È morto Papa Francesco, Chivassese e Vercellese in lutto
Si è spento alle 7:35 di oggi, lunedì 21 aprile

Il Chivassese così come anche il Vercellese sono in lutto per la scomparsa di Papa Francesco.
È morto Papa Francesco
Sua Eminenza, il Card Farrell, ha annunciato la morte di Papa Francesco:
"Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l'anima di Papa Francesco all'infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino."
Chivassese e Vercellese in lutto
La notizia della morte di Papa Francesco, avvenuta oggi lunedì 21 aprile alle 7:35, ha colpito profondamente il territorio, dove il Pontefice era particolarmente amato e seguito. Numerose le testimonianze di cordoglio e di preghiera giunte da parrocchie, associazioni e singoli fedeli.
La comunità si stringe nel lutto, ricordando con affetto e gratitudine il Papa che ha saputo parlare al cuore di tutti.
Proprio in questi istanti, le campane di Chivasso suonano a lutto per la scomparsa del Papà all’età di 88 anni. Così anche nella vicina Verolengo.
La Diocesi di Ivrea invita alla preghiera
In queste ore la diocesi di Ivrea invita tutti i fedeli al silenzio e alla preghiera ricordo del Pontefice.
Giunge, dalla Diocesi di Ivrea, anche un messaggio del Vescovo Daniele Salera:
Carissimi sacerdoti, religiosi/e, consacrati/e, fedeli laici della Diocesi di Ivrea, accogliamo con dolore l’annuncio della morte del nostro amato Papa Francesco.
Lo abbiamo visto soltanto ieri nella solennità della Pasqua in Vaticano, in quegli impegni istituzionali cui non si è sottratto fino all’ultimo. Lo abbiamo visto, debole ma presente, silenzioso ma partecipe e desideroso di mostrare tutta l’accoglienza e l’affetto, che sempre hanno caratterizzato il suo tratto, verso coloro che gli chiedevano udienza.
Lo ricordiamo per il suo Magistero, per l’impulso dato cammino della Chiesa nella direzione di un rinnovato impegno missionario. In particolare vorrei ricordare due passaggi dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (2013). Il primo è una citazione del Documento di Aparecida (2007): “La vita si rafforza donandola e s’indebolisce nell’isolamento e nell’agio. Di fatto, coloro che sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano la riva sicura e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli altri”(EG 10); il secondo dà nuovo slancio alla vocazione di tutti i battezzati: “Non si può perseverare in un’evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare. Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione. Sappiamo bene che la vita con Gesù diventa molto più piena e che con Lui è più facile trovare il senso di ogni cosa. È per questo che evangelizziamo. Il vero missionario, che non smette mai di essere discepolo, sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario. Se uno non lo scopre presente nel cuore stesso dell’impresa missionaria, presto perde l’entusiasmo e smette di essere sicuro di ciò che trasmette, gli manca la forza e la passione”.
Grazie Papa Francesco, grazie perchè ciò che hai chiesto alla Chiesa lo hai mostrato, anzitutto e per primo, con la vita. Grazie per questa esistenza donata “fino alla fine”; il Buon Pastore ti accolga ora insieme a Maria, Madre sua e Madre nostra, nel Suo riposo.
Chiedo a tutte le comunità della Diocesi di organizzare momenti di preghiera personali e/o comunitari. Tutti ci ritroveremo in Cattedrale, per una celebrazione eucaristica di suffragio, giovedì 24 aprile alle 20.30.
Un pensiero sul pontificato di Papa Francesco come uomo e come Papa nella sua semplicità di Pellegrino di speranza arriva da don Gianpiero Valerio, parroco delle comunità della Madonna del Santo Rosario di Chivasso e di San Giacomo Maggiore di Torrazza Piemonte:
Papa Francesco, eletto nel 2013, ha lasciato un segno profondo nella Chiesa e nel cuore del popolo di Dio. Con il suo stile semplice, umile e vicino alla gente, ha riportato l’attenzione sull’essenziale del Vangelo: la misericordia, l’amore verso i poveri e la cura per il creato. Ha promosso una Chiesa “in uscita”, più aperta, accogliente e meno giudicante, invitandoci tutti a essere strumenti di pace e fraternità. Con gesti concreti e parole profonde, ci ha ricordato che Dio non si stanca mai di perdonare e che la vera forza della fede è servire con gioia e tenerezza.
Mercoledì la funzione a Vercelli
Non appena si è diffusa la notizia della morte di papa Francesco, le campane del Duomo di Vercelli hanno iniziato a suonare a distesa in segno partecipazione a questo lutto che tocca tutta la cristianità e l’umanità intera.
Immediata la dichiarazione dell’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo:
Annunciamo con grande dolore la morte di papa Francesco che, ancora ieri, giorno di Pasqua, non ha voluto fare mancare la sua benedizione a tutti noi. Al Pontefice devo una riconoscenza particolare e personale essendo stato proprio papa Francesco a chiamarmi al ministero episcopale nel 2014.
Mercoledì 23 aprile, alle 21, in cattedrale, l’arcivescovo di Vercelli, monsignor Marco Arnolfo, presiederà una messa “pro defuncto Pontifice” in suffragio a papa Francesco. La celebrazione sarà animata dal Coro della Cappella musicale della cattedrale. I fedeli di tutte le Comunità pastorali e il clero diocesano sono invitati a partecipare. Sin da subito i sacerdoti che lo vorranno potranno celebrare messe in suffragio secondo le indicazioni del Messale Romano e tenendo conto delle prescrizioni liturgiche dell’8ª di Pasqua. Si ricorda inoltre a tutti i sacerdoti che da ora, sino all’elezione del nuovo Papa, deve essere omesso il nome del Pontefice durante le messe citando solo, come segno di unità, il nome del vescovo.
Il ricordo del mondo politico
E' di poco fa il ricordo del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio:
“Il Piemonte si stringe al dolore della Chiesa e del mondo intero per la morte di Papa Francesco, un uomo vicino agli ultimi, ai fragili, che si è sempre battuto per la pace e per un’umanità più giusta.Nella sua determinazione e nel suo coraggio c’erano sicuramente anche quelle radici piemontesi che lui ha sempre ricordato con orgoglio e affetto e che oggi ci rendono ancora più soli. Lo stesso affetto che ha saputo dimostrare alla nostra terra in occasione della sua visita nel 2022 e ancora nel 2023, quando abbiamo avuto l’onore, insieme alla comunità di Macra nel Cuneese, di donare al Vaticano l’albero di Natale per piazza San Pietro. La sua misericordia e il suo grande amore per gli altri resteranno modello e ispirazione per tutti noi, nella speranza di un mondo più solidale e più giusto per tutti”.
A ricordare Papa Francesco, la capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, Gianna Pentenero:
“Provoca un profondo dolore l'addio a Papa Francesco che è stato una guida per il suo esempio e per le sue parole di pace e vicinanza agli ultimi, per l'attenzione al mondo. Un grande piemontese che dobbiamo conservare come esempio”.