. La colpa, di questa situazione, non è certamente di nessuno. Tutti hanno fatto la loro parte, dai Comuni a Città Metropolitana alla Regione. I tempi della burocrazia sono biblici e questo è il risultato. Dunque ora è necessario che a Torino si comprenda l’importanza dell’opera e io continuerò la mia battaglia affinché venga realizzato il ponte».