CHIVASSO

Il Comune chiuderà il passaggio a livello di via Mazzè

Nuova convenzione con RFI. Pesanti critiche di Buo: «Castello messo all’angolo»

Il Comune chiuderà il passaggio a livello di via Mazzè
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Otto pagine, mille 413 parole (scritte in un linguaggio questa volta comprensibile) che di fatto mettono all’angolo il sindaco Claudio Castello che sarà costretto, a fronte di promesse, a chiudere il passaggio a livello di via Mazzè e ad aprire il cavalcaferrovia di corso Galileo Ferraris.

Il Comune chiuderà il passaggio a livello di via Mazzè

Le otto pagine sono quelle della «Seconda appendice alla convenzione» del 15 marzo 2011 per la soppressione dei passaggi a livello sulla linea ferroviaria Torino Milano, appendice che sarà presto discussa in Commissione uso e assetto del territorio e poi portata in Consiglio Comunale.
Dopo le immancabili premesse, l’Articolo 3 mette nero su bianco il futuro della viabilità chivassese.
Fase 0: «Entro i successivi 30 giorni dalla stipula della presente Appendice, il Comune provvederà ad emettere apposita ordinanza per la chiusura definitiva del PL al km 27+898 sulla To-Mi e si procederà alla contestuale apertura al traffico del Cavalcavia in corso Galileo Ferraris. Successivamente e comunque entro 90 giorni alla chiusura del suddetto PL, RFI avvierà i lavori di realizzazione della passerella pedonale di Via Mazzè con durata prevista delle attività pari a 10 mesi dall’avvio dei lavori».

Fase 1: «RFI provvederà ad affidare, entro 30 giorni dalla stipula della presente a propria cura e spese, apposito incarico di redazione di uno studio del traffico ad un professionista esterno indicato dal Comune di Chivasso, al fine di individuare in una prima fase tutti gli eventuali interventi di sistemazione della viabilità esistente che permettano di migliorare le condizioni di circolazione stradale a seguito della chiusura del PL al km 27+898. Tali interventi potranno consistere in modifiche alla segnaletica orizzontale e verticale, impianti semaforici, piccole sistemazioni di viabilità e dovranno essere corredati della quantificazione economica degli interventi. La prima fase di detto incarico dovrà essere espletata entro 45 giorni dall’affidamento dello stesso. In seguito alla consegna dello Studio di traffico debitamente condiviso e approvato dalle parti, il Comune provvederà a realizzare a propria cura e spese e con il cofinanziamento da parte di RFI nella misura del 50% del valore complessivo degli interventi, gli eventuali lavori di adeguamento della mobilità, come risultanti dallo studio del traffico sopra menzionato. Detto contributo sarà corrisposto da RFI entro 60 g.n.c. dalla data di approvazione dello Studio del traffico dalle parti».

Fase 2: «La seconda fase del suddetto studio di traffico, in considerazione delle previsioni del progetto delle opere sostitutive dei Passaggi a Livello ai km 0+784, 1+943 e 2+899 della linea ferroviaria Chivasso-Aosta redatto da RFI, verificherà la migliore collocazione dal punto di vista viabilistico di un sottovia carrabile tra Via Ceresa e Piazzale XII maggio 1944 o eventuali altre zone ritenute migliorative dal punto di vista viabilistico per il collegamento tra la zona nord e la zona sud della città di Chivasso».

Fase 3: «Al termine della seconda fase, RFI provvederà ad affidare, a propria cura e spese, apposito incarico di redazione di un Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali 7 (DOCFAP) del sottovia carrabile individuato nello studio di traffico, che dovrà essere ultimato entro 180 giorni dall’avvio delle attività».
«Con questa convenzione - spiega Claudia Buo di LiberaMente (nella foto) - RFI mette all’angolo il sindaco e scrive la parola fine alla sequenza di improbabili dichiarazioni rilasciate da Castello sull’apertura del cavalcavia Imprevib, a partire dal problema del traffico cittadino, fino ad arrivare addirittura all’Ospedale. Tutto un fiorire di scuse per non assumersi l’onere di governare, e scaricare su altri le proprie responsabilità. Insomma il ritornello è sempre lo stesso: è colpa degli altri e lui ha le mani legate.
RFI oggi costringe Castello, ed è scritto nero su bianco, ad aprire una volta per tutte il cavalcavia Imprevib, opera terminata ormai da mesi. E questa è una sonora sconfitta per la linea irragionevole del sindaco e della sua maggioranza.
Chissà se in RFI avranno chiesto se fosse lo stesso Castello che aveva firmato con loro la Convenzione del dicembre 2022 (che prevedeva una serie di interventi compensativi quali asfaltature, nuova viabilità pedonale ed un’erogazione di oltre 400 mila euro in favore del Comune) e se fosse lo stesso Castello che gonfiava il petto su questa testata rivendicando la Convenzione del 2017.
Sicuramente per “convincere” Castello ad aprire al pubblico quest’opera, è servito anche il nostro esposto alla Corte dei Conti del 26 aprile, che non abbiamo reso pubblico per il dovuto rispetto all’Istituzione, in cui evidenziavamo con chiarezza i profili di danno erariale nel tener chiusa un’opera finita e collaudata. Di tutte le mirabolanti dichiarazioni del sindaco circa la sua ferma volontà a non aprire il cavalcavia della Imprevib e non chiudere il passaggio a livello di via Mazzè se non in cambio della realizzazione di un sottopasso su via Siccardi, in questa convenzione non c’è traccia. Semmai c’è l’esatto opposto: il cavalcavia aprirà ed il passaggio a livello chiuderà entro 30 giorni dalla firma. Per il resto non ci sono che una serie di impegni generici a studiare possibili collegamenti fra la parte Nord e la parte Sud della città, ed un impegno a studiare come mettere in ordine la segnaletica cittadina. Cosa non nuova, dato che è anni che la faccio presente, inutilmente, a tutti gli assessori ai lavori pubblici che si sono avvicendati degli ultimi anni ed anche al Consiglio Comunale.
Insomma, ancora una volta nulla di veramente concreto, nessun risultato rilevante per la nostra Città. Una figuraccia colossale, non solo del sindaco, ma di tutta la sua Giunta e di tutta la maggioranza che lo sostiene, che non hanno saputo usare quel minimo di buon senso necessario ad arginare le boutade del primo cittadino, e indirizzarlo ad azioni utili per la città».

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