LIVORNO FERRARIS

Alluvione, Succu racconta il dramma

Il giovane è tra i volontari che stanno cercando di ridare un futuro a chi ha perso tutto a causa della furia dell’acqua

Alluvione, Succu racconta il dramma
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Matteo Succu è un giovane originario di Livorno Ferraris, ma che da qualche tempo abita a Ravenna. Lui il disastro dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna lo vive tutti i giorni. E’ uno di quei giovani che, infatti, è subito corso per dare il proprio aiuto.

Alluvione, Succu racconta il dramma

«Io abito in un’area che fortunatamente è rimasta asciutta, con l’acqua che si è fermata a poche centinaia di metri da casa mia, proprio dietro alla zona commerciale più colpita. - racconta Matteo - Tutto è iniziato la mattina di mercoledì 17, uscendo per lavoro (sono un commerciale itinerante), ho imboccato l’autostrada a Ravenna in direzione Bologna. Dopo pochi chilometri il mio viaggio è stato interrotto da un blocco stradale, imposto per un allagamento pochi chilometri più avanti. Dopo circa due ore di attesa e grazie ad un lavoro incessante delle forze dell’ordine e degli addetti alla viabilità, sono riuscito a passare in un lembo di strada pulito dalle idrovore, seppur ancora allagato. Abbiamo avuto l’obbligo di uscire allo svincolo successivo, quello di Lugo, in quanto era impossibile proseguire oltre. Una volta fuori dal percorso autostradale mi sono subito accorto del disastro che stava prendendo forma, ogni strada che mi riportava a Ravenna era stata chiusa per rischio esondazione o crollo ponti. Per tornare a casa avevo la necessità di oltrepassare due fiumi, il Senio e il Lamone, esondati poche ore dopo, ma pur girando mezza Romagna non sono stato in grado di trovare un varco aperto. Solo verso sera si è riusciti a transitare in autostrada per un piccolo tratto, quello che da Bagnacavallo porta verso la città. Mi stavo già rassegnando a dover passare la notte fuori…».

Una situazione agghiacciante

Il racconto di Matteo fa venire la pelle d’oca, fa comprendere il dramma che questa regione sta vivendo. Di quanto la furia dell’acqua possa cancellare tutto.

«Nei giorni seguenti la situazione è andata precipitando di ora in ora, con fiumi e canali che esondavano e rompevano argini, allagando vaste aree di campagne e centri abitati – prosegue - Il Comune di Ravenna è stato da subito molto attivo nelle comunicazioni a tutti i cittadini, diramando aggiornamenti attraverso un servizio di telefonate automatizzate a tutti i residenti sul territorio. Gli spostamenti sono stati limitati allo stretto necessario per favorire al massimo le operazioni di soccorso, le scuole di ogni ordine e grado sono state chiuse, riprendendo le attività solo durante la settimana appena trascorsa. Io fortunatamente ho potuto lavorare da casa in smart working, ma il pensiero era ovviamente rivolto a quanto ci stava succedendo intorno. La mia città, essendo più vicina al mare a differenza delle altre colpite, è stata l’ultima a ricevere l’onda di acqua e, ad oggi, è ancora presente in alcune aree della città. Ho passato gli ultimi due weekend a dare una mano, per quanto possibile, ad amici e conoscenti. Ci sono persone che hanno veramente perso tutto, la solidarietà che si è messa in moto è veramente commovente, al pari della devastazione che ricopre le zone alluvionate. Il lavoro da fare è ancora tanto, ma in questi giorni già molto è stato fatto, anche grazie al grande aiuto arrivato da lontano, come ad esempio la Protezione civile slovena, i vigili del fuoco arrivati da ogni parte d’Italia e i tanti gruppi di volontari».
Matteo, infatti, nel fine settimana, quando non deve lavorare, indossa guanti e stivali e corre in aiuto a chi, ancora oggi, è invaso dal fango, dall’acqua. Da chi ha perso tutto ma, con grande coraggio e forza, sta lottando.

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