CHIVASSO

Tombe storiche, la città dimentica i sui figli più noti

Da Cosola a Mazzucchelli, la memoria è scivolata nell’oblio

Tombe storiche, la città dimentica i sui figli più noti
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Sono passati quattro anni dal nostro primo servizio sul degrado delle «tombe storiche» presenti nel cimitero di via Favorita, e purtroppo dobbiamo registrare che la situazione (dopo un lieve, lievissimo miglioramento registrato nel 2021) è tornata ai livelli iniziali. Ovvero, il degrado.

Tombe storiche, la città dimentica i sui figli più noti

Nonostante eventi e convegni ricordino i «figli illustri» della città, l’amministrazione guidata dal sindaco Claudio Castello non è ancora riuscita a trovare una soluzione per dare decoro a quei sepolcri (comunque nell’ordine della dozzina), anche solo chiedendo di occuparsene alla ditta che ha in appalto la manutenzione dei cimiteri o inviando, si parla di due o tre ore di lavoro, il personale tecnico di Palazzo Santa Chiara.

Le erbacce hanno ormai nuovamente invaso le tombe della famiglia del pittore Demetrio Cosola e dei Gancia (recentemente ricordati nell’ambito della festa dei nocciolini), così come sta cadendo a pezzi la croce di marmo nero della famiglia di Ernesto Nazzaro, considerato il «papà» dei dolci tipici di Chivasso.

E ancora, erba e muschio sulla pietra della sepoltura della famiglia di Enrico Mazzucchelli, mentre l’umidità ha provocato il distacco di grossi pezzi di intonaco nel famedio. E almeno qui, l’amministrazione non dovrebbe nemmeno farsi lo scrupolo di intervenire su «proprietà privata».

Completamente avvolta dalla vegetazione, poi, la lapide che ricorda don Giacomo Lancina, scomparso nel 1878, che per 48 anni resse la parrocchia di Chivasso designando poi erede l’asilo infantile.

Erbe infestanti (e animali selvatici) infine, nel campo in cui pochi mesi fa sono state completate le esumazioni.

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