Il Pd nel pallone
Campo Pastore, ennesimo colpo di scena: nasce una squadra «sociale»
Sulla carta, l’obiettivo è più che nobile: fondare una società con una idea di calcio «sociale» e far giocare tutti coloro che per mille motivi non avrebbero spazio nelle altre realtà sportive locali, se non il classico «posto fisso» in panchina.
Il Pd nel pallone
Al centro, ovviamente, il campo «Ettore Pastore» di viale Matteotti, culla (e si spera non tomba) del calcio biancorosso, struttura che con una mossa decisamente improvvida (con il senno di poi) Palazzo Santa Chiara ha revocato all’Asd Chivasso Calcio guidata da Emmanuele Serlenga, nominato presidente poche ore prima del drastico provvedimento.
Tornando alla nuova società, il problema (dal punto non delle finalità, ma delle possibili - certe e inevitabili - polemiche) è che tra i fondatori vi sono i maggiorenti del Pd locale, e nello specifico i referenti dell’ala più vicina a Claudio Castello: tra loro il segretario cittadino Massimo Corcione e Claudio Cavi, suo vice.
Terzo nome quello di Eugenio Giraulo, possibile presidente, su cui è doveroso aprire una parentesi: primo patron del Chivasso Calcio (a cui il sindaco Claudio Castello aveva promesso una sede in piena campagna elettorale, scatenando le ire dell’opposizione), era stato poi visto al «Pastore» in compagnia di Paolo Martino, del La Chivasso 1919. Ed è proprio dopo il passo indietro di Martino (troppo alti i costi da affrontare per riportare il campo agli antichi splendori), che Palazzo Santa Chiara si era trovata in mano un pugno di mosche, con l’eterno dilemma se continuare ad investire sul «Pastore» (lasciando un doppione con il «Rava») o trasformarlo in parcheggio e area mercatale.
La situazione
Ora, la «stampella» di Corcione (sempre più in veste di «Sono il signor Wolf, risolvo problemi», citando Pulp Fiction) potrebbe salvare Castello da ulteriori imbarazzi legati anche alla telefonata del 10 agosto in cui avrebbe chiamato Serlenga proponendo, su richiesta della società, un affidamento diretto del «Pastore».
Serlenga, ovviamente, non se l’era fatto ripetere due volte (anche perché mettere le mani sul «Pastore» avrebbe significato precludere l’arrivo in città di un’altra società) e due giorni dopo aveva protocollato la richiesta ricevendo a strettissimo giro di posta (e a firma della dirigente Roberta Colavitto) l’elenco di una serie di documenti da inviare agli uffici.
Documenti che, lavorando anche a Ferragosto, il team di Serlenga ha poi inviato agli uffici nella prima mattinata di giovedì 22 agosto.
Poche ore dopo, l’annuncio in pompa magna del Comune di un «avviso pubblico» per la gestione del campo sportivo «Ettore Pastore», mandando all’aria tutto il lavoro svolto dal Chivasso Calcio.
Il problema del «Pastore» è uno solo, ed è legato agli esorbitanti costi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, senza dimenticare il fondo sintetico che, ottenuta l’ennesima proroga di dodici mesi, dovrà comunque essere rifatto in tempi brevi.
A questo punto non resta che attendere la scadenza del bando (ore 12 di martedì 24 settembre) a cui oltre la nuova società di Corcione sembrano essere interessati il Chivasso Calcio (che nel frattempo ha trovato casa a Rondissone) e l’ASD Orizzonti Canavese (attuali sedi Verolengo e Mazzè). A tutti, ovviamente, interessa mettere la bandierina sul «Pastore» per attirare il numeroso bacino d’utenza cittadino.
Se Chivasso Calcio e Orizzonti Canavese hanno dalla loro l’esperienza sui campi, la nuova squadra di Corcione potrebbe far valere quell’aspetto «sociale» che (forse) farebbe risparmiare qualcosa rispetto ad uso del «Pastore» prettamente agonistico.