Campo da calcio Pastore, nuovo bando e veleni
Tra i paletti il non avere un altro campo a disposizione: favorita la squadra «targata Pd»
«A pensar male degli altri si fa peccato… ma spesso ci si indovina». Non occorre scomodare «il «Divo», e nemmeno il Cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani o Papa Pio XI (i primi a pronunciare la frase resa celebre da Giulio Andreotti) ma è certo che la bocciatura delle tre offerte per la gestione del campo sportivo «Ettore Pastore» di Chivasso abbia scatenato su Palazzo Santa Chiara più di un malumore, tra polemiche e veleni.
Campo da calcio Pastore, dallo sfratto al bando
«Innanzitutto - non la manda a dire Emmanuele Serlenga, presidente del Chivasso Calcio “sfrattato” da viale Matteotti e poi invitato a partecipare al nuovo bando direttamente dal sindaco Claudio Castello - precisiamo che sui 60 punti necessari previsti dal bando per ottenere la sufficienza, ne abbiamo ottenuti 59.95, a fronte dei circa 40 ottenuti dal Settimo e dei circa 30 conseguiti dall'Urs La Chivasso».
E perdere per 0.05 punti, chiaramente, provocherebbe in chiunque un travaso di bile.
«Il nostro progetto - prosegue - frutto del lavoro di squadra di ben tre tecnici tra i quali un ingegnere, ci sembrava e ci sembra serio, completo e capace di assicurare un effettivo miglioramento all'impianto. Esso prevedeva infatti, tra i 15 interventi progettati da un lato, in un'ottica di ammodernamento e di rispetto del green, l'introduzione dell'impianto fotovoltaico nonché il restyling dell'impianto di riscaldamento tramite pompe di calore e di quello di ventilazione. D'altro lato avevamo progettato, oltre all'eliminazione delle barriere architettoniche, anche uno spogliatoio dedicato alle persone disabili, volendo favorire la pratica sportiva da parte di queste ultime quale strumento di integrazione e socialità.
A ciò si devono aggiungere il nostro progetto Academy con il Torino riguardante la scuola calcio, e la squadra di persone disabili gestita in collaborazione con l'Asl To4 iscritta al campionato paralimpico, progetti che per ora proseguiremo a Rondissone.
Era dunque lecito, secondo noi, aspettarsi una maggiore considerazione di questi elementi in fase di punteggio.
Ora da un lato pensiamo a far bene a Rondissone, come dimostra la buona riuscita del Memorial Alessandro Marangon di domenica 13 ottobre, dall'altro parteciperemo al nuovo bando indetto dal Comune di Chivasso, riservandoci di investire in qualche altro Comune della zona se anche questo nuovo bando avesse esito infausto».
La nuova postilla
A peggiorare le cose, e a soffiare sul fuoco del «A pensar male etc etc etc», la nuova postilla apparsa sul bando da pochi giorni pubblicato all’Albo Pretorio: tra gli elementi di valutazione, infatti, ora si trova «mancanza di disponibilità in uso esclusivo o prevalente di qualunque impianto sportivo fino al 15 giugno 2025».
Delle tre partecipanti al vecchio bando, è solo una società ad avere vantaggio da questo vincolo: l’URS La Chivasso di Eugenio Giraulo e Massimo Corcione, subito definita come la «squadra del Partito Democratico». Lo stesso Giraulo, ricordiamo, a cui Castello aveva promesso il «Pastore» quand’era presidente del «Chivasso Calcio», e successivamente visto in viale Matteotti in compagnia di Paolo Martino, del La Chivasso 1919. Ed è proprio dopo il passo indietro di Martino (troppo alti i costi da affrontare per riportare il campo agli antichi splendori), che Palazzo Santa Chiara si era trovata in mano un pugno di mosche, con l’eterno dilemma se continuare ad investire sul «Pastore» (lasciando un doppione con il «Rava») o trasformarlo in parcheggio e area mercatale.
La mossa di Corcione (segretario cittadino del Pd, azionista di maggioranza della Giunta Castello) era stata subito vista come una mano tesa al primo cittadino per farlo uscire dal «cul-de-sac» in cui si era infilato dopo la telefonata del 10 agosto con cui avrebbe chiamato Serlenga proponendo, su richiesta della società, un affidamento diretto del «Pastore».
A questo punto non resta che attendere l’esito del nuovo bando, con la certezza che se questa volta il campo sarà affidato al Pd, pardon a Giraulo e Corcione, ripartirà la solita litania del «A pensar male degli altri si fa peccato… ma spesso ci si indovina».