Cene per 3200 euro, l'ex sindaco all'attacco
Dopo le dichiarazioni del primo cittadino Giachello
Non siede più in Consiglio comunale da quasi due mesi ma lui, di vedere infangato il suo nome e quello di coloro che con lui hanno lavorato per cinque anni, proprio non ci sta. Luigi Borasio, ex sindaco di Verolengo, ora vuole mettere i puntini sulle “i” sulle nuove dichiarazioni rilasciate dal sindaco Rosanna Giachello. Più precisamente sul tema dei presunti 3200 euro spesi per cene e sulla questione della tassa rifiuti.
Cene per 3200 euro, l'ex sindaco all'attacco
«Mi dispiace vedere come l'attuale sindaco cerchi di dimostrare, senza prove, che l'Amministrazione precedente fosse composta da soggetti addirittura disonesti per far vedere quanto è brava lei, io non ne ho avuto mai bisogno. Usa questa tecnica che è vecchia come il mondo. Soprattutto da cattivi amministratori. - spiega Borasio – Ora facciamo chiarezza per i cittadini. E io, per farlo, non ho bisogno di chiedere i 3 centesimi.
A quali 3200 euro allude il sindaco? Dica chiaramente a cosa si riferisce, e lo faccia con tanto di documenti.
Secondo, se fosse vero che la mia Amministrazione si è fatta pagare pranzi e cene, quando lei ha dato un contributo dell’ordine di 10mila euro, quanti pasti le sono stati offerte con una cifra tripla rispetto alla mia?».
Poi Borasio torna sulla tassa rifiuti. «Il Comitato Progetto Verolengo Futura da anni, come dichiarato dal sindaco, valuta come agire sulla tassa.
Durante il confronto tra candidati a sindaco, Giachello (che non abbiamo visto per cinque anni in paese) ha dichiarato di esser sempre informata di ogni delibera e determina del Comune dunque dal 26 marzo sapeva dell'aumento della Tari ed era a conoscenza che il termine era slittato al 20 luglio. Ha avuto quattro mesi per decidere cosa fare. Lei è stata eletta l'11 giugno, dunque in trentanove giorni poteva scegliere cosa fare. E lei, così preparata, pure ragioniere, non è riuscita in un tempo così lungo a fare un piano comunale definitivo. Cosa che il sottoscritto, incapace, con una settimana di lavoro al fianco del ragioniere capo avrebbe fatto».