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L’addio a Talin, l’ultimo partigiano del paese e uomo di immense virtù

Vitale Salvetti aveva 103 anni e sino alla fine è stato testimone della Resistenza

L’addio a Talin, l’ultimo partigiano del paese e uomo di immense virtù
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Se ne è andato con la dolcezza d’animo che ha caratterizzato la sua intera esistenza Vitale Salvetti, «Talin» per molti calusiesi e non solo, circondato dall’affetto dei figli Franca e Carlo con la moglie Elena Licastro, e dei nipoti e pronipoti che adorava.

L’addio a Talin, l’ultimo partigiano del paese

Lui, l’ultimo partigiano che fino allo scorso anno in occasione dei festeggiamenti commemorativi del XXV aprile, si commuoveva di fronte alla bandiera del Paese, l’Italia, che aveva difeso con onore e fatica, così come davanti alla lapide commemorativa dei tanti soldati e partigiani vittime delle guerre. Classe 1921, avrebbe compiuto 103 anni il prossimo 23 luglio, nel 2016, a distanza di 70 anni, era stato insignito della Medaglia della Liberazione ai partigiani piemontesi, 97 nella Provincia di Torino. «Mio padre, “Vitale” di nome e di fatto – racconta con commozione il figlio Carlo Maria Salvetti – è stato uno dei tanti giovani che, dopo essersi sottratto miracolosamente per ben due volte alla deportazione in Germania, si allinearono in una delle numerose formazioni partigiane e, specificatamente, nella divisione alpina Val dell’Orco, che nacque nel 1943. Dopo il servizio militare, confluisce nelle bande partigiane per un categorico rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò, unitamente ad una cospicua parte di Italiani che non si arrende: dopo l’8 settembre nasce l’azione e il sacrificio del movimento partigiano, la Resistenza, che ci indirizza, dopo la Liberazione del 25 aprile 1945, verso una società libera e tollerante».

Uomo di immense virtù

Una persona sempre gentile e cordiale con tutti il cui sorriso, nota caratteristica del suo modo di essere, lasciva trasparire una filosofia di vita acquisita dopo tante fatiche sopportate e superate con la consapevolezza che i suoi sacrifici non fossero stati inutili. «Hai vissuto una vita lunga e serena, fatta di duro lavoro, di lotte, durante la guerra, ma anche di affetti e di momenti lieti e sereni nel tuo paese, che hai sempre amato profondamente, nel quale avevi messo le tue robuste radici – recita il testo letto durante la funzione religiosa sabato 16 marzo, giorno del funerale da Marilena Pedrotti presidente Anpi sezione “Staffetta partigiana” di Caluso - come un albero forte e saldo, hai proteso i tuoi rami sul territorio, prendendoti cura delle tue vigne e allevando figli amorevoli , intrattenendo con tutti rapporti di simpatia e solidarietà, perché tu eri fatto così: un uomo semplice, sincero e cordiale, con un sorriso dolcissimo. Dentro quel fisico asciutto e minuto, all’apparenza fragile, nascondevi una grande forza d’animo, una fibra tenace, un carattere determinato e profondamente contadino: la forza di generazioni che avevano conosciuto il valore del lavoro, dell’impegno, della solidarietà». Anche la nipote Marta, con grande commozione, affetto e ammirazione per il suo amatissimo nonno, così lo ricorda. «Talin, mio nonno e nostro nonno Bis, era un uomo semplice, allegro, sorridente, con qualche pezzo di liquirizia sempre in tasca e la battuta pronta. Vitale di nome e di fatto. Conserveremo come preziosa eredità i tuoi libri di barzellette che tanto amavi leggere, ci ricorderanno che nella vita c’è sempre un buon motivo per essere allegri, e se non lo troviamo ci basterà sfogliare quelle pagine per farci tornare il sorriso pensando a te. Ci hai insegnato a dare valore alle cose semplici a riconoscere che la famiglia è la vera ricchezza, la gentilezza la virtù delle persone forti».

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