L’ultimo saluto al giornalista Gianni Brusasca, un uomo di cultura e di grandi doti umane
La notizia della sua morte si è diffusa in Collina e a Chivasso dove era molto conosciuto e stimato
L’ultimo saluto al giornalista Gianni Brusasca, un uomo di cultura e di grandi doti umane. La notizia della sua morte si è diffusa in Collina e a Chivasso dove era molto conosciuto e stimato.
L’ultimo saluto al giornalista Gianni Brusasca
La notizia della scomparsa di Gianni Brusasca ha portato profonda tristezza a Chivasso e in Collina dove lui era molto conosciuto e stimato. Avrebbe compiuto 78 anni l’8 maggio.
Originario di Chivasso, città a cui è rimasto sempre molto legato e che ha amato profondamente, era un vero e proprio motivo d’orgoglio per il territorio. Amante della cultura e della vita aveva ricoperto la carica di assessore comunale a San Sebastiano da Po. Di professione giornalista, era stato caporedattore del «Corriere dei Piccoli» ed aveva lavorato in testate nazionali tra cui «Il Mondo» e «Novella 2000».
Il ricordo di Paola Cunetta
«Sono rattristata nell’aver appreso oggi pomeriggio la scomparsa dell’amico Gianni Brusasca, ex assessore comunale dal 2004 al 2009, durante il mio mandato da sindaco a San Sebastiano da Po. - afferma Paola Cunetta con parole di profonda stima e amicizia, ma anche molto rattristata - Aveva già sperimentato dal 1985 al 1990 una medesima esperienza. Originario di Chivasso, legato alla sua famiglia molto conosciuta per il mulino in via P di cui il padre era titolare.
A Milano ha lavorato come giornalista per una delle prime riviste a tutela, salute e cura degli animali.
Si trasferì a San Sebastiano da Po, perché amava la campagna e la tranquillità dei paesaggi suggestivi delle nostre colline.
Gianni è stato un fautore della lista “Progetto San Sebastiano”.
In amministrazione ha mostrato di essere uomo di sinistra con orientamento progressista. Amava approfondire le scelte politiche e gli argomenti trattati, distinguendosi nell’arte della mediazione. Come uomo emergeva la sua pacatezza e gentilezza che mostrò in diverse circostanze; coniugò la sensibilità con l’eleganza, soprattutto nel tutelare le fragilità altrui. Persona di elevata cultura, i suoi interessi erano orientati oltre che alla politica, alla lettura, cinema e teatro.
Esprimo, da parte di tutto il gruppo Progetto San Sebastiano le condoglianze alla sua amata moglie Pia e all’adorato figlio Matteo».
Il ricordo di Livio Viano
I funerali di Gianni Brusasca sono stati celebrati nella mattinata di venerdì scorso presso il Duomo di Santa Maria Assunta di Chivasso dove si sono a cui hanno preso parte numerose persone per dare un segno della loro vicinanza per la perdita di una persona unica come lui.
Parole profonde di ammirazione e di grande stima quelle espresse da Livio Viano che a Gianni Brusasca era unito da un legame di amicizia fraterna: «Abbiamo vissuto e condiviso insieme tantissime cose. Gianni era una persona a cui piaceva veramente vivere, era affezionato alla vita, era strapositivo. - Inizia Viano - Lui viveva molto casa mia che era un luogo di incontri e di feste. Insieme abbiamo vissuto delle situazioni uniche, ci sarebbero innumerevoli situazioni, tutte divertenti, da raccontare.
Eravamo due persone che svolgevano due professioni “inusuali” che si sono trovate e questa è davvero una cosa unica. Lui da San Sebastiano da Po ogni mattina si alzava per raggiungere Milano dove svolgeva la professione di giornalista in maniera puntuale e precisa.
Per me lui era un mito, un punto di riferimento. Era una persona eccezionale che amava la sua Chivasso a cui era molto legato. Abbiamo viaggiato molto: Budapest, Vienna e Parigi, solo per citare alcuni luoghi. L’ultimo viaggio che abbiamo fatto insieme è stato Berlino.
Sua moglie Pia è una donna e moglie straordinaria che faceva da guida nei nostri viaggi e da interprete negli incontri con i nostri ospiti nelle nostre case “comunità” negli Anni Settanta. Era una persona onesta e allegra. Per lui posso utilizzare solo parole e attributi positivi.
Era una persona saggia, di straordinaria cultura, un uomo dotto di buon senso (qualità che in pochi hanno). Si era ripreso dall’incidente avuto e ogni mattina si recava in piazza della Chiesa per comperare il giornale.
Gianni era estremamente sincero, credo che sia l’unica persona che io abbia conosciuto che non abbia mai detto una bugia. Negli ultimi anni era diventato credente, si era avvicinato alla figura di Sant’Agostino. Gianni se n’è andato convinto di raggiungere un altro luogo. Tutto questo e molto altro ancora era Gianni».