CRESCENTINO

San Genuario, trovati 130 scheletri

Gli scavi incuriosiscono tanti bimbi. De Stefanis: «Noi siamo in un sito di grande valore»

San Genuario, trovati 130 scheletri
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Quando si parla di archeologia, di scavi e di reperti storici si pensa sempre a posti lontani. Nessuno avrebbe mai pensato di ritrovarsi, per la terza volta in un anno, a visitare una campagna di scavo proprio a San Genuario, piccola realtà crescentinese. Eppure a Vercelli, più precisamente all’Università degli Studi Orientali, c’è una professoressa che da sempre studia i monasteri medievali e che da tempo si era interessata al complesso di San Genuario e, che grazie anche alla volontà della sua studentessa Federica Pondrano di elaborare la sua tesi di laurea su questo sito, oggi questo realtà.

Gli scavi di San Genuario

E domenica, per la terza volta dall’inizio di questo percorso, la professoressa Eleonora De Stefanis ha voluto illustrare il grande lavoro svolto in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli (Dottoressa Francesca Garanzini) in questi mesi. E lo ha fatto di fronte ad un pubblico numerosissimo, tra cui moltissimi studenti di tutte le età, dai più giovani delle scuole primarie del territorio sino agli allievi dell’università. Tutti lì per ammirare il grande lavoro svolto durante l’ultima campagna appena conclusa, vale a dire quella di settembre e ottobre.

Trovati 130 scheletri

«Nell’ultima campagna, che è stata finanziata dal Comune di Crescentino, da Fondazione Crt e dall’Università, – spiega De Stefanis – sono emerse nuove strutture che si erano già intraviste nell’attività precedente. Si tratta di una struttura imponente, di un edificio oggi scomparso, precedente alla chiesa medioevale. Da quello che abbiamo potuto già comprendere, si tratta di un edificio che aveva dimensioni maggiori rispetto a quello di oggi e dunque possiamo affermare che a San Genuario si è vissuto un Medioevo molto florido. Con quest’attività di scavo si può così conoscere e ridare il giusto peso a questo complesso abbaziale molto importante».

«Nel corso di queste settimane di lavoro, abbiamo esteso anche la nostra conoscenza su quest’area cimiteriale che si è sviluppata dal Medioevo sino al Seicento. - prosegue la studiosa – Sono state ritrovate decine di altre persone e posso affermare che ad oggi sono 130 i corpi ritrovati: ci sono bambini piccoli e anziani, uomini e donne. Attraverso questi ritrovamenti stiamo recuperando testimonianze importanti come ad esempio le salme che stringono tra le mani i rosari. Affronteremo anche degli studi antropologici su questi scheletri per ottenere informazioni in base al tipo di lavoro che svolgevano in vita, la loro dieta e poi ancora le malattie. Grazie alla grande quantità di dati riusciremo a ricostruire lo spaccato di popolazione antica non solo di San Genuario ma di gran parte della Bassa Vercellese perché è presumibile che molti di questi defunti abbiano scelto di esser sepolti in questo complesso anche se non abitavano in questa località».
De Stefanis, infatti, lo ha più volte definito come un monastero prestigioso e si augura che nel prossimo futuro, anche grazie alla grande collaborazione con il Comune, si possano trovare nuovi fondi per proseguire le attività di scavo e di studio. Uno scavo naturalmente didattico che permette agli allievi dell’Università di vivere l’esperienza, dunque studiando non solo sui libri e manuali, ma direttamente sul campo.

Un sito di grande importanza

«Il sito di San Genuario ci sta dimostrando la sua grande importanza sia dal punto di vista monumentale che per i dati che ci fornisce – ha concluso De Stefanis – Sono stata molto contenta di vedere tante persone, tra cui moltissimi giovani, perché noi abbiamo bisogno di nuovi archeologi ed è positivo se fin da piccoli si appassionano a questa realtà. Credo che avere la possibilità di vedere dal vivo ciò che studiano sui libri, sia una grande occasione e un grande accrescimento culturale».

 

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