Firma falsa, Chessa si dimette
Scoppia il caso a Chivasso
A seguito dello scandalo della firma falsificata del vicepresidente della Consulta, Francesca Merlone, la Presidente Lucia Chessa ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente della Consulta della Legalità. Dimissioni che erano nell’aria e che erano state chieste a gran voce dalla minoranza consiliare e consigliate anche da alcuni esponenti della maggioranza.
Firma falsa
Ricordiamo i fatti: Merlone avrebbe firmato una copia scritta a mano, anziché quella poi redatta al computer di un verbale. L'errore è stato scoperto da Clara Marta capogruppo consiliare di Forza Italia, la quale, dopo aver chiesto chiarimenti, ha avuto conferma dei propri sospetti direttamente da Merlone: «Non ho mai apposto la mia firma su quel documento". A seguito di tutto ciò palazzo Santa Chiara ha deciso di trasmettere gli atti alla Procura di Ivrea, trattandosi di un potenziale reato procedibile d'ufficio.
Chessa si dimette
E martedì 30, durante una riunione della Consulta, (erano presenti: Lucia Chessa, Francesca Merlone, Giuseppe Busso, Bruno Fasan, Clara Marta, Maria Teresa Blatto, Alfonsina D’Onofrio, Giovanni Scinica, Gianluca Vitale, Eligio Miuccio, Claudia Buo, Cristina Peroglio, Sandra Damiani) la Presidente Chessa ha annunciato la sua intenzione di dimettersi.
Francesca Merlone ha preso la parola, dichiarando di non mettere in dubbio la buona fede della Presidente, riconoscendo che il disconoscimento della firma è stato solo formale.
L'assessore Vitale ha mostrato la sua solidarietà alla Presidente e ha preso atto delle sue dimissioni. Clara Marta, dal canto suo, ha spiegato come sia venuta a conoscenza dei fatti ed ha espresso la propria solidarietà alla Presidente, evidenziando l'importanza istituzionale dell'organo della Consulta legalità. Cristina Peroglio ha auspicato che Chessa si ricandidi a settembre, mentre Giovanni Scinica ha invitato tutti i membri della Consulta ad essere più proattivi e propositivi. Giuseppe Busso, infine, ha esortato la Presidente a desistere dal proposito di dimettersi e ha invitato tutti i membri ad impegnarsi per il bene della Consulta.