l'ultimo saluto

Marina Gambino, una vita al servizio dei meno fortunati

Era una volontaria dell'Apachi

Marina Gambino, una vita al servizio dei meno fortunati
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«Vogliamo immaginarla così Marina, volata ieri sul ponte, dove ha potuto incontrare nuovamente gli animali che ha salvato in vita... E sono stati davvero tantissimi, perciò non può che trattarsi di un ponte d'amore che colora dalla terra al cielo».

Marina Gambino, una vita al servizio dei meno fortunati

Parte da qui, dal post pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione «Le Sfigatte», il ricordo di Marina Gambino, 65 anni, scomparsa la scorsa settimana all’Hospice di Foglizzo. Storica volontaria dell’associazione APACHI di Chivasso, Marina era un vero e proprio punto di riferimento per chiunque avesse a cuore gli animali.

«Aveva iniziato la sua attività di "gattara" trent'anni fa, portando da mangiare agli innumerevoli gatti affamati che, presso il canale Cavour, cercavano riparo fra le baracche che ai tempi si trovavano lungo l'argine: - la ricordano dalla APACHI - in quegli anni il concetto di contenimento delle nascite era ancora una chimera lontana così come la possibilità di curare le centinaia di randagi che popolavano la zona, perciò Marina cercava di alleviare almeno in parte la fame di quelle anime dimenticate portando quotidianamente cibo casalingo che preparava appositamente con i mezzi di cui disponeva, e a sue spese, poiché in quel periodo non esistevano associazioni o altro volontari a cui chiedere aiuto.
Questa prima iniziativa, dettata da un profondo senso di compassione ed empatia che ha permeato poi l'intera vita di Marina, è stato solo l'inizio di una esistenza completamente devoluta al salvataggio, alla cura e alla ricerca di nuove famiglie per i gatti randagi del territorio.

Negli anni Marina ha sperimentato ogni aspetto del volontariato studiando e diventando un'esperta e un punto di riferimento importantissimo per tutti i cittadini sensibili al benessere animale: ha sfamato e curato tantissimi gatti, ha poi iniziato a fare catture usando la gabbia trappola per poter curare e sterilizzare i gatti forastici evitando così la nascita di innumerevoli altri randagi destinati a una vita di stenti; ha imparato ad allattare i cuccioli di gatto neonati vilmente abbandonati da persone senza cuore; ha fatto staffette per portare i gatti dai veterinari o presso le loro famiglie adottanti; ha effettuato innumerevoli visite preaffido per assicurarsi che i mici salvati fossero adottati da persone consapevoli e adatte a gestire una piccola vita.

Nel tempo Marina è riuscita a radunare attorno a sé un piccolo gruppo di volontari che l'hanno aiutata a gestire le emergenze per cui veniva contattata con frequenza ben più che quotidiana da privati, dalle forze dell'ordine, dai veterinari di zona, da chiunque avesse un problema in cui ci fossero gatti in difficoltà, malati, affamati o potenzialmente pericolo.

Per raccogliere fondi destinati al cibo e alle cure veterinarie per i gatti in difficoltà Marina ha inoltre partecipato, negli anni, a tantissimi mercatini domenicali e a varie "raccolte cibo" presso negozi specializzati.

Per il gruppo di volontari che con costanza l'ha affiancata quotidianamente, Marina è stata la persona che ha gestito efficacemente i molteplici aspetti legati al benessere dei gatti segnalati, recuperati, curati, ospitati e infine felicemente adottati, coordinando i suoi "colleghi volontari gattofili" in modo da ottimizzare al massimo le (spesso esigue) risorse disponibili: ha organizzato gli ordini di cibo e medicinali; ha curato i rapporti con veterinari, stallanti e adottanti e la gestione delle emergenze, delle segnalazioni e delle richieste di intervento; organizzava inoltre le staffette e le catture e ha denunciato presso le Forze dell'ordine gli episodi di danneggiamento o di avvelenamento purtroppo riscontrati in più occasioni nelle colonie censite ufficialmente presso il Comune di Chivasso, colonie di cui, per lungo tempo, è stata l'unica referente e responsabile.

L'amore che Marina ha dimostrato nei confronti dei randagi durante i suoi lunghi anni di volontariato con queste e mille altre azioni concrete ha permesso davvero di contenere un problema di dimensioni vastissime come quello del randagismo felino, percepito erroneamente come meno grave e diffuso di quello, altrettanto grave, di cui sono vittime i cani.

Una malattia cattiva l'ha sottratta troppo presto alla missione che aveva scelto per la sua esistenza, e la sua assenza ha lasciato sgomenti tutti coloro che hanno condiviso le sue battaglie e le hanno voluto bene.

Marina è stata ricordata con affetto da tantissime persone che negli anni ha aiutato per "questioni di gatti", così come dai volontari che ha incrociato sulla sua strada e dalle associazioni con cui ha proficuamente collaborato fra cui, oltre ad A.P.A.Chi, di cui faceva parte, Le Sfigatte di Torino, Micio Villaggio, Protezione Micio, il gattile di Borgo d'Ale e molte altre.

Chi volesse onorare la memoria di Marina mettendosi al servizio dei gatti in difficoltà chiami l'associazione di Volontariato A.P.A.Chi chiedendo di essere messo in contatto con la Sezione Felina: tantissimi mici hanno bisogno di aiuto e anche una sola preziosa ora alla settimana per loro fa la differenza fra la mera sopravvivenza e una Vita degna di questo nome».

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