Lago di Candia, due persone hanno rischiato di annegare
Affissi gli avvisi di divieto di balneazione, ma puntualmente vengono rimossi.
L’area circostante la palude del lago di Candia è pericolosa, i sentieri che la attraversano sono sempre meno percorribili in sicurezza a causa del proliferare di erbacce e rovi, ma nonostante le due Ordinanze di divieto di accesso alla zona emesse dal sindaco Mario Mottino e affisse in più punti dell’area interessata, sono già due le persone vittime di incidenti in zona palude. Come è potuto accadere?
Lago di Candia, due persone hanno rischiato di annegare
L’area circostante la palude del lago di Candia è pericolosa, i sentieri che la attraversano sono sempre meno percorribili in sicurezza a causa del proliferare di erbacce e rovi, ma nonostante le due Ordinanze di divieto di accesso alla zona emesse dal sindaco Mario Mottino e affisse in più punti dell’area interessata, sono già due le persone vittime di incidenti in zona palude. Come è potuto accadere?
Per prima cosa va detto che le Ordinanze emesse sono state letteralmente rimosse per ben due volte, atto incomprensibile che ha contribuito a favorire gli incidenti.
Il caso
Il primo era accaduto il 16 settembre scorso quando, grazie all’intervento di due mezzi dei Vigili del fuoco, un fotografo scivolato nelle sabbie mobili della palude, era stato tratto in salvo, il secondo si è verificato sabato 29 ottobre, una tragedia sfiorata di cui è rimasta vittima una signora scivolata in prossimità della palude, fortunatamente tratta in salvo da alcune persone che casualmente transitavano nella zona.
«A seguito di varie pericolosità nell’area Parco/S.I.C. – spiega il sindaco Mario Mottino - per l’incolumità delle persone, sono state emesse due Ordinanze, che la Polizia locale ha affisso in molti punti delle aree in questione e al centro visite del Parco, allo stesso tempo ha anche interdetto l’accesso ad alcuni sentieri con nastro bianco/rosso.
Purtroppo, abbiamo, per i pericoli descritti nelle Ordinanze, abbiamo sfiorato delle tragedie già in due occasioni.
Un fatto gravissimo e da irresponsabili è che ignoti hanno ripetutamente tolto le Ordinanze affisse, le stesse verranno rimesse consentendo la concessione di percorrere il parco esclusivamente sulle strade bianche, ma ribadendo il divieto di addentrarsi nei sentieri della palude».
Della mancata manutenzione delle aree interessate è responsabile l’Amministrazione Comunale?
«Desidero rimarcare il fatto che i terreni in questione sono comunali – spiega Mottino - ma che l’Ente gestore del S.I.C. e del Parco naturale del lago di Candia è la Città Metropolitana di Torino, le eventuali “assicurazioni” che possono avere naturalisti, fotografi ecc… nulla hanno a che vedere che un’eventuale accusa penale nei confronti del Sindaco. Ricordo anche che la Legge è molto chiara nei confronti delle Ordinanze e di eventuali contestazioni alle medesime, chiunque abbia interessi legittimi può proporre ricorso entro 60 giorni dalla data di pubblicazione al Tar di Torino. Come sindaco sono responsabile dell’Ordine pubblico e dell’incolumità delle persone e questi principi sono prioritari e la vita delle persone e la loro incolumità viene prima di tutto, come ha ribadito anche il Prefetto di Torino, che ha voluto anche ringraziare i Sindaci dei piccoli Comuni, nel suo discorso in occasione dell’Assemblea di Anci Piemonte , tenutasi lo scorso 28 ottobre, dove ero presente e dove oltre a circa 300 sindaci vi erano i rappresentanti istituzionali di Città Metropolitana e Regione. Concludendo confermo, visto anche che di tali Ordinanze è stato informato il Prefetto di Torino, che le medesime resteranno in vigore sino a quando perdureranno le cause di pericolosità nelle aree in questione».