«Aprite subito il cavalcavia»
Doria: «La città divisa in due dal passaggio di un treno sulla Chivasso-Asti è uno spunto di riflessione»
«Aprite subito il cavalcavia». Il capogruppo di opposizione di Chivasso Matteo Doria interviene sul tema.
«Aprite subito il cavalcavia»
La premessa, doverosa e necessaria in quanto sulle chat degli «hooligans» del treno il tema sembra essere quello, è che di «politico», in questa storia, non c’è nulla. Non ci sono favorevoli o contrari alla riapertura della linea ferroviaria Chivasso - Asti (turistica o passeggeri che sia) così come non c’è nessuna invidia verso chi, per festeggiare il suo 50esimo compleanno, mercoledì 13 ha noleggiato un treno fatto correre tra Torino e Montiglio - Murisengo. Si fosse comprato una moto, o una spider, avrebbe speso di più.
Questa è la cronaca, molto più banale, di una città di 27 mila abitanti che nell’ora di punta è rimasta tagliata in due per il mancato funzionamento di un passaggio a livello (che per i treni storici deve essere azionato a mano) con code chilometriche in cui sono rimasti bloccati anche mezzi di soccorso.
L'intervento di Doria
«Quanto avvenuto - dichiara il consigliere Matteo Doria, di Amo Chivasso e le sue Frazioni - apre più e più spunti di riflessione.
In primo luogo non è più tollerabile che il cavalcavia di corso Galileo Ferraris, pronto da mesi, e che potrebbe (per chi non deve entrare in centro) alleggerire il traffico su via Regis, continui a rimanere chiuso. Precisiamolo: non serve per chi deve andare verso il centro storico ma per chi deve uscire dalla città in direzione nord ovest. Altrimenti, si finirebbe sul cavalcavia dell’ospedale intasandolo ulteriormente.
Sarebbe stato tutto un altro discorso se il sindaco Claudio Castello e il suo predecessore Libero Ciuffreda (con Castello assessore ai lavori pubblici) non avessero chiesto a RFI di non realizzare né quello, né quello di via Mazzé.
In seconda battuta, si sta parlando molto della riapertura della Chivasso Asti, ma quanto successo mercoledì non può non farci pensare della eventuale rientrata in funzione dei passaggi a livello. Capiamoci: i collegamenti con la collina devono essere assolutamente potenziati, ma dobbiamo interrogarci se il treno sia oggi come oggi il mezzo migliore mettendo sulla bilancia costi, benefici e il disagio legato ai passaggi a livello che da Chivasso a Brozolo sono decine.
Immaginate voi i passaggi a livello di corso Galileo Ferraris e Viale Vigili del Fuoco chiusi in orario di punta, e senza nemmeno la bretella che a rigor di logica (in condizioni normali però, senza treni, nel caso di disagi sarebbero ancor maggiori per colpa del traffico deviato a nord e poi in rientro su va Regis) dovrebbe collegare (lato Castelrosso) le due direttrici.
Forse sarebbe meglio pensare a un miglior trasporto su gomma.
Tornando al cavalcaferrovia, non è affatto vero che la sua apertura sia legata alla chiusura di via Mazzè: la convenzione firmata tra Comune ed RFI, una volta abbandonato il progetto del sottopasso, prevede ben altro. La sequenza è questa: apertura del cavalcaferrovia, inizio dei lavori per la passerella ciclopedonale di via Mazzè (di cui non c’è traccia) e chiusura del passaggio a livello.
Castello deve prendere una decisione: ammettere il suo errore, aver privato i chivassesi dei sottopassi, e pretendere che RFI apra il cavalcavia senza cedere a nessuna altra richiesta non prevista in convenzione
La triste conclusione è che trovandosi con questi personaggi alla guida, Chivasso abbia perso il treno. Abbiamo perso i sottopassi e ci troveremo con una viabilità più complicata. Che peccato».