una triste situazione

A Chivasso crescono i nuovi poveri

Sempre più famiglie bussano alla porta delle associazioni di volontariato e del Comune: più spese e meno lavoro

A Chivasso crescono i nuovi poveri
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Sempre più famiglie bussano alla porta delle associazioni di volontariato e del Comune di Chivasso: più spese e meno lavoro.

A Chivasso crescono i nuovi poveri

La quarta edizione della Scatolata Benefica della Caritas, che si svolta con grande successo nel weekend appena trascorso, è l'occasione per riaccendere i riflettori sulla povertà che tocca con importanza numerose famiglie della città di Chivasso.
I fondi raccolti nello scorso weekend, che ha visto esposti nella chiesa dei Santi Giovanni e Marta oltre quattrocento pacchi messi insieme grazie alla generosità di tanti commercianti, andranno a finanziare le attività della Caritas che ad oggi segue circa centotrenta famiglie.

La Caritas illustra la situazione

«I nuclei famigliari assistiti crescono rapidamente - hanno spiegato i volontari della Caritas parrocchiale - richiedono aiuto sia le famiglie italiane che quelle straniere, sia le singole persone, anziani o giovani senza lavoro, che nuclei con bambini al seguito. L'aumento delle richieste lo vediamo non solo verso le necessità alimentari, ma anche in riferimento al pagamento delle utenze le cui tariffe impongono sacrifici sempre maggiori a famiglie già in grossa difficoltà. Da qualche tempo, poi, abbiamo registrato un aumento di richieste di aiuto anche per pagare gli affitti e le visite mediche: complici i tempi di attesa lunghissimi della sanità pubblica molti sono costretti a rivolgersi al privato senza di fatto poterselo permettere».

La parola passa al  Comitato Femminile della Croce Rossa di Chivasso

La stessa situazione è stata fotografata dal Comitato Femminile della Croce Rossa di Chivasso che proprio lunedì scorso, come il primo lunedì di tutti mesi, ha distribuito i pacchi alimentari.
«Ogni mese - ha commentato Rosemma Bagnasacco, a capo del Comitato - distribuiamo circa centoventi pacchi a famiglie italiane e straniere, spesso in grossa difficoltà anche di espressione dal momento che non comprendono né parlano l’italiano. Da prima dell'estate abbiamo constatato, ogni mese, l'ingresso di quattro o cinque famiglie in più tra i richiedenti aiuto, spesso con un elevato numero di figli al seguito cui badare: la CRI c'è per tutti ma di certo quello che stiamo vivendo, per le famiglie già provate economicamente, è un periodo difficile».
«Il problema grosso di questo periodo è il lavoro - ha continuato Ermanna Gillia, a capo del Centro di Aiuto alla Vita che ogni giorno si misura con le difficoltà delle famiglie con bambini piccoli - gli adulti che aiutiamo vorrebbero lavorare ma non si trova nulla al di fuori di contratti a breve termine o lavori in nero: l'inizio della scuola, le utenze aumentate e il prezzo ormai fuori controllo dei prodotti in vendita per la prima infanzia fanno il resto. Nel solo 2023 abbiamo registrato venti nuovi ingressi, con un totale di sessantacinque famiglie assistite, circa 240 persone a cui ogni mese doniamo prodotti per i bambini tra i quali cerchiamo di non far mancare latte, olio, biscotti e pappe. Grande lavoro è poi quello fatto per curare la socialità dei nostri assistiti: spesso si tratta di mamme sole che non sono povere solo dal punto di vista materiale ma anche relazionale. Come associazione viviamo grazie alla solidarietà del pubblico sensibile al tema pertanto sono ben accette donazioni di materiale dedicato ai bambini, dai passeggini ai lettini fino ai vestiti e agli alimenti».

L'intervento dell'assessore Siragusa

Sul tema è intervenuto anche l’assessore al welfare Tiziana Siragusa: «Avevo espresso grande preoccupazione, prima dell’estate, immaginando un autunno molto più caldo e molto più difficile, soprattutto a causa della sospensione del Reddito di Cittadinanza, per quelle famiglie che già abitualmente vivono un disagio economico. CISS, Centro per l’impiego e Uffici comunali ci danno il riscontro di una situazione che al momento, e sottolineo al momento, è sotto controllo. Tutti gli Enti sono pronti e preparati, però, a sostenere l’eventuale emergenza che dovesse verificarsi. Anche se l’aumento indiscriminato del prezzo dei generi alimentari e di prima necessità, e dei carburanti, nel caso in cui non si possano calmierare, potrebbe far presagire, soprattutto nel periodo invernale, una situazione di crisi. Credo che questo attimo di “acque calme” sia determinato in parte dalla rete che la Città ha messo e mette in campo. E quando parlo di rete mi riferisco all’Amministrazione guidata del sindaco Clauio Castello, che monitora i casi che presentano maggiori fragilità intervenendo sempre laddove vi sia da seguire un’emergenza. Proprio in questi giorni è stata, per l’appunto, approvata una delibera per il contributo al riscaldamento che arriva quasi a toccare i 165 mila euro. Mi riferisco anche al Consorzio Intercomunale dei Servizi Sociali, l’Ente preposto agli aiuti economici che lavora di pari passo con il Centro per l’Impiego, in particolare sul passaggio dal Reddito di Cittadinanza. Di questa rete fanno parte – e il loro contributo è determinante – le associazioni di volontariato e le nostre Parrocchie, il Banco Alimentare che, con costanza, seguono tutti quei nuclei familiari che da anni si trovano in difficoltà. Né potrei dimenticare in questo elenco i Sindacati per il loro lavoro di informazione e anche aiuto, e tutta la cittadinanza per il supporto costante e prezioso. Se il contributo al riscaldamento è un dato di fatto, altrettanto non è il sostegno all’affitto che quest’anno, almeno a questo momento, non è stato finanziato, come avveniva negli anni passati, dallo Stato attraverso le Regioni. Un peccato perché il sostegno alle locazioni chiudeva il cerchio degli aiuti alle famiglie in difficoltà. La speranza è che il Governo centrale ripensi a questo provvedimento rifinanziando la legge in oggetto».

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