«Il licenziamento è ingiusto, Cataldi deve esser reintegrato» IL VIDEO
Ma l’azienda: «Provvedimento adottato a seguito di un grave inadempimento agli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro»
Fuori dai cancelli di Eni Versalis sono stati molti coloro che hanno voluto esprimere la propria vicinanza ad Antonio Cataldi, Rsa di Sicur2000 e lavoratore da oltre 10 anni del sito crescentinese, nella mattinata di lunedì 17 febbraio. Tutti lì per difendere Cataldi che, presente al presidio, ha solamente dichiarato: «Sono pronto a tornare a lavoro e ringrazio tutti i colleghi che lunedì mi hanno dimostrato la propria vicinanza partecipando allo sciopero».
«Il licenziamento è ingiusto, Cataldi deve esser reintegrato»
Uno sciopero indetto dalla Cgil che ha presenziato al presidio e che ha voluto sottolineare le motivazioni di questa movimentazione.
Lara Danesino della Filcam Cgil Vercelli Valsesia ha spiegato: «Siamo qui in tutela di un nostro delegato che è stato licenziato da Sicur2000, azienda appaltatrice fornitrice di servizi all'interno dello stabilimento Eni Versalis di Crescentino, in maniera pretestuosa e strumentale per il suo ruolo di delegato e non per le ragioni per cui Sicur2000 ci ha comunicato di averlo fatto. Sicur2000 contesta al lavoratore un comportamento scorretto all'interno dell'appalto, comportamento scorretto che è stato in realtà smentito sia dai colleghi che dai diretti interessati che sarebbero stati, secondo quanto afferma Sicur2000, entrati in conflitto con il lavoratore e con il delegato, appunto accuse infondate nonostante le quali, nonostante le nostre controdeduzioni e il nostro incontro che ci fu appunto in merito a questa vicenda, Sicur2000 ha scelto di liberarsi in maniera strumentale del delegato».
Danesino ha poi sottolineato: «Abbiamo impugnato il licenziamento avvenuto il 7 novembre scorso chiedendo il reintegro al lavoro di Cataldi e ci siamo subito messi a disposizione. Per contro, l'azienda ha trattenuto il Tfr del lavoratore nonostante tutti i tempi siano ormai superati. Abbiamo chiesto più volte un confronto sulle questioni interne, ma sono sempre stati rimandati o programmati da remoto in modo tale da deflazionare l'azione».
Walter Bossoni, Segretario Generale della CGIL, ha aggiunto: «Siamo qui a manifestare, scioperare e anche a denunciare il fatto che è avvenuta un'azione ingiusta, discriminatoria nei confronti di un lavoratore che ha sempre operato in modo corretto rispetto alle disposizioni aziendali e che segnalava ai colleghi di lavorare in sicurezza. La stessa osservazione la faceva l'azienda, ma questo non andava bene, questo ha dato fastidio e quindi l'azienda ha scelto la via più breve, quella di disfarsi del delegato che correttamente segnalava il rispetto delle norme, la volontà di lavorare in sicurezza a lui e ai propri colleghi. La cosa triste che avviene è che questo succede in un appalto, guarda caso in una situazione, come dire, meno tutelata rispetto a quelli che sono i lavoratori in committenza avviene in un'azienda importante, una delle più aziende importanti a livello nazionale, un'azienda che già ha avuto problemi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Voglio ricordare l'incidente che è avvenuto alla fine dello scorso anno a Calenzano dove ben 5 lavoratori in appalto hanno purtroppo perso la vita ed è un tema che sta esattamente all'interno dei temi del referendum che ha promosso la Cgil, quindi la tutela dei lavoratori in appalto e della loro sicurezza e della loro incolumità».
Maurizio Angelone ha concluso: «Oggi siamo qui a scioperare, a fare le nostre rimostranze a difesa di un lavoratore che, a sua volta, per seguire tutta la questione della sicurezza, probabilmente dà fastidio a qualcuno. Se questa deve essere la via più breve per dare segnali che, se uno fa il suo lavoro, sia dal punto di vista della mansione, ma dal punto di vista della copertura sindacale, qualcuno si sta sbagliando. E quel qualcuno è Sicur2000, l'azienda che, senza aver neanche verificato che il suo lavoratore avesse o meno torto, ha deciso di allontanarlo dal posto di lavoro. Un lavoratore che, storicamente, ha sempre fatto bene il suo lavoro. Anche la committenza è universale su una delle aziende più importanti del territorio e non solo. Non può, bastatemi i termini, lavarsene le mani, non può far finta di non vedere, semplicemente prendere atto. Perché tutto quello che succede all'interno del perimetro di Eni, di una committenza, deve essere al centro dell'attenzione di Eni e non può permettersi di lavarsene le mani».
La reazione dell’azienda
Intanto l’azienda ha fatto pervenire una nota per spiegare la situazione nei giorni precedenti al presidio: «Si asserisce ad una presunta condotta antisindacale della società, che si sarebbe concretizzata nel licenziamento di un Rappresentante Sindacale Aziendale, è stupita dall'iniziativa che considera una mera strumentalizzazione dell'incarico rivestito dal dipendente interessato dal provvedimento ed a cui il sindacato ricorre nel disperato tentativo di difendere la posizione del lavoratore decisamente pregiudicata dalla condotta che gli è stata contestata. Il licenziamento, ben lungi dall'essere determinato dal ruolo e dall'attività sindacale del dipendente, è stato adottato a seguito di un grave, circostanziato inadempimento agli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro all'esito di un procedimento disciplinare in cui sono stati raccolti numerosi e concreti riscontri.
Pur auspicando un'eventuale definizione della vicenda in sede stragiudiziale, per la quale peraltro non è pervenuto alcun contatto da parte del dipendente, la società è serena riguardo all'eventuale instaurazione di un procedimento giudiziario per il licenziamento.
La società respinge le gravi ed infamanti illazioni in ordine alle condizioni di sicurezza dello stabilimento o all'inquadramento e trattamento del personale dipendente, avuto riguardo al pieno rispetto ed adempimento della normativa di legge e contrattuale in tema di sicurezza sul lavoro e di disciplina dei rapporti di lavoro».