E’ polemica sulla colonia felina: «I gatti non vivono nel degrado»
Casa di Beba si tutela e risponde punto per punto: «I volontari seguono le regole»
La colonia felina di via Marco Polo è al centro di una polemica che coinvolge chi, su mandato del Comune, la gestisce e si prende cura dei gatti. Due settimane fa, sulle colonne del nostro settimanale, infatti, Sandra Solis ha denunciato lo stato di abbandono di questi animali e ha spiegato come lei, insieme ad altre due volontarie, se ne prenda cura con fondi propri e con le donazioni che ricevono dalla città. Tuttavia, Debora Molon, che gestisce la colonia, smentisce tutto e tiene a presentare la reale situazione della colonia.
La Casa di Beba
«Casa di Beba è un’associazione di volontariato no profit, che si occupa non solo delle colonie feline del comune di Crescentino, ma anche di altro – spiega Molon –. È formata da un gruppo di volontarie, poche in realtà, che collaborano con l'associazione. Il volontario è una persona che, per sua scelta, svolge attività in favore della comunità in modo spontaneo e gratuito, in base alle proprie capacità, ed è regolarmente iscritto a un'associazione».
L'associazione Casa di Beba ci tiene a chiarire alcuni punti in merito al proprio operato: «Le colonie feline di Crescentino sono censite e regolarmente registrate. Sono protette. Tutti i punti pappa sono fissi e autorizzati. La legge 34 del 1993 e la legge nazionale 281 del 1991 tutelano tutti gli animali d'affezione, ma non vi è obbligo da parte dei comuni di avere un gattile. I gatti vivono in libertà, è la loro etologia – afferma Molon –. Sono protetti, e per chi li maltratta è prevista una sanzione amministrativa fino all'arresto. Il cittadino privato che vuole prendersene cura è libero di farlo, non c'è una legge che lo vieta, però non si possono mettere punti pappa non autorizzati: ci sono colonie dove i gatti, con il loro “passaparola tra felini”, si ritrovano a mangiare, diventando così parte integrante di un gruppo dove vengono identificati, castrati o sterilizzati. Il cittadino che di sua iniziativa crea un ritrovo di gatti per mangiare diventa proprietario dei gatti e se ne fa carico in tutto e per tutto. Dunque, non può poi pretendere l'aiuto di associazioni o Comuni, né può urlare al menefreghismo dei volontari. Le leggi vanno rispettate perché la legge non ammette ignoranza».
«I gatti non vivono nel degrado»
«A Crescentino ci sono punti pappa autorizzati; il Comune e l'associazione provvedono all'approvvigionamento per i randagi delle colonie, alla castrazione, alla sterilizzazione e, in via eccezionale, a curare e recuperare gatti incidentati – conclude Molon –. Ci occupiamo altresì del benessere psicofisico degli animali, cercando di non compromettere la loro serenità; pertanto, chi chiede cibo, soldi, cure mediche o pipette, lo fa per i propri gatti di proprietà. L'associazione si dissocia da tali richieste.
L'associazione è composta da persone, poche ma volenterose, chiamate dalla legge “gattare” riconosciute. Chi non è associato a noi non è un volontario. Le problematiche sul territorio riguardanti animali, selvatici o meno, vanno segnalate alla Polizia locale e agli organi preposti, che a loro volta, a seconda dei casi, si premureranno di avvisare le associazioni convenzionate e gli Enti preposti per il recupero degli animali, che non garantiscono reperibilità. Ogni cittadino ha la facoltà, à può aiutare gli animali in difficoltà. Detto ciò, diffido chiunque dal continuare a diffamare l'operato delle associazioni, altrimenti provvederemo a querelare nelle sedi opportune. Ricordo inoltre che l'orto di via Marco Polo non è un gattile: è un orto da finire di sistemare, poiché il tempo a disposizione è poco, ma sarà adibito a orto con calma. Cercheremo di fare tutto. Non c'è nulla di poco igienico rispetto agli altri orti vicini, dove ci sono galline (vive). Nel nostro c’è un punto pappa pulito e in ordine, autorizzato per i gatti della colonia felina di via Marco Polo».