SALUGGIA

Ex Gallo Pedrantoni, c’è dell’amianto

Lo afferma la Giunta Farinelli che adesso chiede alla Soprintendenza di poter abbattere questi due immobili

Ex Gallo Pedrantoni, c’è dell’amianto
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Era sindaco di Saluggia Firmino Barberis quando si iniziò a lavorare al progetto di un polmone verde nell’area dell’ex Cascina Gallo Pedrantoni. Un progetto innovativo che voleva regalare un’area verde anche a quella parte del paese, un parco che avrebbe collegato via Lusani con via General Demaria. Di tempo, da quei primi pensieri, ne è passato. Ed è cambiata anche Amministrazione perché Libero Farinelli da vicesindaco è diventato sindaco (è lui il vero fautore di questo intervento). E passi in avanti ne sono stati fatti, basta passare anche di fronte a quell’area che, solo qualche settimana fa, anche la minoranza di Claudio Relino ha avuto modo di visitare e apprezzare nonostante loro sottolineano sempre il grande dispendio di denaro pubblico per la realizzazione del primo lotto rispetto a quanto fosse stato preventivato da inizio progetto. Ma questa è un’altra storia.

Il parco all'ex Gallo Pedrantoni

Il parco, come tutti sanno, non è ancora stato terminato perché il Comune di Saluggia è in attesa di conoscere il parere del Tar. Perché occorre ricordare che l’Amministrazione aveva presentato un primo ricorso al Tar in merito al ricorso presentato contro il Ministero della Cultura, il Segretariato regionale del Ministero della Cultura per il Piemonte, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli per l'accertamento dell'illegittimità del silenzio serbato sulle istanze di verifica dell'interesse culturale del patrimonio immobiliare pubblico. Ma proprio a pochi giorni da questo ricorso la Soprintendenza si è pronunciata dichiarando d’interesse artistico e storico la cascina che si trova nel parco, bloccando così l’abbattimento della struttura che aveva previsto il Comune. Ma l’Amministrazione Farinelli non si è persa d’animo è ha chiesto al Tar di annullare questo decreto. Ma l’esito di questo ancora non è giunto, dunque Farinelli&Co devono ancora attendere per conoscere il futuro dello stabile, se dovrà rimanere tale oppure se si potrà definitivamente cancellare.

C’è dell’amianto

Ma oggi, nonostante non ci sia ancora il pronunciamento, l’Amministrazione si trova nella situazione di chiedere alla Soprintendenza l’autorizzazione ad abbattere alcune immobili. Perché? La Giunta lo ha spiegato chiaramente nel documento: «Si ritiene opportuno, nelle more di pronunciamento del Ricorso contro il Decreto di Vincolo apposto sull’immobile, di richiedere alla Soprintendenza l’autorizzazione alla demolizione dei fabbricati accessori aventi copertura in cemento amianto presenti sul Lotto 2 ubicati lungo il confine sul fronte rivolto ad est avente prescrizione di bonifica e fabbricato posto al limite di confine fronte sud».

Già perché nel corso degli interventi, i professionisti hanno scoperto la presenza di amianto e dunque la Giunta spiega che «c’è urgenza dell’intervento, per ragioni di sicurezza e salute pubblica» perché il parco, essendo terminato potrebbe dunque esser aperto al pubblico se si risolve questa questione.
Insomma, ora la palla passa alla Soprintendenza, solo lei potrà dire se si potrà agire per rimuovere o meno l’amianto e dunque poi aprire l’area.

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