In Consiglio Regionale arrivano le maschere del Chivassese
Un momento istituzionale molto importante per le tre Pro Loco locali
In Consiglio Regionale arrivano le maschere di Chivasso, Rondissone e Castelrosso. Ad accoglierle il consigliere del territorio, Gianluca Gavazza: “Simbolo di tradizione e orgoglio per il nostro territorio”.
In Consiglio Regionale arrivano le maschere del Chivassese
Ieri, martedì 13 febbraio sono arrivate a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte, le maschere carnevalesche dei Comuni di Chivasso, Rondissone e Castelrosso, frazione di Chivasso, vale a dire rispettivamente Abbà e Bela Tolera, Cavulera e Mulinè e Conte e Contessa di Castelrosso.
Ad accoglierli il consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte Gianluca Gavazza:
È per me motivo di grande onore e felicità accogliere nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale le maschere storiche di questi Comuni. Il Carnevale è da sempre un’occasione per i nostri territori di richiamare i cittadini alle manifestazioni che vengono organizzate per fare festa prima della Quaresima. Personalmente mi è sempre piaciuto presenziare a queste sfilate, e infatti quest’anno sono già andato al Carnevale di Castelrosso, e oggi ho avuto l’onore di ricevere il Conte e la Contessa, maschere istituite nel 1977, anche se la storia della Contea di Castelrosso è antichissima. Oltre a loro, ho ricevuto anche Cavulera e Muliné, maschere di Rondissone che riprendono i mestieri della coltrice di cavoli e del governatore del mulino, e Abbà e Bela Tolera, tipici di Chivasso. Per il valore e la tradizione di cui queste maschere sono simbolo è motivo di orgoglio consegnare a ciascuno di loro una bandiera della nostra Regione, che tra l’altro in quest’anno compie 600 anni.
La storia del Carnevale
Le origini del carnevale di Castelrosso, come in molti paesi, si perdono nella notte dei tempi, ma è dalla metà degli anni ’60 che inizia prendere forma. Nel 1977, infatti, vengono istituite le maschere del Conte, della Contessa e della Corte, formata da dame, cavalieri e paggetti: vestono abiti di foggia settecentesca, in linea con i panni indossati dai nobili all’epoca della nascita della Contea. Nel 2011 nasce l’ordine delle “Contesse a corte”, l’anno successivo quello dei “Conti a corte”, composto da chi negli anni ha rivestito questi ruoli e nei quali entrano di diritto coloro che anno dopo anno veste i panni delle maschere del paese: Castelrosso ha un forte senso della comunità, ed anche questo è un modo per affermarlo, sempre nell’ottica di divertirsi e far divertire, senza mai esagerare nel prendersi “troppo sul serio”.
Il Carnevale a Chivasso vanta origini antiche: nel Quattrocento un gruppo di buontemponi eleggeva, a capo della propria "Società degli Stolti", l'Abbà che provvedeva ad istituire tasse e balzelli curiosi. Argomentazioni religiose indussero gli affiliati a cambiare costume e a assumere come patrono San Sebastiano: l'Abbà divenne allora titolare di privilegi nei giorni di Carnevale e fino al 1878 mantenne queste prerogative per poi scomparire come figura.
Il 1905 vede la nascita del Personaggio femminile del Carnevale, la Bela Tolera, fanciulla in grado di incarnare le caratteristiche della Città di allora, centro mercatale di rilevante importanza. L'appellativo traeva le proprie origini da una leggenda legata al campanile, nei tempi antichi rivestito di latta, o forse dallo spirito, fortemente commerciale, dei chivassesi d'inizio secolo. Superati i tragici anni della Guerra, il Carnevale riprese e le figure di Abbà e Bela Tolera divennero complementari, le feste e le iniziative si moltiplicarono fino a giungere al 1951 quando, a causa di una nevicata imprevedibile, la sfilata dei Carri allegorici venne rinviata alla prima domenica di Quaresima: nacque così, in modo del tutto casuale, il Carnevalone, manifestazione che diverrà, con il passare degli anni, il principale appuntamento chivassese.
La figura della Cavulera risale a tempi lontani, legati a doppio filo al mondo agricolo. Si racconta che nei terreni intorno Rondissone ci fossero molte coltivazioni di cavoli verza, tanto da identificare il paese con l’ortaggio. La Cavulera è dunque la coltivatrice di cavoli, e addirittura in origine il costume consisteva in un semplice vestito col grembiule a forma di cavolo, con il verde e l’oro come colori principali a simboleggiare la verdura e il sole. Il Mulinè era invece il proprietario dell’antico mulino presente sul territorio, fondamentale per la macinazione dei cereali e la produzione della farina. Egli era un personaggio molto conosciuto e rispettabile, perciò la maschera ha un abbigliamento più elegante e completo rispetto alla controparte femminile. Oltre al verde e all’oro, il Mulinè ha come colore rappresentativo il bianco, a simboleggiare la farina.