Bruciarono un capannone per vendetta: quattro minorenni perquisiti
Il rogo a Verrua aveva causato danni per 200 mila euro
«Aprite, Carabinieri». All’alba di martedì 30 luglio i Carabinieri di Cavagnolo, coordinati dal Maresciallo Alessio Guzzon, arrivano a Crescentino stringendo tra le mani un decreto di perquisizione disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino.
Bruciarono un capannone per vendetta
Su quei fogli, i nomi di quattro amici sospettati di aver appiccato il rogo che, nel tardo pomeriggio di martedì 11 giugno, aveva causato 200 mila euro di danni a un’azienda agricola di località Cavezzino di Verrua Savoia, sulla sponda sinistra del Po e vicinissima all’abitato di Crescentino.
In fiamme decine di rotoballe, per un rogo che aveva visto impegnati per ore i Vigili del Fuoco di Livorno Ferraris, Santhià, Trino e del Comando Provinciale di Torino, con il supporto di equipaggi della Croce Rossa di Crescentino con un'ambulanza e un mezzo fuoristrada.
Secondo le accuse mosse dagli inquirenti sarebbe stata una vera e propria vendetta nei confronti del titolare, «colpevole» di averli redarguiti per ripetuti furti di frutta e verdura nei suoi terreni e addirittura per pesca abusiva.
«Ah sì? E allora noi ti bruciamo il capannone».
I quattro sarebbero stati di parola, tanto che in un primo momento si era parlato di una «ragazzata», o meglio di un «gioco finito male». La realtà, a quanto pare, era ben peggiore.
Quattro minorenni perquisiti
E così, contemporaneamente per evitare fughe di notizie, i Carabinieri di Cavagnolo hanno bussato alle porte delle abitazioni in cui i ragazzi vivono con le loro famiglie, in centro come nelle zone periferiche di Crescentino, famiglie che ora tremano per la paura (o meglio, la certezza in caso di denuncia e di condanna) di dover pagare i danni.