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Il Pastore rischia di rimanere vuoto

Lo sfratto al Chivasso Calcio si è rivelato un boomerang per Castello & Co. Ora in viale Matteotti restano solo «macerie» e conti da pagare

Il Pastore rischia di rimanere vuoto
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La notizia, nonostante i (vani) tentativi di farla passare in sordina, è arrivata in redazione mercoledì 24 luglio: il La Chivasso 1919, società calcistica legata a Paolo Martino e a Enzo Del Giudice, ha rinunciato a correre per la gestione del campo sportivo «Ettore Pastore».

Il Pastore rischia di rimanere vuoto

Una mossa, decisamente inattesa, che sembra essere legata agli altissimi costi necessari per rendere utilizzabile la struttura di viale Matteotti, dal rifacimento della scalinata a quello dei vecchi spogliatoi, dal locale bar al campo stesso per cui Palazzo Santa Chiara ha appena chiesto alla Lega Nazionale Dilettanti una proroga per l’omologazione. Martino un paio di settimane fa era stato visto al «Pastore» in compagnia di Eugenio Giraulo (deus ex machina dell’operazione) ma alla fine il «preventivo» pare essersi rivelato più salato del previsto, costi insostenibili senza l’aiuto delle istituzioni e di bandi pubblici che al momento, però, sono stati persi...

Non essendoci, a quanto risulta, altri pretendenti per la gestione del «Pastore», la recentissima revoca dell’assegnazione al Chivasso Calcio guidato da Emmanuele Serlenga si è rivelata una mossa decisamente azzardata. Il sindaco Claudio Castello, che sin sin da subito ha voluto seguire direttamente la vicenda scavalcando l'assessorato competente (anche se ora nega sul tema è sempre stato lui ad intervenire, non Gianluca Vitale) sembra non avere un piano B, tanto che alle nostre ripetute richieste di chiarimenti sul futuro della «culla del calcio chivassese» ha sempre e solo risposto di attendere il lavoro degli uffici.

Su che fronte, però, non è dato sapersi, e allo stato attuale si fa sempre più concreto che il «Pastore» resti con i cancelli sbarrati, almeno per il prossimo Campionato, dato che per quanto riguarda le iscrizioni i giochi sono praticamente fatti e il Chivasso Calcio ha già trovato una nuova casa a Rondissone, per le giovanili e gli allenamenti, e al «Rava» per le partite di campionato della prima squadra.
In attesa della possibile soluzione trovata dagli uffici, resta l’amaro in bocca per la fine decisamente ingloriosa della partita, giocata come detto senza alcuna strategia e senza pensare alle conseguenze, inevitabili.

Che senso ha investire?

A questo punto, viene da chiedersi se con il «Paolo Rava» praticamente inutilizzato abbia ancora senso investire (o buttare) centinaia di migliaia di euro sul «Pastore», o se non sarebbe meglio pensare a un nuovo utilizzo dell’area. Magari rispolverando il vecchio progetto di un parcheggio multipiano, con un piazzale superiore in grado di ospitare il mercato liberando dalle bancarelle, se non il centro, almeno la parte nord di piazza d’Armi che potrebbe invece diventare, allargandosi al Foro Boario, un «central park» degno di una capitale europea. Un polmone verde in grado di cambiare totalmente il volto della città, e per cui difficilmente potrebbero esserci obiezioni.

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