Letteratura, arte e storia locale erano la sua vita: l’addio al maestro
Pier Luigi Bobba è improvvisamente mancato lasciando un grande vuoto nel Gruppo Ragazzi
Pier Luigi Bobba era fiero delle sue origini. Dopo aver frequentato gli studi magistrali nel Collegio di Vercelli, si era subito dedicato all’insegnamento. Prima in alcune scuola del Biellese e a Chivasso, poi nella sua Sant’Antonino.
L'addio al maestro
Il Maestro, così veniva chiamato da tutti in paese, soprattutto a Sant’Antonino, realtà nella quale è nato e cresciuto. Il legame tra lui e la frazione nella quale viveva, in quella casa che si affacciava proprio sul cuore pulsante di Sant’Antonino, cioè la piazza e la chiesa, era più che mai vivo. Pier Luigi Bobba era fiero delle sue origini. Dopo aver frequentato gli studi magistrali nel Collegio di Vercelli, si era subito dedicato all’insegnamento. Prima in alcune scuola del Biellese e a Chivasso, poi nella sua Sant’Antonino. Alla «Collodi» ha insegnato per venticinque anni, cioè sino all’età della pensione. Era il 1998 quando si è ritirato dall’attività lavorativa ma lui nel mondo della scuola ha lasciato il segno. Un docente all’avanguardia che ha sempre partecipato a corsi di didattica e di aggiornamento, che ha proposto un modo di insegnare innovativo per l’epoca. Insomma, era nato per insegnare ai bambini. E questi lo adoravano e, ancora oggi, in molti si ricordano le sue lezioni, il suo modo di spiegare in maniera semplice e diretta anche cose che per un bimbo di scuola primaria potevano essere complesse, difficili. Ma lui amava moltissimo trasmettere il suo sapere al prossimo, che riusciva a coinvolgere tutti i suoi studenti.
Una vita per i giovani
Una vita per i giovani. Tant’è che dopo la pensione, con la nascita dell’associazione Gruppo Ragazzi Sant’Antonino lui li ha seguiti nelle tante iniziative culturali e anche nei progetti. Come ricorda il presidente del sodalizio Daniele Drusian, infatti, «con l’associazione aveva portato avanti moltissimi progetti tra cui quello delle edicole di Sant’Antonino. Su queste aveva svolto una studio approfondito che ha poi portato al loro restauro. Al Maestro si deve anche la riscoperta del brano «Odesti Videsti». Quel canto popolare lo ha riscoperto ascoltando l’ultima persona che ancora lo conosceva. Lo ha studiato, registrato e lo ha orchestrato con la Banda. E proprio quel brano, in occasione del suo ultimo saluto, lo ha suonato la Banda di Sant’Antonino».Ma come dimenticare il Maestro nelle tante manifestazioni promosse dal quel gruppo di giovani che lui portava nel cuore. Sempre presente, dalle presentazioni dei libri al concorso letterario, per tre volte era stato uno dei membri della giuria.
Amava la lettura, aveva una grandissima e unica biblioteca personale. Era un grande conoscitore dell’arte e poi ha dedicato tantissimo del suo tempo alla storia locale.
Le parole del Gruppo Ragazzi
«Ciao Pier, mi hanno chiesto di fare un discorso oggi, forse è il primo per cui non trovo le parole. Così lo abbiamo scritto tutti insieme, tutto il Gruppo Ragazzi. - ha detto Drusian durante la celebrazione funebre sabato mattina - Tante volte facevi ironia pensando a questo momento, ma ora che è arrivato le risate si sono tramutate in pianti e le parole si sono ammutolite. Potremmo raccontare tanti momenti felici condivisi con te, potremmo raccontare delle tue passioni, dei sogni che ancora avevi, ma in questo momento ci diventa difficile trovare le parole, la tua biografia la faremo con calma… Sarà impossibile dimenticare i tanti momenti passati insieme, le serate a casa tua a studiare i dipinti del corridoio dell’asilo, le discussioni su quanti libri dovesse custodire la nostra biblioteca, le tue lezioni sulle edicole e sull’arte, la tua passione verso la ricerca storica che condividevi con noi, le morali che ci impartivi perché gli eventi sono sempre uguali anno dopo anno e tu volevi la novità.
Ci volevi bene, e lo hai dimostrato. Credevi in noi e nella nostra associazione. Anche negli ultimi mesi in cui eri lontano quando ci sentivano mi chiedevi sempre “cosa è successo in paese?” e volevi che ti raccontassi delle feste e della gente che passava da noi. La biblioteca è stata un luogo di riferimento per te e tu sei stato un riferimento per la biblioteca nonché il più grande frequentatore e per questo ti ringraziamo. Anche ultimamente quando non stavi bene non mancavi mai di venire in biblioteca, sempre puntuale alle 16.
Ti ringraziamo per averci seguito in questi anni, per averci dato consigli, per aver corretto i nostri errori grammaticali, per averci aiutato a costruire la nostra associazione.
Anche la banda ti saluta Pier e lo fa a modo suo, senza l’uso di parole ma con un linguaggio universale: la musica. Per tutti eri il Maestro, un soprannome che non ha bisogno di alcun chiarimento. Il maestro ora è andato ad insegnare ad altri, nel cielo tra morbide nuvole bianche, cherubini e alte schiere di angeli.
Ti vogliamo salutare così, con questo verso dell’Odesti Videsti, canzone per la quale tanto hai lavorato riportandola alla memoria: pace alla sua bell’anima.
Da lassù ogni tanto guarda in basso, verso Sant’Antonino. Ciao Pier, ciao Maestro».