Cerca di uccidere figlia e genero bruciando i letti mentre dormono
Attimi di terrore alle porte di Chivasso. La donna ha poi tentato il suicidio dando fuoco alle proprie coperte
«Chiedo scusa a tutti quelli che mi mancheranno e a cui mancherò, vi do un bacio in anticipo e vi benedico nel nome di Gesù. Non ho più forza per vivere e combattere, qualunque cosa accada i colpevoli su cui aprire un inchiesta sono....».
Queste poche parole, apparse nella giornata di domenica 10 novembre sul profilo Facebook di una donna residente alle porte di Chivasso, ai suoi amici hanno fatto subito pensare la sua volontà di farla finita, di uccidersi, di chiudere i conti con le «difficoltà» contro cui stava lottando.
Cerca di uccidere figlia e genero bruciando i letti mentre dormono
La realtà, invece, si è rivelata molto più complessa e ancor più difficile da comprendere. Sono da poco passate le quattro della notte tra domenica 10 e lunedì 11 novembre, infatti, quando alla sala operativa del 112 arriva la segnalazione di un incendio scoppiato in un’abitazione di Chivasso, lungo la Statale 26 della Valle d'Aosta. Poche case, in un contesto tranquillo, in cui tutti conoscono tutti.
Sul posto arrivano ambulanze del 118, squadre dei Vigili del Fuoco e i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Chivasso.
Stando ad una prima ricostruzione di quanto avvenuto sembra che la donna (la stessa del post su Facebook) abbia dato fuoco alla camera da letto della figlia, in cui la stessa stava dormendo con il compagno, per poi barricarsi nella propria stanza e cercare di uccidersi incendiando le coperte.
A salvarla, trascinandola via a forza dal letto in fiamme, l’ex marito, che casualmente si trovava a Chivasso per aiutare la figlia nella gestione della madre, sottoposta a terapie psichiatriche che però, a quanto risulta, non stava più seguendo correttamente.
Domate le fiamme, la donna è stata sedata e trasportata in ospedale a Chivasso, stessa sorte per l’ex marito che ha riportato un’ustione alla mano.
Tutto risolto? Nemmeno per sogno, dato che nella giornata di lunedì la donna sarebbe scappata dalla struttura di via Regis facendo perdere le proprie tracce, ma continuando ad aggiornare i propri canali social.
Quanto successo dimostra ancora una volta la fragilità della rete che dovrebbe aiutare i malati psichiatrici e le loro famiglie, spesso lasciate sole (o quasi) ad affrontare situazioni molto più grandi di loro.
Vi è poi il nodo della sicurezza in Ospedale, dato che non è certo la prima volta che un paziente riesce ad eludere la sorveglianza e a far perdere le proprie tracce.