Consulente prosciuga i conti dei Vip con spese bancarie da capogiro
Trema la Chivasso bene: al vaglio decine di operazioni. C’è chi ha pagato migliaia di euro
Consulente prosciuga i conti dei Vip con spese bancarie da capogiro. Investimenti, disinvestimenti, commissioni. Sono queste le tre parole che da alcuni mesi fanno tremare le famiglie della «Chivasso bene» che avevano affidato i propri risparmi ad un noto intermediatore bancario da sempre residente in città.
Consulente prosciuga i conti dei Vip con spese bancarie da capogiro
Una storia complessa e difficile da raccontare, anche perché chi ha perso migliaia (se non centinaia di migliaia) di euro non ha certo voglia di sfogarsi con i giornali. Almeno non in questa fase, quando l’unico obiettivo è quello di recuperare il proprio denaro (cosa che in parte sarebbe già avvenuta).
Poi, si vedrà.
Una storia complessa
E così, per ricostruire quanto avvenuto "all’ombra della Torre Ottagonale" (nota: modo di dire che da sempre identifica l'intera città di Chivasso e non solo la zona immediatamente vicina ai resti del castello dei Marchesi Paleologi), occorre seguire il filo delle parole dette e non dette, ricostruendo quel puzzle che a piccoli pezzi ha tolto il sonno a chi pensava di non correre rischi, o comunque di saper valutare come investire correttamente il proprio denaro, frutto di una vita di lavoro o legato a operazioni immobiliari.
Operazioni bancarie
Questa volta, però, l’intermediatore non avrebbe promesso tassi d’interesse da capogiro mettendo in piedi il classico «schema Ponzi» (modello economico di vendita che promette forti guadagni ai primi investitori a discapito dei successivi), a loro volta vittime della truffa, ma avrebbe giocato su «investimenti» e «disinvestimenti» guadagnando così sulle «commissioni».
Non una o due operazioni al mese, ma una novantina, e chiunque sia pratico di banche può immagine a quanti zeri sia salito il conto finale. Ed è su questa cifra che l’intermediatore avrebbe guadagnato, in modo del tutto lecito, una percentuale.
Molti dubbi
Sul «come» sia riuscito a concludere tutte quelle operazioni vi sono ancora numerosi dubbi, anche se non è escluso che alcune firme possano essere state messe all’insaputa del cliente. Poco probabile un «ampio mandato» che avrebbe permesso al consulente di agire in prima persona, anche se le 90 operazioni al mese appaiono comunque poco giustificabili.
Le prime voci hanno iniziato a rincorrersi in via Torino nel mese di luglio, per diventare man mano sempre più insistenti e ricche di particolari.
Tutti sanno, almeno nell’ambiente delle banche d’investimento, e tutti aspettano di vedere le mosse dell’intermediatore (che negli ultimi tempi ha scelto un basso profilo) e dei suoi clienti, come detto imprenditori e professionisti tra i più influenti della città.