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Gli ambientalisti adesso vogliono incontrare il Comitato Alluvionati

L’obiettivo è trovare un punto comune sull’annoso tema del bacino di laminazione

Gli ambientalisti adesso vogliono incontrare il  Comitato Alluvionati
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Ci sono degli sviluppi nella vicenda relativa al bacino di laminazione. Il Comitato di Difesa Ambientale di Montanaro ha consegnato una lettera al Comitato Alluvionati per chiarire alcune questioni e incontrarsi per trovare un dialogo costruttivo.

Gli ambientalisti vogliono incontrare gli Alluvionati

Il Comitato alluvionati vuole trovare velocemente una soluzione per la difesa idro-geologica del suo territorio, e, al momento, ha visto nel bacino di laminazione proprio tale soluzione, perorata da una petizione. Il Comitato Ambientale cerca anch’esso una soluzione per la tutela idro-geologica del territorio, ma, contrariamente agli alluvionati, reputa che il bacino di laminazione non sia la soluzione giusta.

«Cari alluvionati - scrivono Stefania Regis, Luca Rastaldo con altri ambientalisti - comprendiamo il vostro impegno per il territorio, vi preghiamo di comprendere che noi allo stesso modo siamo mossi dalla preoccupazione per l’ambiente. Il bacino può impattare l’ambiente perchè si scava in corrispondenza della falda acquifera. Gli strumenti della petizione popolare e delle osservazioni sono legittimi e democratici, non fanno perdere tempo, ma danno valore aggiunto alla VIA. Il tempo perso per risolvere la questione del rischio idrogeologico residuo deve essere conteggiato a partire dal 2013. Già nel 2013 la Regione informava che, in caso di modifica delle risorse ministeriali, era necessario uno studio comparativo tra bacino (allora era quello «azzurro» nelle cave Ronchi) e scolmatore. Lo studio comparativo non è stato prodotto. Ora si chiede al cavatore di occuparsi dello studio comparativo e dello studio idrogeologico aggiornato: chiunque comprende il conflitto di interessi di una ditta privata che progetta un’opera e, nel contempo, analizza le nuove condizioni idrogeologiche. Se il bacino verrà realizzato, qualcuno sarà responsabile del danno nel caso in cui venga compromessa la falda acquifera. Siamo disponibili ad incontrarvi e ad andare a vedere i punti critici per cercare soluzioni per ridurre il rischio idrogeologico del nostro territorio».

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