Post alluvione, il Comitato: «No al progetto di rinaturazione di Aipo»
I residenti proseguono la loro battaglia dopo che il Consiglio ha bocciato la mozione della minoranza

La discussione sul progetto di rinaturazione dell'area dell’Isolone di Santa Maria, Porzioni, Sasso continua a infiammare il dibattito politico e cittadino. A seguito del consiglio comunale del 2 aprile, convocato su richiesta della minoranza per discutere una mozione di stralcio del progetto, «è emersa una significativa carenza di informazione nei confronti della popolazione interessata» spiega il comitato spontaneo di cittadini.
Il Comitato protesta
Il comitato ha ricostruito come, sulla base della documentazione fornita dall'AIPo, fossero stati previsti, già negli anni precedenti, specifici percorsi informativi anche ai privati, attraverso una serie di incontri dedicati. Tuttavia, nonostante un incontro tecnico del 28 novembre nella sede del Parco del Po e Collina Monferrato, durante il quale sarebbe stato illustrato il programma di azione, i residenti non avrebbero ricevuto alcuna comunicazione.
«No al progetto di rinaturazione di Aipo»
«È stata l'opposizione a portare la questione all'attenzione pubblica, rendendo noti i dettagli dell'intervento e consentendo ai noi cittadini di venire a conoscenza di quanto sta per accadere -, ha sottolineato il comitato. - A sostegno della richiesta di blocco del progetto, sono state evidenziate le presunte criticità contenute nella relazione tecnica del geologo Marco Novo, il quale ha espresso un parere negativo. In particolare è stato evidenziato come la demolizione della sponda e la creazione di un nuovo canale di deflusso potrebbero favorire un ritorno all'assetto fluviale precedente al 1972, con un conseguente spostamento dell'alveo verso nord. Nonostante tali rilievi tecnici, la posizione del sindaco Vittorio Ferrero ha suscitato perplessità. Il primo cittadino ha infatti scelto di non appoggiare la mozione dell'opposizione, presentando un proprio documento poco incisivo e non contenente una chiara richiesta di stralcio del progetto, limitandosi a un approccio interlocutorio e toccando argomenti ritenuti esterni alle competenze del comune. Anche in questo caso, resta aperta la domanda sul perché di tale atteggiamento, soprattutto a fronte del precedente silenzio dell'Amministrazione».
«Alla luce del recente evento alluvionale, portata del Po oltre a 5000 mc/s ed un margine di pochi decimetri per il normale, si rimarca il mancato adeguamento del franco di sicurezza degli argini che devono essere almeno di 1 metro - spiega il Comitato – Noi manifestiamo ancora più oggi le nostre preoccupazioni a seguito dei recenti eventi climatici. Risulta comprovata ed evidente la vulnerabilità del territorio, ragione per cui non si possono accettare interventi di segno contrario al contenimento delle acque e alla salvaguardia di quanto è circostante. La previsione dell'abbattimento della sponda è un errore gravissimo, costituendo una incomprensibile sottovalutazione del pericolo da parte di tutti gli enti coinvolti nell'approvazione di questa incomprensibile, insensata e inutile iniziativa».
La vicenda appare dunque tutt'altro che conclusa, con il Comitato Spontaneo che ribadisce con forza le proprie preoccupazioni e sollecita una maggiore trasparenza e un ripensamento del progetto alla luce dei potenziali rischi per la sicurezza del territorio e dei suoi abitanti.