Anna, otto mesi d’inferno vittima dell’ex: «Ho pensato al suicidio»
Le indagini proseguono nel massimo riserbo, e non è escluso che (pur essendo il compagno della donna il destinatario dei danneggiamenti) la Procura di Ivrea possa trasformare il caso in un «Codice Rosso»
«Otto mesi. Otto lunghissimi mesi. I giorni passano, e la gente ha tempo a morire».
La storia di Anna, residente a Chivasso (tutti i nomi che citeremo sono di fantasia, vista la delicatezza del caso) nella sua tragicità non è diversa da quella di tantissime altre donne che subiscono violenza fisica e psicologica da parte di chi non vuole accettare la fine di una relazione.
La storia di Anna
Sposata con Luca per 37 anni, otto anni fa Anna ottiene la separazione dopo essere arrivata al limite per «dinamiche caratteriali», ma nulla che lasciasse anche solo immaginare quel che poi sarebbe successo:
«A 63 anni - racconta la donna - mi trovo ad aver a che fare nemmeno con un uomo, ma con un mostro, non si può definire diversamente».
La situazione precipita otto mesi fa, quando Luca scopre che Anna ha intrapreso una nuova relazione con Mario. Da quel momento Luca interrompe l’assegno mensile di 750 euro (i figli sono grandi ed autonomi) iniziando, dopo la lettera dell’avvocato, una vera e propria persecuzione nei confronti dell’ex moglie e del suo compagno.
Otto mesi d’inferno vittima dell’ex
«Non sappiamo cosa sia scattato nella sua mente - prosegue Anna - ma da quando ha saputo della relazione la mia vita e quella di Mario sono diventate un inferno.
Abbiamo cambiato sedici pneumatici, tutti tagliati con un lama per renderli impossibili da riparare, e poi ha iniziato a prendersela con i cristalli: li ha presi a sassate quattro volte, tra parabrezza e lunotto. La macchina possiamo parcheggiarla ovunque, ma lui la trova sempre.
Ad esempio, domenica ha spaccato il vetro posteriore con un sasso da due etti, mentre sabato aveva infranto quello anteriore. L’assicurazione non copre più, tutti danni che deve pagare di tasca propria Mario. Abbiamo chiamato il 112, ma ci han risposto di andare in caserma. Così abbiamo fatto, l’ultima denuncia di una lunghissima serie.
Se l’è presa anche con la carrozzeria della macchina: oltre alle righe sulle fiancate, ha disegnato delle griglie per il gioco del tris e versato l’olio dei freni sul cofano: 4500 euro di danni, che non so quando vedremo.
Come facciamo ad essere sicuri che sia lui? Dopo i primi danneggiamenti abbiamo installato una telecamera in auto, e ci sono le immagini che lo immortalano.
Come detto abbiamo sporto denuncia ai carabinieri cinque volte, a cui si aggiungono due o tre querele, e la Procura ha già aperto un fascicolo. Il punto è che nessuno fa nulla, e da otto mesi noi viviamo, come detto, un incubo senza fine.
Il mio compagno ha avuto un infarto, legato anche alla tensione per quello che sta succedendo, e quando Luca lo ha saputo mi ha fatto trovare dei bigliettini pieni di insulti (anche a sfondo sessuale) attaccati alla finestra accusandomi di ogni nefandezza.
Sarà fuori di testa, ma stiamo impazzendo noi: non dormo da otto mesi, domenica ho avuto un collasso, e i carabinieri dicono di non poter fare nulla: arriveranno quando sarà troppo tardi...
L’avvocato continua a portare integrazioni in Procura, ma anche ad Ivrea non si muove nulla e noi non possiamo far altro che aspettare il prossimo danno, i prossimi insulti, e magari ci scappa il morto.
Domenica volevo ammazzarmi, ho pensato che così facendo almeno non lo avrei più visto. Ho subito violenza da piccola, da parte di mio padre, arrivo a 63 anni felice e quel mostro, non uomo, mi sconvolge la vita».
Le indagini proseguono nel massimo riserbo, e non è escluso che (pur essendo il compagno della donna il destinatario dei danneggiamenti) la Procura di Ivrea possa trasformare il caso in un «Codice Rosso», con tutte le conseguenze del caso anche in termini di tempistiche d’intervento e limitazioni a Luca.