Tagli ai fondi del PNRR, Valle: «Rischio enorme»
Il piano Fitto - Meloni prevede una riduzione di 15,9 miliardi di euro
Il piano Fitto-Meloni di rinegoziazione del PNRR prevede di definanziare dal PNRR, totalmente o parzialmente, misure per un ammontare complessivo di 15,9 miliardi di euro.
Tagli ai fondi del PNRR
Misure che, secondo le intenzioni, si salveranno solo se si troveranno altre forme di finanziamento.
In particolare, si andrebbero a «tagliare»: 6 miliardi di interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni; 3 miliardi e 300 milioni di investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale; 1 miliardo e 287 milioni euro destinati alle misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrologico.
Il Piemonte risulta essere tra le Regioni più penalizzate, con oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro di definanziamenti.
A causa della rinegoziazione dei fondi del PNRR che sta portando avanti il governo Meloni, sono 46 i progetti a rischio nei Comuni di Chivasso, San Mauro, Settimo Torinese, Rondissone e Volpiano per un importo di 44 milioni di euro.
Valle: «Rischio enorme»
«Il ministro Fitto - commenta il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle - incontrando i Sindaci delle Città metropolitane ha promesso che i Piani urbani integrati non verranno definanziati, ma ora occorre chiarire quali progetti di salvano e che futuro si prospetta per tutti gli altri. Non possiamo correre il rischio che vengano sacrificati progetti importanti che i nostri Comuni contavano di realizzare con i fondi PNRR e che in molti casi sono già in stato avanzato di realizzazione. L’elenco dei progetti a rischio a Chivasso, San Mauro, Settimo Torinese, Rondissone e Volpiano riguarda interventi importanti come quelli sul patrimonio culturale, le scuole, la prevenzione del dissesto idrogeologico, la riqualificazione energetica e la rigenerazione urbana. Il Presidente Cirio dovrebbe pretendere chiarezza, invece è silente e non ha speso una parola a difesa dei nostri Comuni virtuosi. Perché far saltare anche progetti che non sono in ritardo sui tempi di realizzazione? Un’amministrazione corretta dovrebbe togliere i fondi a chi è in ritardo, non ai Comuni virtuosi piemontesi. È inspiegabile che si vogliano penalizzare i nostri Comuni facendoli passare da una situazione di certezza, quella del Pnrr, ad una situazione di incertezza sulle coperture dei progetti cambiando la fonte di finanziamento. E la proposta di utilizzare i fondi di Coesione europei per tappare il buco non ci convince: intanto, perché l’80% sono destinati al Sud e per il Nord Italia non c’è capienza; inoltre se si utilizzano altri fondi europei per pagare i progetti del PNRR, non resterà più nulla da impiegare per le altre progettualità. Mentre il caro-inflazione sta mettendo in forse la realizzazione di tante case ed ospedali di comunità, ecco che nuove criticità stanno per esplodere sui vari territori. La Regione Piemonte non può osservare passivamente tutto ciò e limitarsi a prendere per buone le rassicurazioni di Fitto».
Il presidente dell’ANCI Antonio Decaro ha commentato così questa eventualità: «Della proposta di definanziamento da parte del governo non si capisce la ragione. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità».
Anche il presidente dell’ANCI Piemonte Andrea Corsaro ha definito la prospettiva della rimodulazione come «Molto rischiosa, sia per la tenuta dei nostri conti sia per le responsabilità che potrebbero riguardare gli amministratori locali ed i dirigenti», ricordando che i Comuni piemontesi hanno bandito più di 55mila gare e in alcuni casi progetti sono già conclusi.
GLI INTERVENTI A RISCHIO
Chivasso: recupero e valorizzazione ex teatro Cinecittà in piazza del Popolo - 3 milioni 300 mila euro; interventi sulle sponde del torrente Orco - 800 mila euro; manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di ponti e cavalvavia - 210 mila euro.
San Mauro: efficientamento energetico e ristrutturazione edilizia delle scuole comunali - 3 milioni 900 mila euro; ristrutturazione del complesso abbaziale «Pulcherada» - 700 mila euro; interventi di protezione idrogeologica - 899 mila 500; efficentamento energetico edifici scolastici e comunali - 270 mila euro.
Settimo Torinese: realizzazione nuovo complesso scolastico Civic Center - 12 milioni 382 mila 169 euro; restauro Pieve San Pietro e riqualificazione parco urbano - 2 milioni 985 mila euro; ampliamento Parco Berlinguer - un milione 490 mila euro; interventi sul rio Freidano - un milione 200 mila euro.
Rondissone: manutenzione straordinaria, messa in sicurezza e riqualificazione energetica scuole - 150 mila euro; progettazione definitiva ed esecutiva e riqualificazione energetica dell’edificio scolastico di via Battisti - 83 mila euro.
Volpiano: ristrutturazione ex edificio scolastico di via Carlo Botta - un milione 500 mila euro; realizzazione manto in erba sintetica presso il campo rugby di via San Grato - 800 mila euro.