CHIVASSO

Morosità ATC: la Corte dei Conti vuole i soldi dai dipendenti comunali

Terremoto a Palazzo Santa Chiara dopo le indagini della Finanza: in ballo più di 200 mila euro

Morosità ATC: la Corte dei Conti vuole i soldi dai dipendenti comunali
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Quello che sta accadendo in questi giorni a Palazzo Santa Chiara, sede degli uffici del Comune di Chivasso, è un mix tra un terremoto e il segreto di Pulcinella.
Tutti sanno, nei corridoi non si parla d’altro tra difese d’ufficio e alzate di spalle, ma a domanda diretta nessuno vuole esporsi anche perché in ballo ci sarebbero più di duecento mila euro, pagati dal Comune e che ora, in un modo o nell’altro, devono ritornare nelle casse di piazza Dalla Chiesa.

Morosità ATC

Al centro, lo ricordiamo, le «morosità colpevoli»: si tratta di utenti delle case Atc (nel caso specifico via Togliatti e via Ajma) che avrebbero potuto pagare gli affitti ma non l’hanno mai fatto. In questi casi, dopo svariati solleciti, ATC chiede ai Comuni di effettuare entro 30 giorni il provvedimento di decadenza del contratto di affitto che deve comprendere un termine compreso entro 90 giorni per il rilascio dell’alloggio. In caso di mancato intervento comunale (quel che è successo) gli importi dovuti al gestore dalla data della mancata pronuncia di decadenza e per tutta la durata futura della locazione sono a carico del Comune.
Una zuppa, come detto, da almeno 200 mila euro che, nel luglio del 2023, l’Agenzia Territoriale per la Casa aveva chiesto a Palazzo Santa Chiara scatenando una bufera in Consiglio Comunale. Bufera che però non era nulla rispetto a quanto avvenuto un anno dopo.
Gli uffici, infatti, nello scorso mese di luglio hanno ricevuto la visita degli agenti della sezione Danni Erariali della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, in servizio distaccato presso la Corte dei Conti, chiamati a verificare sia la «scala gerarchica» sia il perché il Comune in tutti questi anni non abbia mai proceduto contro i morosi.
L’elenco di questi ultimi è lunghissimo, e comprende anche quelli che in passato erano stati definiti «professionisti dell’assistenzialismo».

La Corte dei Conti vuole i soldi dai dipendenti

Per quanto riguarda i dipendenti, invece, i nomi sono quelli dei più alti in grado a Palazzo Santa Chiara dal 2018 ad oggi con l’aggiunta di operava nel settore degli Affari Sociali (nel dettaglio sarebbero tre dirigenti, un funzionario e un impiegato).
Dopo una prima fase di indagine e analisi dei documenti, nelle ultime settimane a tutti i dipendenti coinvolti sono state chieste ufficialmente «spiegazioni» (tecnicamente, «inviti a dedurre») in merito all’operato, con responsabilità personali che vanno da alcune migliaia di euro per chi si è occupato per poco tempo della vicenda a conteggi a sei cifre (che non fanno dormire la notte) per chi ha lavorato a lungo negli uffici.
Essendo una fase preliminare non è ancora possibile lavorare ad un ricorso (anche se le controdeduzioni dovranno essere inviate entro 60 giorni), e di conseguenza tutte le persone coinvolte sperano di essere «convincenti» con le Fiamme Gialle e, di conseguenza, con la Corte dei Conti, mai troppo morbida in casi come questi.
Sicuramente, quel che vige ora a Palazzo Santa Chiara è il più classico «Ognuno per sé e Dio per tutti», dato che ciascuna persona coinvolta cercherà di minimizzare la propria responsabilità scaricandola su qualcun altro, anche se vi è sempre quel «fattore oggettivo», legato al ruolo ricoperto, da cui è difficile scappare.

Commenti
Tiziana Lala'

Solito schifo chivassese. Le morosita' sono sempre colpevoli, e ci mettono una vita a sgomberare gli alloggi. Il debito lo devono pagare i signori politici e non che hanno amministrato in questi anni

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