il dramma

Imprenditore morto: le lacrime e la ricerca della verità

Dopo la lite sono tre gli indagati per omicidio preterintenzionale

Imprenditore morto: le lacrime e la ricerca della verità
Pubblicato:
Aggiornato:

Gianfranco Trombadore, l'imprenditore morto: le lacrime e la ricerca della verità. Dopo la lite sono tre gli indagati per omicidio preterintenzionale.

Imprenditore morto: le lacrime e la ricerca della verità

«Ufficialmente mio fratello è mancato per un infarto, ma ora dobbiamo attendere novanta giorni per il deposito dell’esito dell’autopsia. Quel che possiamo dire è che c’è stato un brutto litigio, molto irruento, e nell’arco di pochi, pochissimi minuti Gianfranco non c’era più. Aspettiamo che si concluda il percorso delle indagini, che sia fatta luce sugli eventi e che ci siano date risposte su quanto accaduto».
Luciana Trombadore, ex sindaco di Brusasco, a poche ore dal funerale di suo fratello Gianfranco (che si è svolto lunedì 19 agosto), pesa con attenzione le parole, consapevole, come tutta la famiglia dell’imprenditore attivo nel commercio di pallet e pellet, della delicatezza e gravità del caso.

La vicenda

Siamo a Brusasco, in via Verrua, nel tardo pomeriggio di giovedì 8 agosto 2024 . Gianfranco, 55 anni, è nel cortile dell’azienda, collegato a quello dell’abitazione in cui vive con la moglie Gilma Alves Moura e tre figlie minori, quando nel piazzale arriva una Bmw X3 con a bordo quattro persone, due uomini e due donne.
La più giovane resta in macchina (e per questo non è coinvolta nell’inchiesta), mentre Gianfranco si trova davanti padre e figlio di origine albanese (residenti a San Mauro e Torino) e la compagna del primo, ucraina.
Inizia una discussione, molto accesa, forse dalle parole si passa alle mani, quel che sembra essere abbastanza certa è la successiva caduta di Gianfranco.
I primi ad arrivare sono i Carabinieri di Cavagnolo, al comando del Maresciallo Alessio Guzzon, che praticano a Trombadore il massaggio cardiaco in attesa dell’ambulanza del 118, in arrivo da Chivasso. Passano minuti eterni, ma alla fine per Gianfranco non c’è più nulla da fare. A questo punto, i militari iniziano a sentire tutti i testimoni, tra cui un dipendente bengalese di Trombadore e gli altri protagonisti della lite, che non hanno mai lasciato la casa.
All’origine della discussione vi sarebbe un debito per dei lavori effettuati, anche se ora tutto dovrà essere chiarito nei dettagli dalla Procura della Repubblica di Ivrea.
In questi giorni i Carabinieri hanno continuato a raccogliere elementi utili per ricostruire gli ultimi istanti della vita di Trombadore, anche se dai primi riscontri degli esami eseguiti nella camera mortuaria dell'ospedale di Ivrea dal medico legale Mario Apostol non sarebbero emerse lesioni tali da spiegare la morte. Per questo, ma come detto un quadro preciso si avrà solo tra 90 giorni, si fa largo l’ipotesi di un malore.
I tre sanmauresi, che si sono affidati all’avvocato Concetta Cagia, sono ora indagati per omicidio preterintenzionale, accuse che però potrebbero cambiare alla luce delle indagini.

Il ricordo della sorella Luciana

Così, sui social, lo ha ricordato la sorella Luciana: «Voglio ricordarti così in un giorno felice dove il tempo non aveva ancora tinto di grigio i tuoi capelli. Voglio ricordarti da piccoli quando la malattia non ci aveva ancora sottratto l'affetto dei nostri genitori. E poi il mio sguardo si ferma nel vuoto e riemergono le immagini di te a terra in un corpo senza vita. Ma io voglio ricordarti così: io e te al mare con un cielo azzurro, un sole fantastico in quelle vacanze estive dai nonni con tutti i cugini, in quel giorno in cui mi hai insegnato a nuotare, mi hai tolto i braccioli e mi hai detto “Facciamo un giro alla boa e torniamo”. Ed io non avevo paura. C'eri tu. Voglio ricordarti così. Io e te a scorrazzare per il magazzino, non con il monopattino come i ragazzi di oggi, ma con muletto e transpallet. Ma poi il pensiero del beep beep del defibrillatore continua a risuonare nei miei pensieri... Ma io voglio ricordarti così: caparbio, testone, orgoglioso e cocciuto. Non voglio tenere con me il tempo dei rapporti difficili, il tempo in cui i problemi hanno preso il sopravvento sugli affetti. Io voglio ricordarti così, perché nessuno aveva il diritto di porre fine alla tua vita. Voglio ricordarti così. Gran lavoratore, padre, brusaschese, marito, a volte testardo ma per sempre fratello».

Seguici sui nostri canali