L’ultimo saluto a Pavetto, reduce della battaglia di Cefalonia
A marzo avrebbe raggiunto il traguardo dei 102 anni
Avrebbe compiuto 102 anni il 19 marzo prossimo. E’ mancato Domenico Pavetto, uno dei pochi sopravvissuti alla terribile battaglia di Cefalonia.
L’ultimo saluto al reduce della battaglia di Cefalonia
Deportato in un campo di concentramento della Germania, tornò a casa dopo la Liberazione degli Americani fortemente debilitato ma con una grande voglia di andare avanti. Dopo le innumerevoli atrocità della guerra e le torture dei nazisti, Domenico dovette subire un altro dolore che nessun soldato, nessun combattente, nessuno al mondo dovrebbe mai provare: la morte della giovanissima figlia, Silvia, in un incidente stradale. Era l’unica sua figlia ed era il centro del suo mondo. Sua moglie Anna non sopportò il dolore e morì pochi anni dopo. Domenico ne rimase sempre segnato, ma ebbe la forza di ritrovare la luce nei giorni anche più bui. «E’ stato il dolore più grande della mia vita- diceva Domenico- ancora più grande della guerra di Cefalonia. Silvia era bellissima, la più bella del paese. Tutte le sue cose sono rimaste allo stesso posto come lei le ha lasciate quella notte nella quale non è mai più tornata».
La sua storia divenne un libro
Dopo settant’anni dalla terribile esperienza della guerra, Domenico trovò il coraggio di fare conoscere alla gente la sua storia, affidando i suoi ricordi da soldato ad un libro: «Tornare a vivere», scritto da Elisa Castellina, edito da Baima Ronchetti. «La mia testimonianza serve per fare capire che cosa è davvero successo nei campi di concentramento e nella guerra affinchè non possa mai venire dimenticato- aveva confessato Domenico- Dovevo farlo anche per quelli che non ce l’hanno fatta, ne ho visti morire a centinaia dei miei compagni, ogni giorno era una lotta per la sopravvivenza».
Tanti i riconoscimenti da lui ricevuti: una medaglia commemorativa della Liberazione nel 2015, una Spilla d’Oro che la Spi-cgil gli consegnò in occasione della festa per i suoi 100 anni ed una tessera d’onore da Patriota che gli fu data dalla sezione Anpi.
Era anche socio degli Alpini di Montanaro.
I funerali sono stati celebrati sabato 25 gennaio in parrocchia.