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Le mille strade del crack, tra abuso e prostituzione

Sempre più giovanissimi schiavi di una droga che provoca un’altissima dipendenza

Le mille strade del crack, tra abuso e prostituzione
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Anche se a togliere il sonno alle Forze dell’Ordine è il possibile arrivo sulla piazza del Fentanyl, la droga degli zombie, un analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina, negli ultimi tempi a Chivasso si è registrato un aumento del consumo di crack, come dimostrato anche dai recenti «ritrovamenti» nel parcheggio dell’ospedale del materiale usato per fumarlo.

Le mille strade del crack, tra abuso e prostituzione

Ricavato dalla cocaina e trasformato in cristalli, il crack ha effetti devastanti soprattutto perché è in grado di provocare una elevata dipendenza e una rapida assuefazione psicologica e fisica, aumentando gli istinti violenti.
Chi «si fa» di crack non lo consuma una volta al giorno ma lo cerca di continuo, dato che come detto gli effetti svaniscono nel giro di un istante, ed è per questo che spesso viene collegato a episodi di microcriminalità (anche in famiglia) o prostituzione. Sono sempre più i casi (e vi sono segnalazioni anche a Chivasso) di ragazzine che si vendono per pochi euro, il costo di una «pietra», e le cronache hanno già registrato realtà in cui studentesse, impiegate, professioniste apparentemente normali precipitano nel baratro accettando di tutto (in appartamenti trasformati in bordelli) pur di avere altro crack e altro ancora.

Sempre più giovanissimi schiavi di una droga che provoca un’altissima dipendenza

Anche se, come detto, l’attenzione delle Forze dell’Ordine è massima, non sarebbero ancora stati scoperti spacciatori in città. Questo perché la rete di approvvigionamento è (ancora) ben radicata a Torino: gli assuntori la raggiungono (quotidianamente) in treno, e i loro volti si possono riconoscere tra i pendolari accalcati in stazione.
Salgono sul «Pinerolo» e scendono a Torino Rebaudengo Fossata per raggiungere gli spacciatori in via Cigna, o a Dora per addentrarsi nell’omonimo Parco ormai simbolo del degrado Torinese. E se il «Pinerolo» è in ritardo, si lanciano sul primo treno per Porta Susa e tornano indietro con il «60» o il «46».
Un viaggio continuo, con poche possibili conseguenze anche perché in caso di fermo in tasca hanno «solo» una dose.
Per chi se lo può permettere, invece, il servizio segue la strada opposta, con «muli» che da Torino arrivano a Chivasso per consegnare a domicilio il singolo cristallo di crack. In caso di controllo, vale il discorso di cui sopra: con una dose, si rischia poco o nulla.
A confermare questo trend anche l’AslTo4: «Sul territorio - spiega Elisabetta Bussi Roncalini, direttore del SerD - rispetto agli utenti che accedono al SerD, si osserva la tendenza all'incremento nel dichiarato uso di crack, in linea con l'andamento nazionale».

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