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Piano Regolatore, poste «solide radici» per una città verde

Spazio anche a nuovi insediamenti industriali: «Serve lavoro»

Piano Regolatore, poste «solide radici» per una città verde
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Grande attenzione al «verde», spazio a nuovi insediamenti industriali, un commercio «di qualità» e una città in grado di accogliere al meglio non più abitanti, ma più «famiglie».

Piano Regolatore, poste «solide radici» per una città verde

Sono Pasquale Centin, vice sindaco e assessore all’urbanistica, e Massimo Corcione, segretario del Partito Democratico chivassese, ad illustrare il nuovo Piano Regolatore Generale che, nei piani, traccerà il volto di una Chivasso sempre più lanciata alle sfide (anche energetiche e ambientali) del prossimo futuro.
Cuore pulsante di questo PRGC è il quadrante «Sud Ovest», già teatro di numerosi interventi (tra Bricel e Sabiuné) finanziati con un avanzo di amministrazione di 350 mila euro, e in attesa di ottenere fondi SUA per un milione e 600 mila euro (più 200 di cofinanziamento comunale) e 360 mila euro di fondi MAB Unesco che saranno utilizzati per realizzare il nuovo parcheggio tra la bocciofila «La Tola» e il deposito mezzi della GTT, su via Orti.
«Ci candideremo - spiega Centin - anche ai bandi regionali sulla biodiversità, per interventi bio naturalistici con l’Ente Parco. La “corona verde” che cingerà la città non è solo una programmazione comunale, ma di area vasta. Abbiamo previsto la realizzazione di un sentiero ciclopedonale lungo il Rio Orchetto per collegare il parco fluviale ai parchi a nord della città.
Vi è poi la riforestazione urbana (anche legata alle compensazioni del Polo Logistico all’ex Lancia) con l’obiettivo di aumentare la piantumazione e le superfici permeabili. Questa logica è il primo elemento caratterizzante del nuovo piano regolatore, votato alla difesa del territorio».
Entrando nello specifico, la «corona verde» unirà il viale storico del Canale Cavour al parco del Mauriziano e alle sponde dell’Orco (progetto “Da ponte a ponte”), creando nuove aree piantumate anche in piazzale Libertini (mezzi pesanti e carovane del luna park troveranno spazio altrove) e in tutta quella fetta di territorio (ad ovest via Po e a sud della tangenziale) ora deturpata dagli orti abusivi. Allo studio anche una soluzione «green» per il Foro Boario, che potrebbe anche diventare un «central park» in sedicesimo, e sarà alberato anche piazzale Ceresa. Dopo quattro passaggi in Consiglio Comunale, il PRCG potrebbe diventare realtà entro il 2026.
«Il tema di fondo - proseguono Centin e Corcione - è quello dello sviluppo sostenibile. Pensiamo ad una mobilità dolce, con l’aumento delle piste ciclabili e dei mezzi pubblici in modo da ridurre il più possibile l’impiego delle auto. Ovviamente si tratta di un progetto a lungo respiro che anticipa solo quello sulla “Limitazione del consumo di suolo” come da piano regionale».

Chivasso sarà comunque una città che cresce?

«Per quanto riguarda le aree di espansione edilizia - spiega Centin - siamo nella fase di ascolto, e per questo abbiano attivato quattro incontri con gli stakeholder in un meccanismo partecipativo. Ci sono valutazioni in corso, così come ci sono vincoli paesaggistici (e non) all’unire Chivasso a Castelrosso».
Parliamo di insediamenti produttivi.
«Sono una priorità d’intervento. L’ex Lancia è satura, e gli spazio liberi alla Chind sono al centro di trattative. Per questo serviranno nuovi spazi, ragionevolmente nella zona nord della città: o verso frazione Mosche o nella zona della discarica».

E per il centro storico?

«E’ il terzo elemento su cui ci si batte. Il nostro è un tentativo di difendere il Centro storico anche valorizzando il commercio di vicinato. Questo lo faremo intervenendo sull’arredo urbano e allargando le isole pedonali».

Via Po e via Roma?

«Ci sono delle valutazioni in corso, ma l’obiettivo è una rigenerazione urbana che parta dalla riqualificazione dell’importante patrimonio pubblico e privato presente in città, riconvertito per offrire più servizi. Pensiamo al nuovo teatro all’ex Cinecittà: trasformare un rudere in un luogo di produzione di cultura»
Avete idee anche per quanto riguarda il recupero del complesso della Mandria?
«Siamo sempre alla ricerca di finanziamenti e di occasioni per eventuali partnership pubblico privato. In questi anni abbiamo recuperato un fiume di denaro che stiamo investendo».

Torniamo a Chivasso. Anni fa l’obiettivo era quello di raggiungere i 30 mila abitanti: ora?

«Al momento - spiega Corcione - abbiamo 26 mila 306 residenti, un dato che va letto però con l’incremento del numero di famiglie, salito a quasi 13 mila e in continua ascesa. Crescere numericamente non è una priorità (anche se come detto il numero delle famiglie è in costante aumento) piuttosto vogliamo disegnare una città bella da vivere».

E sul fonte degli interventi viari?

«Pensiamo ovviamente - prosegue Centin - al potenziamento della ex Statale 26 e di via Peppino Impastato, per il Polo Logistico. Abbiamo da poco saputo dalla Città Metropolitana che il Governo ha finanziato lo scorrimento della graduatoria per i Patti Territoriali, ed abbiamo candidato il raddoppio della SP81 per potenziare la viabilità perimetrale. Grazie a questo decreto del ministro Adolfo Urso abbiamo la certezza di avere ottenuto il finanziamento del primo lotto, da via Mazze a Betlemme, per 500 mila euro a cui si sommeranno 150 mila euro del Comune. Speriamo di ottenere anche un secondo finanziamento. Fondamentale sarà anche il completamento della circonvallazione Nord, che dal cimitero si snoderà verso Montanaro, e ancora il sottopasso tra via Siccardi e via Ceresa che porterà a quattro i collegamenti “nord - sud” nella zona centrale. Tra le idee c’è anche la variante di frazione Torassi, in modo da collegare via Rigazzi alla Statale 11 seguendo il percorso della ferrovia e senza più attraversare il centro abitato.
Sempre alla periferia est, pensiamo a due rotonde all’altezza dell’incrocio per Torrazza e allo svincolo per strada Valtesa, nei pressi del vecchio campo da Calcio. Quest’opera è fondamentale anche per il collegamento con Castelrosso, come logico proseguimento del sottopasso.
Una terza rotonda, anche se l’iter è più complicato e vede il coinvolgimento di Città Metropolitana, vorremmo realizzarla anche allo svincolo di Chivasso Ovest, sulla Torino Milano».

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