Depredato l’hotel dei Vazzana
Raid nella struttura confiscata dopo l’inchiesta per ’ndrangheta
L’ombra della ’ndrangheta continua a proiettarsi sull’hotel «Vazzana» di Volpiano. Un tempo anche lussuoso rifugio di boss mafiosi, ora è un guscio vuoto, svuotato dai ladri nel corso di più raid che ne hanno ripulito gli interni, asportando rubinetti, televisori, persino il rame dell’impianto elettrico e le canaline.
Depredato l’hotel dei Vazzana
La scoperta è stata fatta alcuni giorni fa da alcuni addetti che hanno subito allertato i carabinieri di Chivasso. I ladri, secondo le ricostruzioni, avrebbero forzato una porta d’ingresso posteriore per entrare nella struttura, di fatto chiusa da febbraio scorso e pertanto priva di telecamere di sorveglianza.
Il furto è una sfida aperta lanciata allo Stato che non sembra in grado di adottare misure adeguate per garantire la sicurezza dei beni confiscati. La vicenda ricorda, infatti, altri episodi di danneggiamento a beni confiscati, come la villa di San Giusto Canavese, ex proprietà del boss Nicola Assisi, che prima di essere restituita alla comunità richiese un presidio da parte delle forze dell’ordine.
La struttura ricettiva di via Torino, dove aveva lavorato anche il figlio del capo clan Pasquale Marando, era stata confiscata a gennaio 2024 dalla Direzione Investigativa Antimafia, in esecuzione del decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Torino, nell’ambito dell’operazione Platinum Dia sugli affari e le ramificazioni della ’ndrangheta in Canavese.
Un sequestro patrimoniale di 8 milioni di euro
L’operazione, coordinata dalla Procura di Torino, con la partecipazione della Direzione Investigativa Antimafia, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nonché della polizia tedesca, rumena e spagnola, aveva portato al sequestro di un patrimonio di 8 milioni di euro appartenente ai fratelli Giuseppe e Mario Vazzana, arrestati nel maggio 2021 e, nel settembre 2023, condannati in primo grado dal Tribunale di Ivrea per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, rispettivamente a 6 anni e 8 mesi e a 6 anni e 11 mesi di reclusione. Inoltre, in applicazione delle misure di sorveglianza speciale previste in materia di Pubblica sicurezza, ai due fratelli è stato imposto l’obbligo di dimora e di non allontanamento senza autorizzazione dal Comune di residenza per cinque anni.
Vennero sequestrati anche altri beni
Oltre all’albergo, tra i beni confiscati, gestiti dalla società Vgroup e disseminati nel Canavese, figuravano anche due tabaccherie, di cui una nel centro commerciale Bennet di Chivasso, due bar (uno a Volpiano e l’altro a Chivasso), il ristorante Belmonte, 14 immobili, 6 autovetture e 19 rapporti finanziari. I due bar e il ristorante sono stati affidati a un curatore e sono aperti.