I lavori lungo il Po fanno paura. Gli abitanti: «Cambiate il progetto»
La minoranza consiliare si è presa a cuore il problema e ha proposto al sindaco di condividere un ordine del giorno

Gli interventi di rinaturazione previsti lungo il fiume Po preoccupano i crescentinesi, soprattutto coloro che abitano nelle zone di Santa Maria e Mezzi, ma anche i residenti di Sasso a Verrua. Tant’è che alcuni hanno deciso di dare incarico al geologo Marco Novo di redigere una relazione in base al progetto proposto da Aipo.
Lavori lungo le sponde del Po
L’analisi ha avuto l’obiettivo di verificare la compatibilità geomorfologica e idraulica degli interventi previsti nel Programma di Azione AIPO del 21 luglio 2022, finanziato nell’ambito del PNRR. Gli interventi, che rientrano nel progetto di rinaturazione mirano a ripristinare l’equilibrio ambientale del fiume. Tuttavia, lo studio sottolinea che le modifiche morfologiche antropiche potrebbero alterare pericolosamente l’equilibrio del corso d’acqua.
Gli abitanti: «Cambiate il progetto»
«Lo studio tecnico solleva dubbi sulla compatibilità degli interventi di rinaturazione, evidenzia criticità significative che potrebbero avere conseguenze negative sulla sicurezza della popolazione residente - spiega il Comitato spontaneo - E così nasce la petizione popolare che conta già una centinaio di firme tant’è che i promotori stessi spiegano: «Le opere previste comprendono lo scavo di un canale che, partendo dal ramo principale del fiume Po, attraverserebbe il territorio dell'isolone di Santa Maria e Sasso. Tale intervento comporterebbe lo spostamento delle correnti fluviali nell'alveo di un piccolo corso d'acqua, il Doretta Morta, creando condizioni simili a quelle che negli Anni Cinquanta portarono all'erosione dei cortili delle prime abitazioni di Santa Maria, causando danni alle strutture agricole e avvicinando la sponda del fiume alle abitazioni stesse».
La petizione, dunque, si propone di fermare lo scavo del canale in questione, in quanto prevede il coinvolgimento di una difesa spondale costruita negli Anni Cinquanta proprio per evitare danni simili a quelli subiti in passato.
«Si chiede quindi una revisione urgente del piano di rinaturalizzazione, in modo da tutelare la sicurezza dei residenti. - spiega il Comitato spontaneo per la sicurezza delle frazioni, promotore della petizione – Abbiamo coinvolto il geologo Novo, che ha redatto una relazione tecnica in cui si evidenzia il grave pericolo rappresentato da queste opere per le frazioni interessate e non solo. Inoltre, abbiamo dato incarico anche all’avvocato Paolo Chiorazzo di seguire l'aspetto legale della questione».
L'intervento dell'opposizione
E proprio i cittadini, dopo aver dato mandato ai professionisti di seguire la vicenda, hanno chiesto anche l’intervento dell’opposizione consiliare rappresentata da Salvatore Sellaro, Ernesto Monchietto e Carmine Speranza, i quali hanno deciso di avviare un'azione consiliare per raccogliere informazioni sull'eventuale conoscenza da parte dell'Amministrazione comunale riguardo a queste attività: «L'obiettivo è promuovere le necessarie azioni di difesa per garantire la sicurezza dei cittadini». Sellaro poi spiega ancora: «Alla luce della documentazione e del confronto con i cittadini, ho chiesto al sindaco Vittorio Ferrero di discutere della questione in Consiglio e di approvare, qualora fossero concordi con la nostra posizione, un ordine del giorno condiviso così da dimostrare che il Comune è unito su questa tematica perché il rischio di alluvione in quelle zone, qualora Aipo procedesse con l’intervento, è sempre più possibile. Noi dobbiamo lavorare affinché l’intervento venga fatto ma nella maniera corretta per tutelare la popolazione e la nostra città».
Le dichiarazioni di Ferrero
Dal canto suo Ferrero spiega: «Il progetto punta a migliorare la gestione delle risorse idriche congiuntamente all’incremento della biodiversità del territorio, attraverso soluzioni che favoriscano l’integrazione tra queste finalità. Nel dettaglio rientrano, così come indicato nella relazione tecnica, l’abbassamento dei pennelli e delle difese idrauliche, finalizzati a favorire un più frequente ingresso delle acque nelle aree laterali, la riapertura di lanche nelle stesse zone e interventi di forestazione e riqualificazione naturalistica e di contrasto alla vegetazione alloctona infestante. Nel corso dell’esame del procedimento abbiamo espresso le nostre preoccupazioni circa la sicurezza idraulica e ci sono state fornite specificazioni che “gli interventi sono stati progettati in funzione delle specifiche condizioni del corso d’acqua (pendenza, bacino idrografico sotteso e conseguente diversa curve di durata) e verificati affinché non si determini nessun peggioramento delle condizioni di sicurezza per gli eventi di piena”».
«L’Amministrazione comunale, in aggiunta, è impegnata attivamente per arrivare a conclusione della revisione del progetto per le opere di completamento funzionale della difesa idraulica di frazione Sasso e della zona di cascina Ressia al fine del suo inserimento nel sistema Rendis per la richiesta di finanziamento» prosegue Ferrero.
«In merito alla raccolta firme in corso e alla relazione redatta da un geologo non appena queste ci verranno consegnate sarà nostra cura trasmetterle formalmente ad AIPO e all’Autorità di bacino ed avviare tutte le necessarie azioni affinché venga fornita ogni più ampia rassicurazione che l’intervento non precluderà la sicurezza idraulica dell’area. Siamo disponibili, dunque, a collaborare con il gruppo consiliare di minoranza per attuare ogni azione utile a dipanare i dubbi e fornire le garanzie richieste».