Ospedale e «sanità», situazione drammatica nel silenzio dei sindaci
Senza sconti il grido d’allarme di Barillà e Bodoni
Che la situazione dell’ospedale di Chivasso sia drammatica, e a un passo dal collasso, è lampante.
Situazione drammatica nel silenzio dei sindaci
Nonostante i vertici dell’Asl To4 cerchino inutilmente di gettare acqua sul fuoco. Come se non fossero un problema le centinaia di pazienti lasciati per giorni e giorni nelle barelle in qualche corridoio.
A lanciare con forza e la giusta dose di rammarico un grido d’allarme sono i medici di base Antonio Barillà, segretario del Sindacato Medici Italiani e presidente del Ciss, e Paolo Bodoni nel triplice ruolo di medico di base, referente locale dello SMI e sindaco di Brandizzo.
L'intervento di Barillà
Le parole di Barillà non necessitano di commenti: «La situazione dell’ospedale di Chivasso è drammatica. Sono state ridotte le sedute in sala operatoria di chirurgia ortopedia». Barillà non digerisce il fatto che i sindaci del territorio, che per altro sono anche i responsabili della salute pubblica dei cittadini, non facciano una levata di scudi corale. La cronica mancanza di posti letto a Chivasso la trova davvero assurda: «Abbiamo l’ospedale vecchio che è vuoto, bastava ristrutturare ogni anno una stanza e oggi avremo 30 posti letto in più. E invece ci troviamo ad esempio con la chirurgia che non può utilizzare metà reparto perché riempita da altri degenti. Guarda caso adesso - cioè sotto elezioni regionali - si annuncia l’inizio dei lavori nell’ala storica. Ma ormai si è decisamente in ritardo».
Con tanta amarezza conclude: «E’ mai possibile che gli anziani, che hanno pure dovuto vivere una guerra, ora rischino di finire la loro vita su una barella? Senza dignità. E’ una cosa indegna. Mi stupisco, non mi stufo di ripeterlo, del silenzio assordante da parte di molti sindaci. Quanto alla direzione dell’Asl sembra ignorare il problema. Come se non esistesse».
E ovviamente il suo giudizio sull’operato dei vertici aziendali non può che essere negativo, proprio per il loro continuare a far finta di niente. E dire che già a gennaio, durante un incontro con il direttore generale, Barillà aveva chiesto se l’Asl si fosse attrezzata in vista del periodo invernale, quando influenza e Covid avrebbero messo ko tantissime persone soprattutto gli anziani. E visto quello che sta capitando non è difficile dedurre che si è fatto ben poco.
Il sindaco e medico Bodoni
Alle parole di Barillà fanno eco quelle di Bodoni: «Come medico poso dirvi che siamo messi malissimo, sopratutto per quanto riguarda le cure domiciliari, un’assenza che giocoforza si riversa sulla carenza di posti letto. Non c’è personale, non ci sono mezzi. Per quanto riguarda i nostri anziani o i pazienti oncologici a fine vita se non è il medico curante che si fa in quattro è molto difficile trovare soluzioni dignitose. Lo trovo inaccettabile. E’ assurdo che i malati debbano aspettare tantissimi giorni in pronto soccorso, prima di venire ricoverati». Apre una parentesi sull’ospedale di Settimo. Una situazione nebulosa: «Non si capisce bene se funzioni ancora come bacino di riserva. Una cosa è certa se quei posti letto non ci saranno più l’ospedale di Chivasso è destinato a crollare».
«Come sindaco - prosegue - sono basito. Non sento protestare nessuno, come se bastasse chiudere gli occhi per non accorgersi di quanto sta accadendo. Più volte mi sono proposto di organizzare riunioni con gli altri colleghi sindaci per parlare della sanità ma...».
Un quadro davvero preoccupante, per usare un eufemismo, quello che emerge. Ma un quadro perfettamente reale, anche se per i vertici dell’Asl To4 nessun problema. E’ facile far apparire tutto rose e fiori quando si blinda ogni cosa. Le informazione alla To4 sono solo sterili e inutili comunicati che quasi mai rispondono alle domande che vengono fatte.
Il sindacato medici italiani
Proprio in questi giorni la Segreteria Regionale Piemonte a firma di GianMassimo Gioria Responsabile Nazionale SMI area convenzionata e Antonio Barillà, Segretario regionale SMI - Piemonte, ha diffuso una dettagliata nota in cui numeri alla mano denuncia la fine del glorioso Servizio Sanitario Nazionale, un paradosso tutto Italiano
Si parla di come ogni anno, puntualmente, nel periodo Novembre/Marzo, si pone il problema dell’affollamento dei DEA.. «Ogni volta sembra una novità, ma in effetti non lo è... Tutti guardano al momento, ma non alle cause di questo disastro sanitario pre-annunciato.
Le Regioni e le ASL conoscono bene l’annoso problema, ma, anziché agire per tempo, preparando un serio piano per la gestione dell’emergenza influenzale e parainfluenzale (dovrebbe essere fatto a settembre/ottobre) che preveda l’aumento dei posti letto, del personale, dei medici di continuità assistenziale, ecc.., ignorano ciò o, per meglio dire, fanno finta di occuparsene, cercando in extremis rimedi tanto frettolosi quanto inefficaci»...
Il sindacato cerca di individuare le cause più profonde che si potrebbero riassumere con la seguente espressione: «La popolazione invecchia e si riduce l'assistenza ospedaliera in termini di posti letto e non solo”. Nel 1980, gli over 65 erano il 13,1% della popolazione e gli over 80 soltanto il 2,1%; tali percentuali sono aumentate, raggiungendo nel 2002 e nel 2020 rispettivamente il 16% ed 21% degli over 65. Oggi tale percentuale è il 24%, di cui il 7,6% sono over 80; in Italia ci sono circa 14 milioni di over 65».