La cultura secondo Vitale
Una lunga intervista con l’assessore sul futuro della città tra progetti ad ampio respiro, il Cinecittà e lo sport. Con il sogno di una «Cittadella»
Una lunga intervista quella che dà voce a Gianluca Vitale, assessore a cultura, sport e legalità del Comune di Chivasso.
La cultura secondo Vitale
Cultura a Chivasso. Cosa è stato fatto e cosa c’è ancora da fare?
«In due anni sono state fatte molte cose e sicuramente ne rimangono ancora molte altre da fare. Credo che la città abbia avuto modo di verificare che negli ultimi due anni c’è stato un cambio di rotta rispetto al passato che ha permesso di portare in città personaggi di prestigio nei vari campi dell’arte, dello spettacolo, del teatro, della musica e della letteratura.
Potrei citare, per la letteratura e la legalità e a solo titolo esemplificativo perché, citarli tutti sarebbe lungo, Il magistrato Nicola Gratteri, Luigi De Magistris, lo storico Alessandro Barbero, il filosofo Matteo Saudino, gli scrittori Enrico Pandiani, Enrica Tesio, Alessandro Perissinotto, Alice Basso, Chiara Moscardelli, Totò Cascio, Cristina Ricci e tanti altri personaggi che hanno permesso al nostro festival della letteratura, “Chiavi di Lettura” di raggiungere davvero traguardi notevoli. Un festival fortemente voluto perché la città lo meritava, considerato che in un passato non molto lontano ne aveva uno davvero bello e che poi per anni non è più stato realizzato. Ci abbiamo creduto e ora è una realtà viva e pulsante inserita a pieno titolo tra i festival riconosciuti a livello nazionale che si prepara alla sua terza edizione.
Sul teatro, grazie alla rinnovata convenzione con la fondazione Piemonte dal Vivo abbiamo avuto strepitosi appuntamenti nelle due stagioni passate, la cui direzione artistica non è stata affidata all’esterno ma è stata fatta dal sottoscritto in collaborazione con la Fondazione nella persona di Claudia Grasso, permettendo anche un risparmio economico da riversare sugli spettacoli. Abbiamo potuto applaudire, per esempio, artisti del calibro di Ascanio Celestini, Chiara Francini, Gioele Dix, Paolo Hendel e Maria Amelia Monti e molti altri. Non abbiamo dimenticato il teatro per famiglie con la collaborazione e direzione artistica del Faber Teater e Teatro a Canone; contemporaneamente, come accade ormai da molti anni, sono andate avanti le stagioni di Foravia con “Il Teatro dei passi perduti”, di Teatro a Canone con “Arterie” e di Officina Culturale con il “TCC” festival Internazionale di teatro e cinema però, dall’anno scorso, con il nuovo strumento della coprogettazione con il comune così come previsto dal nuovo codice del terzo settore.
Sulla musica abbiamo ospitato Tullio De Piscopo, e organizzato le stagioni estive con vari gruppi per esplorare la musica dal jazz al pop fino al Rock. Inoltre abbiamo abbinato la musica dal vivo alla promozione della legalità con due concerti dei Marelatino con cover di Pino Daniele e letture animate da parte di molte associazioni culturali e teatrali come Faber Teater, Lewis and Clark di Ivan Perna, Teatro a Canone e Officina Culturale. Anche le giovani Band del Liceo Musicale Leone Sinigaglia non hanno fatto mancare il loro contributo con la loro preparazione e la loro freschezza. La musica classica e antica hanno visto la realizzazione delle due stagioni degli “Invaghiti” e del Contatto con numerosi appuntamenti in città e in frazione.
A tutto questo si aggiungono le varie mostre e il sostegno a numerosi progetti culturali presentati da vari enti e associazioni come Uni3, Anpi e altre ancora.
Per il futuro ambirei ad un grande evento musicale all’anno, in aggiunta a quanto programmato, che possa richiamare migliaia di persone in città ma qui ci scontriamo con le risorse disponibili che non bastano e per questo occorrono nuovi strumenti e collaborazioni. Occorre fare sistema per ottimizzare le poche risorse a disposizione e pur non essendo facile ci proveremo. Mi piacerebbe incrementare le mostre ospitando artisti di pregio magari facendo convenzioni con varie gallerie anche a Torino ma non solo e inoltre favorire la realizzazione di un festival di band musicali giovanili. Quest’anno cominceremo con la seconda edizione di SportKultur, all’interno della quale ci sarà un pomeriggio in cui molte band suoneranno dalla 16,30 fino a notte fonda ininterrottamente».
Dicono che il suo cuore batta principalmente per il teatro...
«E non smentisco, lo sanno tutti in città che sono legato al teatro e che mi occupo di teatro ma questo nulla a che vedere con l’impegno profuso a tutto tondo per gestire e organizzare l’offerta culturale della città e basta leggere la risposta alla precedente domanda per comprendere a pieno ciò che è stato fatto. I detrattori sono sempre esistiti, certamente non sono un presenzialista e il mio lavoro e la passione per il teatro spesso mi impediscono di partecipare ai vari eventi che sostengo e organizzo come amministratore».
Nuovo Cinecittà. Come cambierà l’offerta culturale della città? Risolverà il problema degli spazi?
«In pochi ci credevano eppure la tenacia e la determinazione di chi prima ci ha creduto e di chi poi ha sostenuto fino in fondo il progetto, hanno portato a questo straordinario risultato. Ormai pare certo che il prossimo futuro ci regalerà un nuovo teatro, un nuovo polo culturale e questo grazie a uno straordinario lavoro politico, amministrativo e tecnico. È stato un nostro obiettivo fin dall’inizio e ora il treno è in corsa. Ci sarà una sala teatrale moderna e innovativa che potrebbe arrivare a circa 240 posti in cui oltre agli spettacoli teatrali, si potranno organizzare concerti, convegni ed eventi culturali di vario genere. Il Teatrino Civico continuerà a vivere ospitando eventi più “Intimi” con spettacoli magari di narrazione e musicali di portata di pubblico inferiore, dei cineforum mentre il Cinecittà, se si chiamerà ancora così, ospiterà eventi più grandi; non dimentichiamo che la struttura ha un palco che, con un’idea innovativa, permetterà con una retroapertura, di fare spettacolo anche all’aperto . La città ne aveva bisogno perché ribadisco che una città senza un teatro è una città senza anima».
Sport. Pastore, Rava: c’è futuro per tutti? E la Cittadella dello sport, sogno o realtà?
«La questione è complessa. Tutti in città si chiedono se abbia senso avere due campi da calcio di cui uno molto bello ma sottoutilizzato. Ora serve concentrarsi su ciò che abbiamo, ci sono partite delicate in corso che in un modo o nell’altro e in poco tempo devono essere risolte come quella sull’affidamento del campo Pastore. Quindi serve gestire il presente e puntare a ridisegnare il futuro. Siamo impegnati fortemente su entrambi i fronti. La cittadella dello sport è nel nostro programma elettorale. Lo scoglio principale è legato come al solito alle risorse ma se la si considera una priorità allora si dovrà lavorare per disegnarla e realizzarla.
Ci sono due tipi di sogni, quelli che rimangono nel mondo della fantasia e quelli che possono diventare una splendida realtà, io credo che in politica bisogna concentrarsi su quelli che appartengono alla seconda categoria e la cittadella ha tutte la carte in regola per farne parte».
Palalancia, come pensate di sfruttarlo?
«Attualmente offre i suoi spazi a numerose associazioni che diversamente rimarrebbero senza sede per gli allenamenti e addirittura non bastano le ore per poter permettere a tutti i richiedenti di usufruirne. Invece fuori dagli orari pomeridiani lo abbiamo utilizzato per eventi di grande rilievo che prevedono una grande affluenza di pubblico come per Alessandro Barbero in cui c’erano centinaia di persone. C’è la tensostruttura del campus per la quale attendiamo di conoscere il progetto dell’associazione che ha manifestato interesse a seguito di bando specifico».
Chivasso è stata la capitale del Monferrato. Perché non entrare nel circuito di Monferrato On Stage che sta portando i grandi nomi della musica nei piccoli comuni della collina?
«Infatti prima quando mi riferivo a fare sistema per organizzare grandi eventi mi riferivo proprio alle fondazioni: per il teatro abbiamo Piemonte dal Vivo, per la musica stiamo esplorando varie soluzioni. Per Monferrato On Stage dobbiamo superare lo scoglio della territorialità (Chivasso non si trova geograficamente nel Monferrato) in nome della nostra storia (ne è stata capitale in passato), è un tentativo che stiamo esplorando e di cui mi occuperò personalmente senza tralasciare altre possibili soluzioni e collaborazioni magari guardando verso Torino anche partecipando a bandi regionali».
Questione Giunta
L’impressione è che manchi una regia nell’azione amministrativa. Com’è il rapporto con i colleghi di giunta e con il sindaco?
«Sicuramente abbiamo personalità e competenze diverse e amministrare una città non è facile. I rapporti sono buoni sia dal punto di vista umano che professionali. In alcuni casi può capitare di avere vedute differenti ma si attiva sempre un percorso condiviso per trovare la giusta sintesi. Quello che auspico, anche per carattere, è che la determinazione mostrata fin qui nell’affrontare i numerosi e complessi problemi, possa crescere ulteriormente in modo da accelerare i processi decisionali e dare risposte ai cittadini in tempi sempre più rapidi sulle varie tematiche. Su questo punto stiamo focalizzando la nostra azione di Team e sono fiducioso sul raggiungimento degli obiettivi».
Come sono i rapporti con l’opposizione?
«Tendenzialmente formali ma con qualcuno direi molto buoni, soprattutto quando si ha la capacità in alcuni momenti, di abbandonare i prevedibili atteggiamenti strumentali oppositivi figli del ruolo rivestito per intavolare percorsi di fattiva collaborazione in nome dell’interesse comune. Con alcuni di loro ho interlocuzioni costanti e gli riconosco ottime qualità e capacità, con altri non ho praticamente rapporti al di là delle relazioni formali previste».