Ornella ha salutato questa vita breve ma bella: ha combattuto sino all’ultimo
Operaia in pensione, coltivava la passione per il cucito, l’arte e la buona cucina
Ornella Gasparini ha salutato questa vita breve ma bella: ha combattuto sino all’ultimo.
Ornella ha salutato questa vita breve ma bella
«Ciao a tutti, è durata poco ma è stata una bella vita». Con questo messaggio, Ornella Gasparini ha voluto salutare il mondo intero. Perché Ornella, che si è spenta all’età di 58 anni venerdì scorso, era consapevole che la sua vita terrena stava giungendo al capolinea. Ma lei, con quella grande forza che l’ha sempre contraddistinta, ha affrontato con coraggio questo percorso ricco di insidie, di cadute e di dolore. Lo ha fatto grazie al grande amore della sua famiglia, dei figli Lucilla e Filippo, dei fratelli Severino, Roberto e Aldo e delle cognate Caterina e Naike, dei nipoti. Nessuno mai l’ha lasciata sola nemmeno per un momento. Dalla diagnosi sino agli ultimi giorni, coloro che le hanno voluto più bene in questa vita le sono stati vicini.
Venerdì però il suo cuore ha smesso di battere, il suo corpo non è più stato in grado di combattere. E ora restano i tanti ricordi, primo fra tutti il suo splendido sorriso e la sua solarità perché lei era sempre positiva, sempre con la gioia negli occhi.
Ornella, una vita per il lavoro e la famiglia. Aveva iniziato a lavorare giovanissima in un laboratorio di cucito dopo aver frequentato il corso a Castelrosso di Chivasso. Poi, dopo poco, la scelta di cambiare lavoro. Prima all’Otr di Cigliano dove venivano fabbricati pezzi per la Fiat e poi in Gammastamp a Bianzè. Qui ha lavorato sino a quattro anni fa, quando le fu diagnosticato un tumore in stato avanzato.
«Lo scorso anno a luglio aveva raggiunto la pensione - ricorda la cognata Caterina - Avevamo organizzato una grande festa con noi della famiglie e i colleghi. Lei era contentissima».
I ricordi
Tanti ricordi oggi tornano alla mente anche guardando le opere che realizzava: «Ornella aveva delle mani d’oro - afferma Caterina - Le sue grandi passioni erano il cucito, dipingere e realizzare anche delle piccole installazioni. Cuciva tantissimo, tant’è che solo dieci giorni fa aveva comprato una nuova macchina super digitale. Quando era più giovane e stava bene, cuciva gli abiti per se e la sua famiglia. E poi ancora tendaggi e il tovagliato. E poi i centrini. L’ultimo lavoro era stato un sacchetto porta buste di plastica.
Era una vera e propria artista anche con pennello e colori, spesso le dicevo che aveva sbagliato che doveva coltivare maggiormente questa sua capacità. Nel locale di sua figlia Lucilla ci sono i suoi quadri, le sue installazioni come un piccolo tavolino con le sedie e stoviglie realizzate con i tappi delle bottiglie. Una manualità veramente speciale, che farebbe invidia a chiunque.
E poi la cucina, un’altra sua grande capacità: con pochi ingredienti era in grado di creare una super cena come sua mamma e suo fratello Severino d’altronde».
Caterina ricorda quanto Ornella abbia combattuta, quanto sia stata forte in questi anni.
La lettera
E domenica, nel giorno del suo ultimo viaggio, il fratello maggiore Severino ha letto una lettera molto toccante: «Orni, abbiamo provato anche a disperarci, a piangere, a rifiutare con il cuore la triste realtà, come già succedeva durante il percorso della malattia, abbiamo voluto spesso illuderci con gli occhi dell’amore che anche questa volta ti saresti rialzata ma ora non ci resta che imitare il tuo grande insegnamento di dignità e di amore per la vita, grande guerriera caparbia ma sicuramente non saremo alla tua altezza, perdonaci. Ti promettiamo di impegnarci e di rifarci alla tua allegria coinvolgente, alla tua solarità contagiosa, alla tua volontà instancabile, alla tua operosità costruttiva. Ognuno di noi custodisce gelosamente innumerevoli episodi condivisi in sintonia e in spensieratezza con te, anche di questi ultimi tempi in cui non volevi assolutamente arrenderti ad un corpo sofferente e duramente provato perché la tua forza di volontà l’han fatta da padrona fino all’ultimo. Ora ti chiediamo un favore: veglia su tutti, su noi fratellini, come ci chiamavi amorevolmente, e con una punta di protezione, ma soprattutto Lucilla e Filippo che sono stati la tua ragione di vita, siamo certi che non li mollerai come solo tu sai fare, rilassati e trova del tempo per te. Riposa e goditi il rinnovato amore di mamma e papà che ti aspettano a braccia aperte, come anche il tuo caro Rettore. Noi continueremo faticosamente ma insieme e nel tuo ricordo. Buon viaggio sorellina, l’ultima non quello che dà un senso all’irrazionalità di questa vita. Ciao Orni, e come tu ci hai ricordato e durata poco ma è stata una bella vita, il tuo fratellone».